Era giovedì. Uno di quei giorni che la scuola dovrebbe abolire.
Il giovedì c'era ad ogni ora una materia, contando 6 ore di scuola. Era distruttivo anche perchè erano tutte materie che odiavo.
Preparai lo zaino, pesantissimo, mi misi dei vestiti a caso,mi pettinai, denti e uscii dalla mia stanzetta.
Il tragitto che percorrevo sempre per arrivare alla stazione, oggi era più bello del solito. Più luminoso.
Forse si trattava della calma prima della tempesta, ovvero la scuola. Era un vialetto contornato da alberi che in questa stagione erano decorati dalle foglie gialle, rosse,marroni. Dei colori così caldi, nonostante l'autunno in verità fosse tanto freddo.
Era una di quelle stradine alte, che da ogni lato scendevano in campi coltivati. Diciamo che era un posto abbastanza sperduto nel nulla.
Arrivai finalmente alla stazione, che si trovava sul lato sinistro di quella stradina che continuava fino ad arrivare a tante casette ed un magnifico negozietto dell'usato, che fungeva anche da biblioteca di quei libri che portavano lì.
Ci andavo quando avevo bisogno di rilassarmi, o dei consigli del saggio anziano che custodiva quel luogo.
Era una persona che parlava usando le metafore ed era molto stimolante parlarci. Era come se per ogni problema avesse una metafora.
Entrai nella mia solita stazione, mentre ripensavo alle patatine del giorno prima.
Mi guardavo intorno, per scorgere quei muscoli perfetti e quel sorriso magnifico ed a quel punto lo vidi.
Stava parlando con qualcuno, mentre lo teneva a braccetto. Vedendoli meglio, c'erano lui ed un'anziana signora, che stava salendo sul treno.
Lui la stava aiutando a salire e la salutò con il suo magnifico sorriso.
Quando si voltò mi vide e sorrise ancora. Era così mal ridotto. Supponevo non avesse nulla, a parte ciò che indossava.
Andai verso di lui e lui fece lo stesso.
Ci eravamo finalmente avvicinati e, con il suo sorriso gentile, mi disse
"il tuo regalo mi ha aiutato più di quanto abbia fatto io".
YOU ARE READING
lost light
Sonstiges" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...