Capitolo 45

956 62 34
                                    

"Piccolino svegliati" mi sussurra una voce, mentre qualcuno mi lascia dei leggeri baci sulla guancia e sulla fronte "Adesso mi alzo" gli dico poi con voce assonnata, mentre con le mani mi tappo gli occhi, ma lui non demorde. Continua a baciarmi dolcemente, finché non cedo e mi sveglio, guardandolo con un leggero broncio "Perchè non mi hai lasciato dormire?" Gli chiedo poi con tono assonnato, mentre lui mi accarezza una guancia delicatamente "Perché sono le nove Tanc. Abbiamo delle cose da fare" mi gratto la testa e mi metto seduto anch'io "Stai mentendo. Abbiamo l'intera settimana libera" mi sfiora il labbro superiore con un dito e si avvicina a me "Ti sbagli piccolino" sussurra ad un palmo dalla mia bocca, ed io tremo leggermente. Perché mi fa questo effetto?

Rimaniamo in quella posizione, con lui che guarda le mie labbra, ed io che guardo le sue per un bel po di tempo, finché fa sfiorare i nostri nasi "ho una voglia matta di baciarti" appena sento quelle parole un milione di brividi mi percorrono la schiena e lo guardo fisso negli occhi, sussurrando a mia volta un semplice "Fallo" per poi ritrovarmi con la testa schiacciata sulla tastiera del letto, mentre le nostre lingue si incontrano in modo per niente delicato.
Mi appoggia le mani sui fianchi, e comincia a stringerli, mentre io porto le mie tra i suoi capelli afferrando un suo labbro tra i miei denti, per poi stringerlo finché non mi chiede di lasciarlo "Sei un assassino, piccolo" sussurra tenendo la fronte appoggiata alla mia "No. Semplicemente ho un modo tutto mio di dimostrare i miei sentimenti" gli spiego facendo spallucce, per poi scansarlo e mettermi in piedi.

Sollevo la zip della felpa e mi preparo ad uscire dalla camera, ma lui mi afferra una mano e mi fa sedere sulle sue ginocchia "Dove credi di andare piccolino?" Gli stringo il naso tra le dita e alzo le spalle "A fare colazione" gli spiego poi, mentre lui mi abbraccia appoggiando la testa sulla mia spalla "Vestiti e andiamo a farla insieme" annuisco e mi alzo dalle sue gambe, per poi avvicinarmi al armadio e afferrare qualcosa.
Appena entro in bagno mi guardo allo specchio è un dubbio mi assale: È davvero Lele o sto semplicemente delirando?

Finisco di vestirmi in fretta e corro nella stanza accanto, dove lui si sta infilando le scarpe, e appena mi vede si mette in piedi avvicinandosi a me per poi lasciarmi un bacio sulle labbra "Sei davvero tu?" Mi guarda stranito e sorride "Amore sono io. Sono Lele" istintivamente lo abbraccio, e gli stringo le mani intorno al collo.
La paura di stare immaginando tutto, però, continua a farsi strada in me lasciandomi un attimo perplesso.
Mia madre mi ha sempre detto che amare una persona significa anche avere la costante paura di perderla, ed io non ho mai provato questa sensazione prima d'ora. Questo può voler significare solo una cosa:
Io sono innamorato di Lele.

"Tanche, va tutto bene?" Lo guardo e annuisco, per poi stringergli la mano sotto il suo sguardo che mi scruta "Andiamo?" Mi chiede poi, e prima che io possa rispondergli mi trascina verso la porta.
Passando per la cucina notiamo Gian e Diego seduti a tavola intenti a fare colazione " Lele dove vai?" Urla il mio migliore amico mentre io sbuco dietro Lele, lasciandoli confusi appena notano le nostre mani intrecciate "Io e il nano andiamo a fare colazione fuori. Non aspettateci per pranzo" entrambi i nostri amici annuiscono, e lui mi avvolge una mano intorno al collo, trascinandomi fuori di casa.
Appena siamo fuori dalla porta scoppia a ridere "Ti ho chiamato nano e non hai detto nulla" gli pizzico la guancia "Volevi prendermi in giro?" Nega con la testa, ed io gli lascio un bacio all'angolo della bocca.

Dopo aver fatto colazione in un bar vicino casa, mi prende nuovamente per mano e mi tira con se "Dove stiamo andando?" Gli chiedo poi, anche se sono quasi certo che non me lo dirà "È una sorpresa" mi risponde infatti facendomi la linguaccia.
Camminiamo per un bel po, finché ci fermiamo davanti ad un grattacielo "Che ci facciamo qui?" Gli chiedo confuso.
Davvero mi ha fatto camminare così tanto per portarmi su un grattacielo?
"Seguimi" mi dice semplicemente varcando la soglia di quell'enorme palazzo.

Appena siamo dentro una grande insegna bianca richiama la mia attenzione "Ho letto male o lì c'è scritto Mostra d'arte?" Gli chiedo con gli occhi che sberluccicano "Hai letto benissimo piccoletto" senza aspettare altro corro verso la porta d'entrata, e appena vedo i primi quadri esposti spalanco la bocca "Guardali Le. Sono bellissimi!" gli dico in preda all'euforia, mentre lui sorride.

Continuo a trascinarlo da una parte all'altra, come un bambino che entra in un negozio di caramelle. Sono letteralmente felicissimo.
Una voce tuona dall'altoparlante e ci intima di uscire, poiché la mostra sta per chiudere per l'ora di pranzo, così, dopo aver guardato per un altro pò un quadro che ritrae due innamorati che si baciano, gli stringo la mano ed insieme usciamo da lì.

Appena siamo fuori mi volto nella sua direzione e lo abbraccio "Grazie" gli sussurro poi vicino all'orecchio, mentre lui mi accarezza una guancia e mi sorride.

"Ti va il sushi?" Mi chiede poi, mentre mano nella mano camminiamo in giro per Milano, ed io annuisco.
Quando finalmente arriviamo ci sediamo ad un tavolo abbastanza appartato, e ordiniamo il nostro cibo. In attesa che questo arrivi gli afferro la mano e lo guardo negli occhi
"sei proprio bello" mi sorride "Tu lo sei molto di più." A quelle parole arrossisco lievemente, ma lui continua ad accarezzare la mia mano tranquillamente "Ti ho mai detto una cosa?" Sollevo lo sguardo nella sua direzione e lo guardo curioso "Cosa?" Il suo sorriso si espande "Ti amo Tanc" sento un vortice di emozioni dentro la mia pancia.

Sono pronto per dirlo anch'io?
Decido di seguire il cuore, anziché la testa e con le guance leggermente rosse lo guardo negli occhi "Ti amo anch'io Lele"

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora