Dopo essermi ripresa il mio treno era già partito. Dovevo rassegnarmi all'idea che avrei avuto un'altra assenza ingiustificata.
Sospirai, guardando le mani conserte del mio spettacolo, che era seduto al mio tavolino.
Con lo sguardo basso, per evitare di fargli notare il rossore che avevo in viso gli dissi "come mai questa cortesia?"
Lui, con un tono dolce e calmo rispose "eri in difficoltà ed ho voluto aiutarti. Poi in questa stazione non ho altro da fare che osservare il passo sicuro di questi servi in giacca e cravatta."
La pensava come me? E cosa intendeva con il fatto che non avesse nulla da fare? ero un po'confusa ed intimorita.
In fondo, da ragazza ingenua com'ero mi ero totalmente dimenticata di non rovolgere parola agli sconosciuti.
Ma lui era diverso. Era un ragazzo penso della mia età. Sospirai ancora e dissi "come mai stai qui? Sembri molto giovane".
Alzai lo sguardo e lo vidi sorridere, ma non era un sorriso spontaneo. Sembrava forzato, sofferente.
Mi rispose "ho compiuto 16 anni due giorni fa. Ho fatto un casino ecco, e sono scappato di casa. Non so che fare, ma a casa non voglio tornarci. la mia casa è altrove".
Lo vidi perdersi con lo sguardo rivolto verso una finestra che dava sul prato ed il cielo, illuminato dalle luci del mattino.
Più parlava, più provavo un senso di insoddisfazione nel realizzare che aveva finito la sua frase e che io non avevo capito ancora cosa intendesse.
"La scuola?" dissi, cercando di sembrare indifferente, ma non ci riuscivo. Mi incuriosiva, mi interessava ogni cosa che diceva.
"non sono mai andato a scuola. Ho imparato tutto dai libri della biblioteca." parlava un italiano impeccabile.
Mi sembrava così innaturale imparare tutto solo con l'aiuto dei libri. Non riuscivo a crederci.
"Cmunque sono Manu. Il tuo nome, se posso saperlo?" oh che bel nome. Sembrava così gentile e cortese.
Con voce un po'incerta risposi "D-dany, piacere.". Avevo il viso in fiamme, me lo sentivo.
Questa nuova conoscenza mi avrebbe cambiata, me lo sentivo.
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lost light
Random" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...