36-apprensione

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La 'prima volta' di cui parlava era la mia prima festa. C'era lui con me, perchè aveva paura degli attacchi troppo violenti da parte di persone che non mi spiego nemmeno perchè mi odino.

Il problema è che aveva un gruppo di amici, e non sarebbe potuto restarmi appiccicato tutto il tempo.

Quando si staccò da me, due ragazze mi aggredirono a parole, per poi rovesciarmi i drink addosso.

Andandomi a pulire, incontrai un ragazzo che voleva 'aiutarmi'.

Ero troppo ingenua e mi saltò letteralmente addosso.

Massimo arrivò ' in tempo' per fermarlo e rinchiuderlo nei bagni urlandogli contro "coglione".

Si può dire che per quella notte fu il mio eroe, ma la sua reputazione venne un po' infangata come 'l'amico della sfigata'.

Non avrebbe piú potuto fare lo stesso per me, ma io gli ero parecchio grata.

Arrivò l'ora di cena e, dopo aver preso da mangiare, mi avviai verso la casetta.

Non mi ero acora abituata al silenzio della notte, che rendeva tutto molto statico.

Arrivai ed entrai in casa. Manu era sul letto a gambe incrociate e mi aspettava fremente, probabilmente per la fame.

Poggiai sul tavolino la roba e gli dissi "mangia tu, non ho molta fame".

Mi guardò come se venissi da un'altro pianeta e prese i due panini fatti cosí alla rinfusa, sedendosi accanto a me.

Mi appoggiò il panibo sulle gambe, ma lo appoggiai sul tavolo e mi stesi sul letto.

"È successo qualcosa a scuola?".

Sussurrai un "no" che suscitó un'espressione nervosa sul suo viso.

"Se non mangi non diventerai mai alta".

Cercó di ironizzare il momento, ma io ero troppo presa dai ricordi di quella festa.

lost lightWhere stories live. Discover now