Capitolo 75

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Noto che si siede al mio fianco, e piano piano si avvicina sempre di più, fino a far incrociare i nostri occhi "Non so da dove iniziare per scusarmi" mi sussurra poi, mentre gli fisso le labbra "Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Gli chiedo incerto sul voler conoscere la risposta "Ho parlato con Diego, ho letto la tua lettera e poi guardando una live di Giulia ho capito che non mentivi"sento il suo respiro caldo a contatto con la pelle del mio viso, e sono costretto a mordermi il labbro inferiore per non fare nulla di quello che sto pensando "Mi dispiace di non averti creduto" gli accarezzo una guancia, e gli sorrido leggermente "Mi basta che tu sía qui"

Dieci secondi dopo aver pronunciato questa frase, mi ritrovo letteralmente disteso sulla sabbia con lui su di me, mentre lentamente ci baciamo.
Istintivamente porto le mani tra i suoi capelli e li stringo con forza, mentre lui mi accarezza i fianchi, e quando sento una sua lacrima bagnarmi la guancia afferro il suo labbro inferiore tra i miei denti "Non hai nulla di cui scusarti. Hai capito?" Gli dico poi, captando il suo senso di colpa inutile, e quando lo vedo abbassare lo sguardo ribalto le posizioni, facendo cadere lui con la schiena a terra, mentre delicatamente mi metto a cavalcioni su di lui "Ascoltami: abbiamo entrambi creduto ad una cosa che non è mai successa, e la tua reazione è stata più che giusta" gli afferro il viso e lo avvicino al mio, guardandolo dritto negli occhi "Ma non avrei dovuto lasciarti da solo. Avrei dovuto ascoltare quello che avevi da dirmi.."mi sussurra, ed io gli sfioro il naso con il mio e gli sorrido leggermente "Sai: potremmo passare il resto della settimana a parlare di cosa avremmo potuto dire o fare, ma ho voglia di stare con te e di amarti come non ho potuto fare in queste due settimane, quindi che ne dici di pensare solo al presente?"mi stringe forte in un abbraccio, e quando appoggio la testa sulla sua spalla tiro un sospiro di sollievo.

Lui è tornato. Noi siamo tornati.
E adesso non lo lascerò mai più.

Rimaniamo lì, abbracciati sulla sabbia in silenzio per circa due ore, scambiandoci ogni tanto qualche bacio e tenendoci le mani come fanno i bambini con il loro primo fidanzatino alle elementari.
Non potrei chiedere di meglio.

Non ho mai provato emozioni simili con un'altra persona.
Non avevo idea di cosa ci fosse di così magico quando i miei amici mi parlavano con gli occhi lucidi anche delle cene più banali con le loro ragazze, mentre adesso sono riuscito a comprendere che a farti brillare gli occhi non è la cena, la passeggiata o la serata in se, ma è semplicemente la persona con cui passi quel momento, e si, magari il mese prossimo le nostre strade potrebbero separarsi, ma in questo momento mi rende felice con un semplice abbraccio e questa è una cosa così singolare che nessun altro potrebbe farmi sentire.

"Nano" Lele richiama la mia attenzione, e per la prima volta da quando siamo qui abbracciati, sollevo lo sguardo nella sua direzione godendomi una sua carezza "Che succede amore mio?" Mi chiede dolcemente, ed io socchiudo gli occhi "Sto bene perché tu sei qui" gli rispondo semplicemente, mentre lascio scontrare i nostri nasi, e cogliendomi di sorpresa mi bacia appassionatamente.

"Stai tremando Tanche" nota poi lui, quando si allontana dalle mie labbra, ed io faccio spallucce "Vieni, andiamo" mi dice poi afferrandomi la mano, per aiutarmi a mettermi in piedi

"Dove hai lasciato la valigia?" Mi chiede mentre camminiamo verso casa sua, ed io trattengo una leggera risata "A Milano" si ferma di scatto e mi guarda negli occhi "Non ti sei nemmeno portato dei vestiti?" Mi chiede quasi ridendo, ed io nego con la testa "Non avevo il tempo di preparare anche la valigia, volevo vederti in fretta"mi lascia un bacio sulla mano che stringe tra la sua, e fa incrociare i nostri occhi "Tu sei matto" annuisco lievemente, e riprendo a camminare trascinandolo con me.

Durante il tragitto verso casa sua, o meglio, verso casa di sua madre, parliamo un po' di cose nemmeno così tanto importanti, e quando finalmente arriviamo subito Antonella viene ad aprirci, sorridendomi calorosamente appena mi nota "Vieni entra" mi dice poi, facendomi accomodare in salotto, dove rimango un po' da solo con lei mentre Lele va a farsi una doccia calda.

"Sapevo che non avessi fatto nulla" sollevo lo sguardo nella sua direzione e la scopro a fissarmi "Non ho mai visto nessuno guardare Lele come lo guardi tu, ed ecco perché non ho mai dubitato della tua fedeltà" sento gli occhi farsi leggermente lucidi e abbasso la testa "Che succede Tancredi? Non volevo ferirti" tiro un attimo su col naso, e riporto lo sguardo sulla donna di fronte a me "Non mi hai ferito, al contrario mi hai reso felice. Mi piacerebbe avere questo rapporto con mia madre" le confesso sinceramente, con un leggero fastidio alla gola "Lele mi ha raccontato che avevate un bel rapporto. Che è successo?" Si siede al mio fianco, e mi afferra le mani, attendendo che le parli di cosa mi affligge. Ma quanto è speciale?

"Io la amo.."comincio il mio discorso, ma subito vengo bloccato dal bruciore alla gola, che caccio via deglutendo "Ho solo paura di parlarle.. Lei, potrebbe odiarmi, proprio come lui" Ad ogni parola il tono della mia voce è sempre più basso, e quando rimango in silenzio sento le mani della mamma del mio ragazzo afferrarmi le guance dolcemente "Una madre non potrebbe mai odiare suo figlio" nego con la testa, mentre le lacrime minacciano di uscire "Nemmeno un padre dovrebbe, eppure il mio mi odia" una piccola gocciolina sfugge al mio controllo, e subito lei me la asciuga "Sono due cose diverse: lui non ti ha portato dentro di se per nove mesi, non ti ha vestito per il tuo primo giorno di scuola e non ti accompagnerà all'altare il giorno del tuo matrimonio" istintivamente le avvolgo le braccia intorno al collo, e quasi sottovoce la ringrazio.
Questa donna è così speciale.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora