20.oh io non scoperò con te.

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Essere sotto libertà vigilata è più stressante di quanto pensassi, è stressante. Non ti senti libero di fare nulla, neanche quando sei a casa tua, ogni tua mossa sembra controllata, qualunque cosa tu faccia sembra essere sotto esame e non ti senti mai libero. Non senti la leggerezza che si impadronisce di te quando sei con la tua famiglia, non senti i benefici di un bagno caldo, non riesci a non pensare a come sarebbe se fosse andato tutto in modo diverso. Sei a casa tua si, sei con la tua famiglia in un ambiente non estraneo, ma è tutto diverso. Non ti godi il momento per la sola paura di essere strappato via da questa realtà da un momento all'altro.

-"Louis! C'è il signor Styles alla porta." già... il signor Styles, questo riccio che è da ormai quasi una settimana che fa tappa fissa a casa mia. Una settimana che mi porta un giorno si e uno no il caffè, una settimana che mi fa sentire meno estraneo. Infilo la felpa attento a non strozzarmi e poi scendo le scale, sperando di non scivolare avendo solo i calzini ai piedi.

-"Boo!" appena metto piede in corridoio Daisy mi corre in braccio e io la afferro, attento a non far cadere entrambi. Me la poso su un braccio mentre con l'altro la tengo dalla schiena.

-"Che c'è peste?" domando mentre le infilo una ciocca dietro al piccolo orecchio e sposto lo sguardo verso la porta. La vedo chiusa e nessuno sembra essere nei paraggi, quindi presumo Lottie abbia fatto accomodare Harry. Mi dirigo anche io verso l'andito mentre la piccola continua a giocare con una mano tra i miei capelli, ogni tanto mi tira qualche ciocca ma faccio finta di niente.

-"Vieni a giocare con noi?" mi chiede e mi sorride abbassando però subito gli occhi sul mio collo, fa tanto la timida persino con me, entro in cucina con ancora Daisy tra le braccia e non posso non notare il sorriso di Harry che rivolge sia a me che alla piccola. E' così raggiante che mi dispiace quasi non ricambiare con un sorriso altrettanto luminoso, mi limito a regalargli il meglio di cui sono provvisto.

-"Bimba io ora non posso proprio, ma sono sicura che potrai giocare con Phoebe." le dico e la poso a terra, mi passo una mano tra i capelli mentre la sento tirare il pantalone della mia tuta, sospiro mentre piego di poco le ginocchia.

-"Dai, ti prego Boo." rivolgo lo sguardo verso di lei e la vedo mentre mi guarda facendo il labbruccio, le infilo una mano tra le ciocche castane e le accarezzo la tesa, pettinandole i capelli con le dita.

-"Amore andiamo, quando torno." alzo lo sguardo cercando l'aiuto di Lottie che a quanto pare è troppo impegnata a preparare del tea e neanche provo a girarmi verso Harry. Sento che la piccola continua a tirare il mio pantalone, solo che l'ultimo strattone lo da troppo forte, tanto che la stoffa scivola oltre l'osso del mio bacino e mi ritrovo con metà coscia scoperta e il lembo del boxer neri in bella vista.

-"Daisy!" urlo e mi tiro su la parte della tuta scesa, accendendomi subito in volto, pronto a fare una strigliata bella potente alla peste che mi guarda indispettita e anche un po' timorosa.

-"Credo che la colpa sia mia."  la tensione viene rotta dalla voce di Harry che fa distrarre l'attenzione di Daisy da me e la mia dalla piccola che mi ha fatto fare una figuraccia. Alzo la testa verso l'avvocato che inizialmente mi rivolge un sorrisetto sghembo ma poi guarda direttamente la piccola, che timida si sta nascondendo con scarsi risultati dietro la gamba dello sgabello.

-"Ho bisogno di tuo fratello per un paio d'ore, ma ti prometto che quando tornerà giocherà con voi." il riccio rivolge un occhiolino a Daisy che lo guarda ancora corrucciata e dondolandosi sui talloni, imbarazzata. Mi permetto di passare lo sguardo su Harry che sorride adesso verso la bambina, mostrando le fossette e spargendo negli occhi una scintilla che fa addolcire i lineamenti duri del viso.

-"Giocherà alle principesse?" domanda e io non posso fare a meno di sgranare gli occhi e girarmi verso la piccola che guarda speranzosa Harry. Vedo come Daisy sia ormai rapita dallo sguardo del riccio, mi volto allora verso quest'ultimo speranzoso in una mano e lo supplico scuotendo di poco la testa, soprattutto quando il suo sguardo incontra il mio. L' ultima volta che ho giocato a questo gioco ho dovuto fare una doccia di quasi un'ora per togliermi tutto quel trucco alla faccia.

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