40.una speranza per me? per noi?

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-"Piccolo, svegliati." mugolo qualcosa di incomprensibile quando qualcuno mi tocca la spalla scuotendomi leggermente e storco il naso alla luce che punta dritta sulla mia faccia appena apro gli occhi, strizzandoli e richiudendoli subito dopo. Aggrotto le sopracciglia e stiracchio un braccio verso destra, finendo per essere fermato da qualcosa. Mi sento rilassato, niente pressioni, il caldo dovuto alle coperte che avvolgono il mio corpo e la morbidezza del materasso sotto la mia schiena. Non svegliatemi per favore.

-"Avanti svegliati." la voce leggera sussurra al mio orecchio, il fiato che picchietta sulla mia guancia, delicato e dolce. Inizio letteralmente a fare le fusa quando delle labbra morbide si posano sulla mia fronte, poi sul mio naso, sulle mie guance e infine sull'angolo della bocca. Il profumo familiare che mi invade le narici, l'odore di casa.

-"Harry... stenditi accanto a me, dormiamo ancora un po' ti prego." lo afferro per un braccio, brancolando e smanettando nel buio delle mie palpebre abbassate.

-"Lou, ti devi svegliare, devi vedere." apro di poco gli occhi quando lo sento allontanarsi, quando lo sento alzarsi dal letto e scivolare via dalla presa della mia mano. Finalmente, anche se con sforzo mi alzo a sedere, sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.

-"Cosa dovrei vedere amore? Andiamo sono le otto del mattino." con la faccia piena di sonno mi tolgo i capelli dagli occhi, voltandomi verso il riccio girato di schiena avvolta in un maglione blu scuro.

-"Vedere quello che hai fatto Louis." arriccio il naso insieme alla fronte, non capendo mentre il mio ragazzo si alza e va verso la finestra senza voltarsi, dandomi le spalle. Decido di alzarmi anche io, togliendo le coperte dalle mie gambe, districandomi dalle lenzuola e sistemandomi la maglia di cotone che mi fa sentire del freddo sulle spalle. Raggiungo la figura del riccio, lui mantiene le mani in tasca, le spalle rilassate e il collo nascosto da una sciarpa leggera azzurra, una sciarpa anche se siamo chiusi in camera.

-"Haz di cosa stai-" poso la mia mano sulla sua spalla, la appoggio lentamente e le parole mi muoiono in gola quando si volta. Il viso livido, pieno di graffi, lividi e sangue rappreso. Lo zigomo giallastro e a tratti viola, l'occhio gonfio che a malapena mostra il colore sgargiante dell'iride. Il labbro spaccato e uno strano sorriso sulle labbra, un sorriso malinconico, un sorriso che di bello non ha niente, un sorriso con le fossette nascoste da un graffio, un sorriso che provoca un buco nel mio petto.

-"Dio Harry cosa ti è successo?" faccio per posare una mano sulla sua guancia, spostandola di diversi centimetri per l'indecisione di dove posarla senza fargli male, ma lui si allontana facendo cadere il sorriso e mostrandomelo da più lontano.

-"Sei stato tu non te lo ricordi?" sussurra con la voce tremante e mi ritrovo a tremare anche io, non posso essere stato io, non sono stato io. Non è possibile, non gli avrei mai fatto nulla del genere, non a lui, no. Scuoto la testa mentre delle lacrime si formano agli angoli degli occhi, mentre la testa inizia a girare.

-"Non sono stato io, io..." mi interrompe mentre con le mani inizia a togliere la sciarpa, passandola da una mano all'altra, sfilandola poi dalla testa e districandola dai ricci, la toglie per mostrare il collo una volta candido. Il collo una volta candido e adesso ricoperto di lividi, segni di polpastrelli appena sotto la mandibola e segni di mani, le mie mani.

-"Sei stato tu, tu mi hai fatto questo." parla con una calma estenuante mentre lo scollo del maglione continua a mostrare i segni violacei e io mi costringo a togliere lo sguardo, spostandolo sul suo volto, ma anche quello mi fa stringere gli occhi.

-"No, io non ti farei mai del male" mi prendo la testa tra le mani mentre adesso è lui quello che si avvicina cercando un contatto.

-"Eppure l'hai fatto, apri gli occhi Louis, guarda cosa mi hai fatto." la voce dolce mi fa accapponare la pelle, mentre le sue mani raggiungono le mie braccia, strette attorno al petto. "Avanti, apri gli occhi" sussurra e appena lo faccio me ne pento, trovandomelo a due spanne di distanza, mentre il taglio sopra l'occhio inizia a perdere del sangue.

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