54-l'albero

24 0 0
                                    

Mi stesi sul letto, incurante del fatto che avevo ancora le scarpe ai piedi.

Volevo dormire. Dormire e dimenticare l'accaduto.

Il sonno è come una medicina per me.

Dormo e lì non sento nulla. Dolore, ansia, tristezza, malinconia.

Cosa mi mancava? Non lo sapevo.

Potevo capire tutte le cose del mondo, ma una cosa è certa; Non avrei mai capito le mie emozioni e quelle degli altri.

Manu..le sue non le capivo proprio.

Dormire era la soluzione perfetta in quel momento e così feci.

Mi addormentai pian piano, nel silenzio della mia stanza, nei singhiozzi di una ragazza in confusione. In una confusione scomoda.

Riaprii gli occhi e presi in mano la sveglia che diceva '7.28'.

Avevo dormito dalle 3 fino alle 7? cavoli.

Mi alzai lentamente, trascinandomi stordita ed afferrai dal mobile del pane che riempii con del prosciutto.

Gli diedi un morso e poi uscii di nuovo di casa.

Era tutto più scuro, ma non abbastanza da perdermi nel buio. Arrivai alla casetta e mi affacciai alla finestra.

Lo vidi steso sul suo letto, rannicchiato, che muoveva il dito sulla coperta in circolo.

Lasciai cadere leggermente il sacchetto con all'interno il panino e mi avviai verso casa.

In quel momento sentivo i suoi passi farsi strada nell'erba e poi nella ghiaia.

Non volevo fermarmi, girarmi e guardarlo.

Non lo avrei fatto. Sentivo la sua voce che mi chiamava e mi chiedeva scusa.

Mi afferrò nuovamente il braccio, ma con più delicatezza e mi fermò dicendomi 'Stanotte torna. Ti prego'. 

Lo guardai negli occhi lucidi, pieni di speranza e rammarico.

Annuii solamente e mi lasciò andare.

Si fermò lì ed io andai avanti, incurante del fatto che lo stavo ferendo.

Forse però era la punizione giusta, riconoscendo il fatto che lui mi aveva ferita a suo modo.

Tornai a casa e mi ristesi nel letto.

Non avevo voglia di fare nulla. Solo di rilassarmi e non pensarci.

Presi le cuffie, l'MP3, i pennelli, i colori ed iniziai a decorare la parete, o meglio continuai il lavoro che avevo già fatto, visto che sul mio muro si trovava un grande albero dipinto, che era prossimo al termine.

La confusione che sentivo dentro, faceva sì che tutto quel che di me era ordinato e schematico sparisse, lasciando spazio all'improvvisazione di quei colori sul muro.

Mi stavo pian piano calmando, finalmente.

lost lightWhere stories live. Discover now