Capitolo 35

557 36 256
                                        

Domenica 8.

Yamaguchi

È tutta colpa mia credo, ho fatto arrabbiare Tsukki.

L'ho infastidito.

Non vado spesso in camera sua, nemmeno lui in camera mia.

È una relazione strana la nostra.

Non ci baciamo spesso come Hinata e il suo ragazzo.

Non stiamo tutto il giorno a coccolarci come Kenma e Kuroo.

O non ci prendiamo per il culo come fa Yaku con Lev.

Insomma, stiamo insieme.

A Tsukki non piace il contatto fisico, quindi cerco in tutti i modi di trattenermi per non abbracciarlo più del dovuto.

Se siamo insieme leggiamo, principalmente.

Kei dice che la mia voce mi rispecchia, è molto insicura alcune volte, cristallina e pura.

Pura perché non dico quasi mai le parolacce, alcune volte mi chiama angioletto.

Però ultimamente... Non mi vuole.

Adesso Kei è ossessionato dalle sue cuffie bianche. Ascolta musica tutto il giorno.

Passa l'intera giornata con quelle.

Anche se qualche tempo fa mi ha chiesto di stare un po' con lui. Ho accettato subito, quando mai me lo propone lui? Soprattutto a parole.

Però quel giorno si moriva di freddo, abbiamo trascorso le ore sotto le coperte del suo letto.

Mi devo lamentare di un fatto, è più comodo del mio.

Non è giusto, voglio anch'io un materasso così morbido.

Riassumendo questo discorso, intendo che mi sento un po' trascurato, diciamo.

Sì, mi sento ignorato.

Vorrei... Più attenzioni.

Magari un buongiorno, anche solo per messaggio. Io lo faccio sempre, mi risponde con "ok."

Che razza di risposta è?

Rispondimi con  "giorno" oppure "ben svegliato." può anche sfottermi tipo, "Alla buon'ora!".

Sta mattina, sono sceso dal letto coraggioso. Dopo circa tre paranoie mentali che sono durate un'ora e mezza ho bussato alla sua porta.

Mi ha aperto, ha mezzo sorriso ed è tornato sul suo letto lasciando la porta aperta.

Già lì panico, dovevo entrare? Non dovevo?

Risposta, sono entrato. Lasciando aperta la porta, non si sa mai che mi diceva di andarmene.

Nella stanza non c'era nessuno, in effetti i suoi compagni sono sempre fuori.

Mi siedo a gambe incrociate in fondo al suo letto.

Idossava già le cuffie, ascoltava una canzone mentre teneva gli occhi chiusi.

Cominciamo bene!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora