part 9

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Ma com'è entrato? << Ti ho sentita gridare mentre facevo un giro per il campus e sono entrato a vedere che succedeva>> mi dice lui in maniera preoccupata.
<<Come sei entrato?>> chiedo in tono ancora stravolto e anche un po' nervoso.
<<Con le chiavi sotto il tappettino, non le hai lasciate tu?>> mi domanda lui, convinto che le chiavi che erano sotto il tappettino erano le mie. Non capisco, le mie sono il borsa, ho visto Marlene afferrare le chiavi prima di andarsene, ma due più due fa quattro. Sono sicuramente le chiavi di David che aveva preso Vinnie per entrare. Merda.
<<Ah, si sono le chiavi di Marlene, le ha lasciate lì per sicurezza>> Rispondo io balbettando. << Ah okay, ma perchè stavi urlando? ti senti bene? vuoi che parliamo, se vuoi rimango con te.>> mi dice lui speranzoso.
<<Ci conosciamo da una settimana cazzo basta, esci, voglio stare da sola, sono rimasta qui per stare da sola e lo sapevi, allora perchè mi cerchi sempre? Ti conosco da una fottuta settimana cazzo ,come posso fidarmi di te?>> Inizio a strillare completamente fuori di me, e lui mi guarda con una faccia delusa ed esce.
Mi rinfilo sotto le coperte, cerco di ricordare, e alla fine capisco che avevo fatto un sogno orribile, dove mio padre era in macchina con mia mamma durante il suo incidente. Mia madre è morta quando avevo 4 anni in un incidente con la macchina. Perse il controllo durante la guida e cadde in un fosso. Mio padre è stato malissimo e non credo si sia ancora ripreso. Ogni giorno spero che non gli capiti nulla di pericoloso.
Non riesco a prendere sonno, ho la costante ansia che succeda qualcosa a mio padre, e non riesco a smettere di pensare a come ho trattato Steve, ma come ho già detto, non riesco a fidarmi. Se le superiori sono così complicate nell'ambito sociale, non oso immaginare il college.
Si sono fatte le 5:00 e non riuscendo ancora a prendere sonno, mi infilo una felpa, e con i miei adorati pantaloni del piagiama a scacchi, esco dalla mia stanza. Non mi viene nemmeno da piangere, e appena esco fuori, nel giardino del campus, mi siedo su una panchina e mi accendo una sigaretta, riesco a vedere l'alba, e qui è magnifica. Mi infilo le cuffiette e faccio partire 505 degli arctic monkeys, amo questa canzone. Passano venti minuti ma comunque rimango fuori, mi sento in pace e poi qui a LA non fa nemmeno molto freddo. Alzo lo sguardo dal mio telefono, e vedo una figura in penombra, è alta, ha i capelli mossi, indossa una felpa larga e anche dei jeans cargo larghi. È ovviamente Vinnie. Si avvicina con un aria innocente verso di me, è cosí bello che mi perdo a guardarlo, solo dopo mi accorgo averlo di fronte.
<<Vieni.>> mi dice lui, non è una domanda, è un obbligo, è sicuro di sè ed è sicuro che io andró con lui, cosa che probabilmente faró.
<<Non penso sia il caso>> Rispondo sottovoce io. Cazzo, è troppo bello. Riesco a vederlo serrare i denti dalla sua mascella che si stringe.Dal suo collo decorato con varie collane, riesco a vedere i suoi nervi risaltarsi per la tensione che c'è tra di noi.
<<Vieni. Te lo ridico solo una volta. Non voglio sentire altro.>> mi dice lui, sempre con lo stesso tono di prima, ma un po' più preoccupato del fatto che potrei dire di no. Ma cosa vuole? Forse dovrei ascoltarlo, magari ha veramente qualcosa da dirmi come quando eravamo in camera mia. Mi alzo, e mi metto davanti a lui, sono nettamente più bassa, io personalmente per essere una ragazza sono alta, ma comunque tra noi ci sono pur sempre 10 cm di differenza, arrivo sotto il suo mento, e vedo segnarsi un piccolo sorriso accennato sulle sue labbra. Si gira e mi fa cenno di seguirlo, saliamo nella sua macchina e inizia a metterla in moto.
<<Dove stiamo andando?>> chiedo io, cercando di risultare acida, ma in realtà sembro una bambina spaventata.
<<Tranquilla, non voglio rapirti>> Mi dice lui senza distogliere lo sguardo dalla strada, e mentre stringe in volante posso notare ancora di più le sue fantastiche mani, con uno smalto bianco sulle unghie e piene
di anelli.
<<Siamo arrivati.>> mi dice finalmente guardandomi in faccia. Scende dalla macchina e mi viene ad aprire la portiera, mossa gentile Vinnie. Mi guardo in torno e siamo in una strada che non conosco, dispersa.
<<Seguimi.>> mi sussurra nuovamente sotto voce. Lo seguo e dopo 5 minuti di totale silenzio siamo ad un fottuto skate park? Mi prende in giro? Con tutti posti belli a los angeles siamo ad uno skate park? e non al Venice skate park, in uno disperso, vuoto, sporco e rovinato. Lo continuo a seguire e finalmente ci sediamo. Sono le sei, e il cielo è fantastico, almeno questo.
<<Cosa cazzo vuoi Vinnie?>> domando incazzata. Mi sta facendo diventare pazza, ma che vuole da me?
<<Niente, mi andava di farmi un giro, e visto che eri lì ho pensato di chiamarti.>> Mi risponde lui ancora più stronzo di me, cercando di farmi capire che non l'ha fatta apposta e che era tutto casuale.
<<Davvero?>> chiedo io alzando le sopracciglia, con uno sguardo di sfida.
<<No, non è vero. Mi andava di stare con te>> Mi sussurra lui. O mio Dio. Questa è la conferma che è pazzo. Che non sa cosa vuole da me, e poi cazzo, sono in pigiama.

ciaoo! grazie mille per le 145 letture, più tardi pubblicheró altro❤️

il mio punto deboleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora