21.non ti piace sentire la verità?

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Ho le labbra intorpidite, mi formicolano talmente forte che non le sento quasi più. Mi sento in un vortice di emozioni, tutte talmente forti che la testa mi gira per una manciata di secondi. Harry continua a darmi le spalle, mentre io rimango fermo nel punto in cui mi ha spinto per allontanarmi da lui. Penso che questo abbia fatto più male di uno schiaffo, a quanto pare non avevo sentito cosa aveva da dirmi dopo.

-"Harry..." provo a parlare con ancora il cuore in gola e con la pelle che ancora formicola dove é passato il suo tocco, provo a addolcire la mia voce che esce solo più roca e graffiata.

-"No." constata e non replica altro, la voce ferma e sicura mentre continua a darmi le spalle. Lo fisso e a un certo punto si muove, ad un certo punto si alza, smette di rimanere appoggiato al piano di vetro e con una lentezza quasi disarmante si gira.
Mi guarda alzando la testa e quando i miei occhi incontrano i suoi potrei aver sentito qualcosa rompersi dentro di me. Gli occhi completamente velati dalla noncuranza, completamente sopraffatti da un'indifferenza che mi fa accapponare la pelle. Uno sguardo così neutro che arriva a perforare un pezzo della mia anima, un pezzo che era stato reso vulnerabile dal contatto delle nostre labbra.

-"Niall ti riporterà a casa, penso che per oggi abbiamo finito." con questo arriva il colpo di grazia. Sorrido in modo quasi isterico quando noto che fa sul serio, perché afferra il telefono fisso da sopra la scrivania e preme un bottone che rilascia solo un fastidioso fischio.

-"Cosa? No!" esclamo e in un momento riesco a tirare via dalle dita affusolate il mezzo di comunicazione che poi mi porto al petto, facendo allontanare l'avvocato.

-"Louis per favore." mi fissa trovando il coraggio di sorreggere il mio sguardo deluso, il mio sguardo pieno di rammarico nei suoi confronti.

-"Per favore un cazzo Harry! Cosa è successo?! Eh?! Ci siamo baciati e allora?" inizio a perdere le staffe facendo cadere il ciuffo davanti agli occhi e alzando le braccia al cielo. Sto pregando il cielo di non farmi sentire male, di non darmi la bastonata del rifiuto, non quando sono riuscito ad aprirmi con qualcun altro dopo tutto.

-"Cosa... cosa succede?! Succede che tutto questo è dannatamente sbagliato e lo sai meglio di me!" mi sbraita conto guardandomi con le guance arrossate come le labbra, sopraffatte dalla forza del bacio di nemmeno cinque minuti fa.
-"Lo volevi tanto quanto me! Cosa c'è di così sbagliato!?" provo ad abbassare la voce mentre stringo i pugni sentendo la rabbia affluire fino alla punta dei cappelli. La mia voce, carica di frustrazione e anche delusione, esce dalla gola senza intoppi, mentre sento le orecchie fischiare.

-"Non c'entra il fatto che lo volessi o meno! Come puoi non capirlo!? Sono il tuo avvocato e non va bene." si gira e inizia a vagare per la stanza, girando a destra e a manca, facendo uscire respiri pesanti.

-"Non sei solo il mio avvocato e ormai a questa conclusione ci siamo arrivati entrambi. Se tu fossi solo il mio avvocato non verresti ogni giorno a casa mia, non mi porteresti il caffè nero con caramello come piace a me. Se fossi solo il mio avvocato non sapresti nemmeno come mi piace il caffè! La conclusione è che non sei solo il mio avvocato Harry." si volta verso di me tenendo lo sguardo basso e guardandomi da dietro le lunga ciglia scure.

-"Smettila." sussurra mentre si passa per l'ennesima volta la mano tra i capelli. Fa un passo verso di me e nella stanza tutto sembra volersi fermare. La voce calma di Harry suona come un intimazione, come una minaccia mentre non stacca gli occhi da me per nemmeno un secondo.

-"Cosa? Non ti piace sentire la verità? Harry prima lo ammetterai a te stesso, meglio sarà. Sei diventato qualcosa per me come io lo sono diventato per te, una quotidianità. Una costanza. Una boccata d'aria fresca, chiamala come cazzo ti pare, ma sai che ho ragione. Quindi smettila-" non mi lascia finire il mio discorso perché mi interrompe, puntando il dito e stringendo le altre dita con prepotenza in un pugno.

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