Capitolo 53

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Una forte pioggia ha deciso di abbattersi su Roma, proprio adesso che io e le mie sorelle siamo arrivati in stazione, quindi sono praticamente bloccando qui dentro, e ne approfitto per cambiare l'ora del mio biglietto. Anziché il treno delle otto prenderò quello delle cinque.

Mentre modifico i dati online, sento una mano toccarmi la spalla e subito sussulto "Non toccatemi" dico senza nemmeno guardare di chi sia la mano "Tanc. Perché l'ha fatto?" Mi chiede Berenice a bassa voce, mentre finalmente finisco di sistemare il biglietto online "Perchè sono frocio" le dico freddamente, mentre entrambe si guardano e spalancano le bocche "Che stai dicendo?" Guardo Clarissa e appoggio la mano sulla portiera "Me ne vado. Mi sono rotto il cazzo di farvi schifo" apro lo sportello, ma mia sorella mi ritira dentro e abbassa la sicura "Ma sei coglione o cosa? Seconde te ci fai schifo perchè sei gay?" Mi asciugo del sangue che mi cola dal labbro, e controllo l'ora "Clarissa sono le cinque meno un quarto. Fammi scendere" Berenice mi appoggia una mano alla spalla ed io la fulmino con lo sguardo "Quale parte di non toccatemi non ti è chiara? Fatemi scendere e basta." Mia sorella maggiore sblocca la sicura e mi permette di aprire lo sportello, mentre mille goccioline d'acqua mi bagnano "Non dite nulla alla mamma. Lei stava dalla nonna" sono le ultime parole che dico ad entrambe, prima di voltarmi e dirigermi zoppicando, verso il mio treno.

Appena mi siedo mi sento sprofondare. Ho il corpo che continua a farmi male, mentre il viso continua a sanguinare interrottamente, ma per fortuna col treno che ho preso oggi il viaggio dovrebbe durare solo tre ore, e non sette come la volta scorsa.

Mi appoggio con la testa al sedile, e chiudo gli occhi, riaprendoli poi quando la voce all'altoparlante mi avvisa di essere arrivato a Milano.

Scendo dal treno con qualche difficoltà, e dopo aver chiamato un taxi mi faccio accompagnare a casa mia e dei miei amici, dove sicuramente Lele sarà ancora arrabbiato con me.
Infilo la chiave nella porta e come mi aspettavo li trovo a tavola " Lil, vieni a sederti" mi urla Zoe, ma io fingo di non sentirla e mi dirigo in bagno.
Mi tolgo gli occhiali, il foulard e la felpa e rimango sconvolto da me stesso: Ho il petto distrutto e ricoperto da lividi, entrambi gli occhi neri, il labbro spaccato, le guance piene di segni e sul mio collo sono ben evidenti le mani di mio padre.
Bagno le ferite aperte con l'acqua, ma sussulto e subito dopo gemo dal dolore "Tanche che succede?" Mi chiede Gian da dietro la porta, ed io stringo i denti trattenendo un gemito di dolore "Nulla, bro" cerco di tenere la voce più ferma possibile, ma quando il mio migliore amico mi chiede di aprire la porta rabbrividisco "N-No io..sono in un momento intimo" cerco di giustificarmi, e lui sembra crederci, infatti poco dopo lo sento allontanarsi e  ne approfitto per correre in camera mia e di Lele, per poi infilarmi un paio di pantaloni.

Mi avvicino all'armadio per prendere una felpa, ma il suono della porta che sbatte mi fa sussultare "Non credi di dovermi dare almeno una spiegazione?" Rimango in silenzio,di spalle per non fare incontrare i nostri occhi "In quel bigliettino mi avevi promesso che mi avresti spiegato perché te ne sei andato via in quel modo. Quindi che aspetti? Parla" le sue urla mi fanno venire il mal di testa, così senza nemmeno pensarci mi volto nella sua  direzione, ed il suo sguardo da incazzato passa subito a preoccupato, tanto che subito mi corre incontro e mi afferra delicatamente per le guance "Tancredi..chi ti ha ridotto così?" Mi chiede con gli occhi che gli si fanno lucidi, mentre io scanso delicatamente le sue mani dal mio volto gonfio "Se fossi venuto con me..tu staresti nelle stesse condizioni" faccio fatica a respirare e lui sembra rendersene conto, infatti mi solleva da terra e mi stende sul letto, chiamando poi Zoe, e appena mi vede anche lei spalanca gli occhi abbassandosi leggermente e subito dopo corre nell'altra stanza in cerca di qualcosa.

Prima che Zoe torni, arrivano in stanza anche Gian, Diego e Valerio che subito si precipitano al mio fianco e cominciano a riempirmi di domande "Non ho voglia di raccontarlo" prendo un bel respiro e cerco di sedermi, ma Lele mi afferra delicatamente per i fianchi e mi aiuta "Dimmi che non è stato lui" guardo Gian e abbasso la testa "Invece si" gli altri tre ci guardando confusi, mentre Zoe torna in stanza con un bicchiere d'acqua e un kit di pronto soccorso "levatevi voi" dice spingendo il suo ragazzo e Valerio, per poi sedersi al mio fianco e cominciare a medicarmi ogni livido, ed ogni piccola ferita.

Quando arriva sul collo spalanca la bocca "Lele..Io non so che fare.." il mio ragazzo la fa scansare, e con le dita comincia a ripassare i contorni delle mani di mio padre "Tanche..ti prego..dimmelo" mi sussurra mentre una lacrima gli riga il viso "É stato mio padre Lele. Oggi. Quando ho parlato con te e ti ho detto che ti amo. Lui era lì e ha sentito tutto. Ha dato di matto e adesso eccomi qui"le sue mani continuano a sfiorami il collo, facendomi rabbrividire, ma alleviando anche un po' il dolore "Tu te ne sei andato via in quel modo perché..." "Perché ti amo più di quanto ami me stesso, e non volevo metterti in pericolo" gli spiego zittendolo, mentre i nostri amici rimangono in disparte "Mi dispiace per tutto Tancredi. È solo colpa mia" sollevo leggermente le braccia, e gli porto le mani sulle guance "Dispiace a me di non aver mostrato la tua bellezza al mondo. Sei il mio bene più prezioso Lele. Davvero" mi avvicino per lasciargli un bacio, ma appena le nostre labbra si toccano un'espressione di dolore compare sul mio viso "Zoe passami il disinfettante ed il cotone e per favore lasciateci da soli" tutti i nostri amici fanno come gli chiede, e appena il disinfettante è nelle sue mani comincia a disinfettare le ferite sul mio petto, lasciando un piccolo bacio su ognuna di essa.

"Lele io ti amo"gli dico poi di punto in bianco mentre stringo i pugni per trattenere il dolore "Ti amo anch'io" mi risponde poi, mentre delicatamente mi disinfetta dei tagli che ho sul collo.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora