Cominciamo bene!

Capitolo 12

Sabato, 27 settembre

Kuroo

La musica aumenta di volume mentre attraverso la pista per raggiungere Kenma.

Si è spostato. È andato a rifugiarsi in un lato della palestra desolato al buio, tiene fra le mani la console.

Lo guardo qualche secondo dall'alto prima di sedermi di fianco a lui.

"Hey Kenma"

Non gira lo sguardo verso di me, lo tiene dritto fissato sullo schermo, aspetta la fine del round per creare un contatto visivo.

Kenma - Kuroo, perché sei qui? -

Diretto il micetto.

Sospira dopo aver detto il mio nome, come se lo stancassi.

Non è vero, so che non è vero. Mi adora in fondo.

In effetti però, come gli rispondo ora?

"Gattino, ti va di ballare?"

I suoi occhi passano da me allo schermo, le iridi chiare si riflettono sul vetro.

- Io non ballo. - Dichiara come se fosse ovvio.

L'avevo detto a Bokuto? Sì, ovvio. Lo sapevo che non ballava ma ho comunque dato retta a un suo consiglio idiota.

Allungo il collo, guardo lo schermo insieme a lui.

"Che gioco è?"

Mi risponde con un farfuglio di parole, è talmente concentrato a superare il livello da non calcolarmi.

Appena lo supera blocca un attimo le dita, mi guarda ancora.

- Hai intenzione di rimanere qui ancora per molto? -

"Sì, un po' di compagnia non ti fa male. Sei molto evasivo gattino. "

Sbuffa, ricomincia a schiacciare i tasti.

- Mi piace la calma, la quiete, direi che in una festa non credo possa trovarla. Tu sei sbucato dal nulla e mi fai domande, sembri un maniaco. -

Espongo una smorfia, mi sento offeso.

"Un maniaco? Kenma! Almeno aggiungici bellissimo. "

Ridacchia sta volta, non sbuffa.

- Un maniaco bellissimo, contento ora? -

Annuisco. "Molto anche."

Sorrido mentre lo guardo.

Non parliamo più, l'unico rumore che si sente ora è la musica medio-alta e il vociferare della gente. Rimaniamo così per minuti, fin quando lo schermo della console non diventa nero.

- Cazzo. -

Impreca, sistema il gioco in una delle tasche.

"Micetto attento al linguaggio"