3.lei è incredibilmente sexy.

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-"Lots? Lottie sono io, Lou." sento la vocina esile di mia sorella mentre singhiozza dalla cornetta del telefono, posso immaginarla stretta in qualche mia felpa e con i capelli raccolti in modo disordinato.

-"Lou? Dio mio Louis." sussurra, ha la voce sottile e incrinata dalle lacrime, la sento essere scossa dai singhiozzi e non posso fare niente per consolarla.

-"Lots non piangere, per favore." la sento tirare su con il naso e gli occhi per un momento si fanno lucidi anche a me.

Femminuccia, hai tradito anche lei.

-"Come stai? Mi dispiace tanto." sorrido inconsciamente, nonostante sia più piccola di me tende sempre a difendermi e non potrei aver desiderato famiglia migliore. Dopo quello che abbiamo passato è stata la spalla su cui potevo contare, l'ancora a cui mi sono potuto aggrappare. L'unica cosa che mi ha spinto a lottare insieme alle gemelle.

-"Sto bene, tornerò a casa, magari con qualche capello bianco, ma tornerò. Non ti libererai così velocemente di me." cerco di sdrammatizzare, sentendola sospirare, nulla di che ma almeno i singhiozzi si sono interrotti, è l'unico modo infondo.

Esatto, non hai nient'altro.
Tu sei niente.

La sento, infine, ridacchiare e per un certo senso mi si riempie il cuore, la sua risata suona molto meglio dei singhiozzi.
-"È colpa mia, scusami..." sbuffo mentre chiudo gli occhi, sperando di sparire, dannati sensi di colpa. Lei non c'entra niente.

-"Non dire queste cazzate per favore. Pensi di poter passare qui? Ho bisogno di vederti." suonerò disperato, ma è così, avrei davvero bisogno di un suo abbraccio, di sentire il suo odore in modo da sentirmi meglio, al sicuro e sicuro che io sia davvero qui. Sospiro ripensando che di fatto non mi pento delle mie azioni, insomma prendere a pugni un bastardo per proteggere la sorellina? Chi non lo farebbe? Non è nulla di strano, non sono un mostro.

-"Si, insomma...certo, il tempo di prendere l'autobus. Sicuro che io possa venire?" la sento esitante mentre mi fa la domanda. Cosa starebbe insinuando?

Che sei un assassino.

Perché non potrebbe infondo mi tengono qui perché... Cazzo mi tengono qui perché credono che io sia colpevole.
Merda.

-"Si perché non dovresti? Sono innocente Charlotte." la sento sbuffare addirittura da dentro il telefono.

Uno, due, tre, quattro, cinque...

-"Rilassati Lou e non chiamarmi Charlotte. Ci vediamo tra poco." non mi da il tempo di ribadire che attacca e il silenzio risuona nel mio orecchio, chiunque con una sorella o un fratello può capire la dinamica, siamo passati dal piangere l'uno per l'altra a litigare. Insomma mi ha attaccato in faccia, siamo decisamente incredibili.

Passano dieci, o forse quindici minuti, fatto sta che di Lottie nemmeno l'ombra. Il tratto da casa a qui non è poi così lungo, ma avrà fatto ritardo l'autobus o che ne so, non c'era una fermata a quest'ora. Si sarà sicuramente così, mi mordo le unghie per poi tirare le pellicine con i denti, è sempre stato un brutto vizio, quando ero bambino ero spesso farlo e non ho ancora perso l'abitudine.

-"Tomlinson? Visite." mi risveglio alzandomi perché, cazzo non aspettavo altro, sorrido pensando di trovarmi davanti Lottie, invece la faccia di caz- ehm l'avvocato Styles, mi aspetta con le braccia incrociate sotto al petto. L'aria piena di se e una borsa a tracolla che tiene su una spalla, insomma tutto nella norma.

-"Aveva detto oggi pomeriggio o sbaglio? Sono a malapena le 15.00." sbuffo mentre lui mi ignora e insieme, torniamo nella stanzetta di poche ore fa e ammetto che mi era mancato il mio divanetto.

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