Dovevo andare. Il mio treno non mi avrebbe aspettata, ma avrei voluto rimanere un'altro po' ad ammirare quell'angelo addormentato.
Mi avviai verso il mio treno, girandomi di tanto in tanto per guardarlo.
Salì sul treno e mi sedetti, guardando dal finestrino quello spettacolo, mentre si chiudevano le porte.
Il treno si mise in moto, come il mio cuore, che si era fermato da tempo.
Non riuscivo a capire cosa stessi provando, ma sapevo che avrebbe scombussolato la mia povera testolina, che era già incasinata abbastanza.
Passarono 6 brani musicali, prima di arrivare a destinazione.
Ero fissata con Einaudi e tentavo quasi ogni giorno di suonare qualche suo pezzo.
Sono una di quelle persone che per suonare qualcosa, qualsiasi cosa, gli basta ascoltare e riprodurre, come un registratore e mi divertivo a scrivere brani, con un metodo tutto mio, visto che non conoscevo minimamente le note come le conoscono tutti.
Ho sempre pensato che quando qualcuno scrive una canzone, in qualunque modo la faccia, se non è per venderla, ma per tenerla con se, ricordarla, è come se scrivesse il proprio stato d'animo, le proprie emozioni, quelle parole che non può dire, quei segreti che nessuno scoprirà mai e nonostante non siano cantate racchiudono un sacco di parole.
Io mi divertivo ad impersonarmi nella musica. sentirmi felice, triste, arrabbiata, malinconica, audace, rilassata, pensierosa.
Sembra strano ma la musica può farci sfogare e riesce a farci esprimere tutti quei sentimenti che reprimiamo e che non mostriamo al mondo, o che non si ha la possibilità di mostrare.
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lost light
Random" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...