Capitolo 27

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Sento che qualcuno mi sta lasciando dei baci abbastanza umidi sulla mascella e sul collo, così apro gli occhi e mi ritrovo accanto Lele "Buongiorno piccolo, scusa se ti ho svegliato" mi stropiccio gli occhi e forzo un sorriso "Non mi hai svegliato tu"gli dico poi sbadigliando, e lui mi abbraccia stringendomi forte al suo petto.

Rimaniamo in quella posizione per un po', finché il mio telefono squilla ed io sono costretto a staccarmi da lui.
Sbuffo sonoramente, ma appena leggo il nome del regista subito prendo un bel respiro e rispondo "buongiorno tancredi. Possiamo vederci tra un'ora al bar vicino al Colosseo?" Annuisco, ma quando Lele mima con le labbra un "Non può vederti" mi sbatto la mano in fronte "Certo. Ci vediamo tra un'ora" lo saluto e poi attacco, mentre Lele mi guarda e scoppia a ridere.

Mi copro il viso con le mani e abbasso la testa "Sono un idiota vero?" Si avvicina a me e mi accarezza entrambe le guance "Sei solo emozionato piccolo, è comprensibile"annuisco mentre mi accoglie tra le sue braccia, per poi lasciarmi un bacio sotto l'orecchio "Che ti ha detto il regista?" A quella domanda sussulto e scatto in piedi "Mi devo vestire. Devo andare, è tardi. Troppo tardi" mi avvicino alla valigia e comincio ad afferrare dei vestiti "Ma ti sembra modo?" Con ancora una camicia in mano mi volto nella sua direzione, e lo trovo con il viso nero dalla rabbia "Che c'è Lele?" Sbuffa sonoramente e si avvicina alla sua valigia "Devi andare no? Che ci fai ancora qui? Sparisci" cerco di avvicinarmi a lui, ma mi scansa, forse un po' troppo forte, ed io sbatto con la schiena contro l'armadio facendomi un bel po' male "Senti vaffanculo" gli dico passandomi una mano sul punto dolorante, per poi superarlo ed entrare in bagno chiudendomi la porta alle spalle.

Non ho idea di cosa gli sia preso. Due minuti prima mi dice di essere fiero di me, e due minuti dopo mi spinge contro l'armadio.
Ma che ti passa per la testa Emanuele?
Ho fatto qualcosa di sbagliato?
E se avessi detto qualcosa di poco carino?

Tra un pensiero e l'altro finisco di vestirmi, e mi guardo allo specchio "Coraggio Tanc" dico a me stesso, mentre con la mano mi sistemo i capelli.

Appena esco fuori dal bagno lo trovo steso sul letto, mentre stringe un cuscino tra le braccia.
Decido di non dirgli nulla e mi avvicino di nuovo alla valigia, per afferrare gli occhiali ed uscire dalla stanza.

Chiamo un taxi, e appena arriva salto su per poi afferrare il mio cellulare ed aprire TikTok. Subito mi compaiono dei video di Martina, seguiti da alcuni video di Cecia e altri ancora di Zoe.
Il taxi si ferma e, dopo aver pagato il tassista, entro nel bar e mi siedo ad un tavolo aspettando che Francesco arrivi.
Il mio telefono vibra segnando un messaggio da parte di mia sorella Clarissa:

"Sei ancora vivo? Non ti sento da un botto"

Sorrido a quel messaggio e digito un veloce "Adesso sono impegnato. Poi ti spiego" ripongo il telefono in tasca, e quando sollevo lo sguardo mi trovo davanti il mio regista, che subito mi porge la mano "Come va Tancredi?" Fingo un sorriso e gli dico che va tutto bene, anche se in realtà nella mia testa non fa altro che rimbombare la voce di Lele.

Francesco ordina due caffè e dopo aver bevuto il suo mi guarda "ti starai chiedendo come mai ti ho chiesto di vederci" annuisco e lui riprende il suo discorso "Beh, il mese prossimo il film sarà disponibile in tutti i cinema d'Italia" spalanco gli occhi ed un sorriso sincero si fa strada sul mio volto "Ovviamente la settimana prossima ci sarà anche la sfilata sul red carpet, tante interviste e cose simili. Ti senti pronto?" Annuisco freneticamente e prendo un bel respiro "Sfileremo sul red carpet?" Lui mi sorride "Certo tancredi, puoi portare anche la tua fidanzata con te" a quella parole impallidisco leggermente "Io..non ho una ragazza. Ho un..ragazzo" non l'ho detto davvero.

Sento i suoi occhi scrutarmi, mentre io non smetto di giocare con le mie dita "Puoi portare il tuo ragazzo allora" sollevo lo sguardo nella sua direzione, e lo guardo sbalordito "Non..non é un problema per te?" Scoppia in una leggera risata "Perché dovrebbe esserlo? Stai portando con te una persona che ami, non un assassino" lo ringrazio, e dopo aver parlato per un po' ci salutiamo.

Estremamente felice delle buone notizie ricevute, mi dirigo nuovamente in hotel pronto a parlare con Lele e a capire perché stamattina mi ha trattato in quel modo.

Appena entro in camera però la trovo vuota, ma sul tavolo trovo un bigliettino. Ci metto un po' a leggerlo a causa della mia dislessia ma credo che dica più o meno:
"Sono da mia madre. Scusa se ti ho trattato male stamattina. Ti amo." Rileggo per quattro volte di fila le ultime due parole, perché non credo le abbia scritte davvero, ma dopo aver infilato il bigliettino in tasca mi precipito nuovamente fuori dall'hotel, per poi cominciare a correre verso casa di Antonella.

Quando arrivo a destinazione rimango per un po' sulla porta, incerto su cosa fare.
E se avessi letto male?
Potrebbe non aver scritto "ti amo" potrebbe essere una confusione causata dalla mia dislessia, magari ha semplicemente scritto "ci vediamo" ed io stupido come sono l'ho confuso con "ti amo"

Mi volto per andarmene, ma prima di iniziare a camminare  sento la porta aprirsi alle mie spalle, ed una voce che conosco fin troppo bene mi chiede gentilmente di entrare.
Senza dire nulla faccio come dice, e appena richiude la porta alle nostre spalle fa incontrare i nostri  occhi "Mi dispiace tanc" abbasso lo sguardo sulle sue mani. Sta continuando a tirarsi le dita, segno che è molto nervoso, così gliele afferro e le stringo nelle mie "Non è successo nulla Le." Gli dico guardandolo negli occhi, e pochi istanti dopo mi ritrovo con le sue mani sui miei fianchi, mentre le nostre labbra si muovono insieme lentamente all'unisono.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora