48.Scommetto che farebbe questo giro un'altra volta pur di farlo insieme a te.

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-"Non voglio farlo" inchiodo i piedi a terra arrivati in questo momento davanti all'aeroporto. Un edificio di vetrate, ho avuto quasi venti minuti di taxi per rimuginare sulla mia scelta e mi pento di essermi fatto convincere dal riccio. Non ho intenzione di morire in volo, non adesso che ho trovato il mio posto felice affianco a una persona che mi ama. Non sono pronto, no per niente.

-"Andrà tutto bene, te lo prometto andiamo" Harry se la prende con calma nel posare a terra il borsone e girarsi verso di me, io con ancora lo sguardo sull'edificio mentre lui mi afferra le spalle cercando di far congiungere i nostri occhi.

-"Ti fidi di me?" domanda sorridendo e posando l'indice sulla mia fronte, cercando di dispiegare le rughe che il mio broncio ha formato.

-"Non mi fido di quegli aggeggi volanti, è quello il problema." sbuffo e lui mi afferra le guance prima di lasciarmi un bacio a fior di labbra e riprendere il borsone subito dopo.

-"Andiamo, dai" mi porge la mano e io la afferro, prendendo un enorme respiro prima di entrare insieme.

***

-"Come stai?" mi accorgo forse un secondo troppo tardi del fatto che Harry mi ha posto la domanda, ero troppo impegnato a guardare fuori dal finestrino. Guardando il piccolo camion che sposta i bagagli e soffermandomi svariate volte sull'ala dell'aereo da dove spunta uno dei motori.

-"Ti amo" mi giro verso di lui guardandolo con gli occhi terrorizzati.

-"Non moriremo oggi Louis, devi tranquillizzarti piccolo." ha ancora la mia mano stretta tra la sua e con il pollice mi accarezza il dorso, lui rilassato contro il sedile i capelli sciolti sulle spalle e una camicia azzurra sulle spalle. Io teso come una corda di violino, ho i capelli crespi e scompigliati mentre indosso una semplice maglietta di cotone per evitare di sudare, visto che l'ansia sta già iniziando a fare il suo percorso.

-"Comunque ti amo anche io" si sporge per darmi un bacio, lo apprezzo se non fosse per il balzo che faccio quando un fischio parte dagli altoparlanti dell'aereo.

"Si avvisa i gentili passeggeri che l'aereo sta per decollare, siete pregati di allacciare le cinture e spegnere ogni dispositivo cellulare. Buon viaggio" Harry si sistema la sua cintura, mentre io infilo la mia e intanto un'hostess dai capelli biondi raccolti in uno chignon ordinato passa, controllando.

-"Adesso che siamo praticamente in dirittura d'arrivo puoi dirmi perché andiamo a New York? Se volevamo fare una vacanza potevamo scegliere un posto con magari più spiagge e meno grattacieli." sospiro e intanto mi impegno nel concentrarmi su tutto tranne che sul fatto che stiamo per staccare i fottuti piedi da terra per volare a undicimila metri d'altezza.

Aspetta un minuto quasi, per rispondermi e mentre l'aereo prende quota, stringendomi la mano si gira verso di me.
-"Andiamo a trovare mia sorella" per poco non batto la testa contro il muro alla mia destra quando mi giro anche io di scatto, guardandolo male.

-"Noi faremo cosa? E quando avevi intenzione di dirmelo?" sbotto, perché insomma conoscerò un membro della sua famiglia. Sua sorella, la così non poi tanto sconosciuta, Gemma Styles. Harry mi ha parlato tanto di lei, della sua passione per i gatti e per le commedie. Me l'ha raccontata, ha raccontato delle cose che hanno passato insieme, dagli aneddoti imbarazzanti a quelli divertenti. Mi ha fatto capire che ci tiene e se dovessi fare una brutta figura? E se non gli piacessi? Sono un tale disastro, non so come ho fatto a far innamorare Harry non sono sicuro di esserne capace con sua sorella.

-"Perché sapevo che ti saresti applicato come stai facendo ora." si gira verso di me con tutto il busto, posando il gomito sul bracciolo che divide le nostre due sedute e posando poi il mento sul palmo della mano, facendo cadere delle ciocche sul viso. Sembra un bambino, con i lineamenti dolci anche se segnati e i muscoli rilassati, fatico a credere che questo Harry sia lo stesso che ho visto per la prima volta ormai quasi un anno fa in tribunale.

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