Decisi di alzarmi e tornare a casa. La situazione, per quanto mi stesse piacendo, era imbarazzante, troppo.
Gli dissi "grazie del tuo aiuto" e mi avviai all'uscita.
"A domani, probabilmente" mi disse. Mi aveva accennato che era scappato, ma non credevo che avrebbe avuto intenzione di non tornare più a casa.
E i suoi genitori non lo staranno cercando? Mi voltai e gli sorrisi, poi lo salutai con la mano ed uscì dalla stazione.
Presi un bel respiro per recuperare l'aria che avevo perso, guardandolo. Mi avviai verso casa, mentre rimuginavo sull'accaduto e sulla sua situazione.
A quel punto ebbi un'idea per sdebitarmi. Arrivai a casa e presi dal portafogli, che di rado mi portavo dietro, 3 € ed uscì nuovamente di casa.
Ritornai alla stazione e mi diressi nell'angolino dove di solito stava. Era li, accucciato che dormiva. Sembrava molto stanco anche prima. Avevo paura di disturbarlo, quindi andai direttamente al bar, acquistando un pacchetto di patatine ed una bibita.
Sperando gli andassero bene quelle cose, gliele appoggiai affianco, senza far rumore, assieme ad un foglietto sulla quale avevo scritto "un piccolo regalo per sdebitarmi".
Tornai di nuovo a casa e mi stesi nel letto, a pancia in su.
Ero felice ma confusa. Come avrebbe reagito alle mie patatine? E se era allergico? Avrei dovuto svegliarlo?
Troppe domande e neanche una risposta. Mi sentivo così sciocca a dare confidenza ad una persona che nemmeno conoscevo.
"Due tra le stelle più luminose del cielo, dovendo assentarsi,
supplicano i suoi occhi di voler brillare al posto loro,
fin che abbiano fatto ritorno.
E se quegli occhi fossero in quelle sfere, e le stelle sul suo volto?
Le sue guance liminose farebbero allora vergognare quelle stelle,
come il giorno fà impallidire la luce di una torcia."-romeo e giulietta.
È quel che ho pensato tutto il tempo. Mi sentivo un po' come Romeo.
Riconosceva la bellezza in qualcosa di diverso, ma vedendo due stelle luminose, si è ricreduto e non se n'è mai più dimenticato.
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lost light
Sonstiges" lo ignoravo, continuando a camminare. La stazione, era davanti ai miei occhi ed entrandoci era caotica, piena di persone sicure, che sapevano quale treno prendere, dove volevano andare. Ma io? Dove sarei voluta andare veramente? Io penso che c'è...
