Capitolo 42

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23 novembre, lunedì.

Lev

Sono agitato.

Agitatissimo.

Tanto agitato.

Anche nervoso.

Nervosissimo.

Agitato e nervoso sono sinonimi per caso?

Non lo so, non me lo ricordo, e non mi sale in mente.

Respiro, cerco di togliere tutto questo dalla testa.

Ho una gara, gara importantissima.

Super mega iper importante.

Un gara di corsa.

Mi sono allenato, e sono al 50% sicuro di vincere.

Certo resta sempre quel altro 50% ma non contiamolo.

E vorrei... Che qualcuno in particolare venga a vedermi.

Ma non l'ho informato.

Sono un genio? No per niente.

Sbuffo preparando la borsa con tutto il necessario.

Kuroo - Te lo chiedo solo perché sei imbronciato da tutto il giorno. Che succede? -

Alleluia, aspettavo che qualcuno me lo chiedesse dall'inizio della giornata!

"In breve, sono un idiota."

Alza un sopracciglio.

-Te lo dici da solo. Grave. -

Infilo le scarpe in una scatola e la metto in borsa, chiudo la cerniera e la inserisco sotto il letto.

Io mi ci sdraio sopra, sul letto intendo, non sulla borsa.

"Possiamo dire di sì."

Chiude il libro di chimica, a quanto pare stava studiando, e si alza in piedi appoggiando il sedere sul tavolo.

- Teso per la gara? -

Sì un po'.

Un po' tanto.

Sono nervosissimo.

Annuisco come risposta, alzo gli occhi e guardo il soffitto.

- Andrai bene. Ti ho visto correre sei veloce. In quale posizione devi qualificati? -

Ci penso su, mi sono scordato pure quello.

"Tra i primi 15".

-Quanti siete? -

Ci metto qualche secondo a rispondere.

"Mille. O mille e cento. Non me lo ricordo bene."

Strabuzza per un attimo gli occhi.

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