Capitolo 31

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7 novembre, sabato.

Akaashi

Mi sveglio, sentendo qualcuno bussare alla porta.

Guardo la sveglia, segna le 2:37 del mattino.

Osamu, l'unico compagno di stanza che c'è, impreca.

È un dormiglione non bisogna mai disturbarlo mentre dorme.

L'unico che se le cavata per adesso è Suna.

Si sente ancora qualcuno bussare alla porta.

Ma chi è che rompe alle due del mattino?

Perché ho l'impressione di sapere chi sia?

Mi alzo dal letto, so che Osamu non lo farebbe nemmeno se esplodesse una bomba, e vado ad aprire alla porta.

Lentamente la apro di poco, di 30° formando un angolo acuto, solo per vedere chi sia.

E a guardarmi sono due grandi occhi gialli, che appartengono a un ragazzo alto con i capelli grigi però abbassati e non sparati in aria come sempre.

Sorrido appena, solo perché è lui e non voglio che pensi che mi dia fastidio, anche se bussare in piena notte alla porta della mia camera non è una cosa piacevole.

"Kotaro, tutto bene?"

Anche se sono ancora rintontito dal risveglio improvviso, vedo che i suoi occhi sono lucidi.

Non mi sfugge nemmeno il continuo sfregamento delle sue dita fra di loro.

Lui mi sorride, ma fa di no con la testa.

Apro ancora un po' la porta, per farlo entrare.

Lui si getta su di me, la fronte sulla mia spalle e le sue mani che vanno dietro la mia schiena.

Sobbalzo, poco, non da scansarlo solo che non me l'aspettavo.

Un mio braccio si appoggia delicatamente sulla sua schiena, una mano si infila fra i suoi capelli, accarezzo la testa a piano.

Mugugna, la sua presa si fa un pochino più forte.

Bokuto - posso dormire con te? -

Spalanco gli occhi. Ho sentito bene?

O sono io che sto sognando tutto?

Allontana la faccia dalla mia spalla e al pari livello della mia.

Bokuto - ti prego... -

Mi supplica, una fitta al cuore mi travolge, è triste.

Vedo formarsi una piccola lacrima sul suo occhio sinistro.

Non piangere Bokuto, rendi triste anche me così.

Indietreggio portando il suo corpo con me, chiudo la porta e mi stendo sul mio letto.

Do due pacche sul materasso, Kotaro capisce e si affianca subito vicino a me.

Non ci stiamo.

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