Capitolo 25

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1 novembre, (giuro che è l'ultimo)

[La sera]

Kenma

Kuroo ha bisogno di attenzioni.

E non poche. Tante.

Mi ero messo a fargli i grattini sulla testa, mentre guardavamo code geass. Non ho più potuto staccare la mano. Altrimenti si girava verso di me e cominciava a strusciarsi sul mio corpo.

Vedendolo ridevo. Kuroo è affettuoso e non poco.

A cena, ha chiamato un ristorante d'asporto. Abbiamo preso patatine, due spiedini di frutta e un panino.

L'ho imboccato io sta volta. Volevo, non mi sembra giusto che sia sempre lui a occuparsi di me.

Quando gli ho messo la patatina fritta davanti alla bocca il suo sorriso ha cominciato a brillare.

Non brillava veramente, ma sembrava che emanasse luce.

Sono steso sul letto. Kuroo è in bagno, non so che fare.

Di solito uso la mia console, ma qualcuno non mi ha lasciato il tempo per prenderla.

Quindi mentre l'aspetto, decido di alzarmi e vedere il panorama fuori dalla finestra.

Scosto le tende, la prima cosa che vedo sono i lampioni che illuminano la strada, si riesce anche a intravedere l'inizio del dormitorio.

Quando Shoyo scoprirà che non starò più in camera con loro ci rimarrà malissimo.

Forse posso stare nel dormitorio alcune sere.

Smetto di pensare quando sento due mani sui miei fianchi, alzo la testa, i miei occhi scontrano quelli di Kuroo.

- Già ti mancano? -

"Un po'. Magari alcune volte posso dormire con loro. Non ci rimani male, vero?"

Strofina il naso sul mio, nega con la testa.

- Non ti costringo a stare sempre con me micetto. Puoi stare anche con i tuoi amici. Ma, voglio una scorta di baci. -

Arrossisco, il mio corpo viene sbattuto contro il muro, le mie labbra vanno a contatto con le sue.

Per quanto mi piaccia la situazione, lui mi sta mangiando la bocca. E io ho bisogno d'aria.

Agito un poco la testa staccandomi. Da parte sua ricevo un sorriso malizioso.

- Duri così poco micetto? -

Non gli rispondo, continuo a fare dei respiri profondi.

Scuote la testa divertito, mi prende dalle cosce e mi porta in camera.

Mi stende e sistema le coperte coprendomi fino al petto.

"Tu?"

- Io sul divano. -

Come?

Perché?

No, io lo voglio qui. Qui vicino.

Ma per andarsene ma gli prendo una mano.

"Stai...on..."

Mi mangio le parole

- Ken, puoi ripetere? Non ho capito.  -

"...co...me"

Scuote la testa. Una sua mano mi sistema una ciocca dietro i capelli.

"Stai con me."

Rimane paralizzato. Le sue mani alzano un angolo delle coperte e si mette in parte a me.

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