Capitolo 64

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Sento la sveglia suonare e con ancora gli occhi chiusi mi stacco dal petto di Lele e la spengo.
Mi riappoggio sul mio ragazzo e cerco di riaddormentarmi, ma lui mi infila la mano tra i capelli e me li accarezza "Dobbiamo andare in agenzia Nano" tengo gli occhi chiusi, e gli do un bacino sul petto "Solo due minuti Lè.. please" lui mi fa i grattini sulla testa, ed io mi rilasso, anche se ormai sono sveglio.

Sento delle urla provenire dal salotto, e se ho un minimo di udito potrei giurare che quei due stanno litigando perché Gian ha messo i cereali prima del latte "certo che Diego è proprio un rompi cazzo" Lele mi da un bacio sulla testa e mi accarezza la guancia "Lo è, però è anche una brava persona, lo sai" annuisco, mentre tengo gli occhi ancora chiusi, beandomi del dolce contatto della sua mano sulla mia guancia, finché con un botto sulla porta sussulto e cado letteralmente a terra "Ao svegliateve. È tardi, Corinne ci aspetta tra un'ora" Lele scoppia a ridere, mentre io mi alzo da terra e mi passo le mani sul fondo schiena dolorante.

Nonostante il dolore mi dirigo alla porta, e appena la apro trovo ancora quello spilungone li dietro "Tu mi devi spiegare da quali problemi mentali sei afflitto, per urlare così di prima mattina, mortacci tua" lo supero incazzato e mi dirigo in cucina, dove Gian sta ancora facendo colazione "Ha rotto il cazzo anche a te?" Annuisco e mi verso un bicchiere di latte "Certe mattine preferirei avere una ragazza con il ciclo, piuttosto che vivere con lui" ripongo il cartone del latte nel frigo, mentre Gian ride a quello che ho appena detto.
Peccato che io sia serio.

Per carità voglio bene a Diego, ma quando si sveglia con il piede storto é letteralmente la persona più odiosa al mondo.

"Vado a farmi una doccia. Non rompetemi le palle, grazie" guardo Gian come per dirgli di tenermi, perché davvero, se vado di là rischio di farlo fuori "Nano, calmati. Si è svegliato con il piede storto. Capita no?" Sento le sue mani sui miei fianchi, mentre appoggia la testa nell'incavo del mio collo "Si..però.." mi da un bacio sotto l'orecchio ed io mi zittisco.
Gian intanto è applicato a guardare il suo telefono, senza fare troppo caso a noi, così mi volto e lo abbraccio allacciandogli le braccia dietro al collo, ma cogliendomi totalmente di sorpresa mi da una pacca sul sedere, facendomi anche abbastanza male "Ah Lele, non sapevo che fossi così aggressivo" mi volto verso Gian, che ride, e lo fulmino con lo sguardo  "Non influire, coglione" Entrambi si mettono a ridere, mentre io mi allontano da Lele e gli faccio il medio.

Appena arrivo in camera mia mi posiziono davanti all'armadio e scelgo dei vestiti da indossare "Ti sei arrabbiato?" Sussulto, e mi volto verso Lele con sguardo impaurito "Amó, ma tu non puoi apparire come un fantasma in ogni parte della casa, però" chiude l'anta dell'armadio e appoggia la sua fronte alla mia "Sei arrabbiato con me?" Mi chiede con la voce da bambino, ed in risposta gli lascio un bacio veloce sulle labbra "Devo solo vestirmi, e si è fatto tardi" mi allontano leggermente per sfilarmi la maglia del pigiama, e mi infilo quella pulita, sotto lo sguardo di Lele che mi scruta dalla testa ai piedi "Se non la smetti di guardarmi, mi sciupi" gli dico ironicamente, slacciando anche il nodo dei pantaloni "Se vuoi ti aiuto"Mi volto nella sua direzione e lo fulmino con lo sguardo "Vatti a cambiare stupido" lui scoppia a ridere e si dirige verso il suo armadio, scegliendo qualcosa da indossare.

Appena finisco di vestirmi mi avvicino allo specchio e mi infilo un cappello e i miei soliti occhiali da sole "Gian come stai messo?" Urlo, cercando di farmi sentire dal mio migliore amico, che si affaccia dalla porta della mia stanza e mi fa un ok con il dito.

"Tra venti minuti dobbiamo essere in agenzia. Siete tutti pronti?" Ci chiede Diego spruzzandosi il profumo, mentre tutti siamo già in giubbotto "Principessa sei l'unico che deve ancora mettersi le scarpe" gli dice Gian ridendo, e dopo aver borbottato qualcosa anche lui è pronto per uscire, e finalmente ci mettiamo in cammino.

Decidiamo di prendere un taxi, e in meno di quindici minuti arriviamo, giusto in tempo per entrare nell'ufficio di Corinne in orario.
Ci sediamo tutti e quattro davanti alla scrivania della nostra manager, e piano piano parla prima con Diego della sua musica, dei suoi nuovi pezzi, e anche di come vanno le cose con Zoe. Subito dopo Diego tocca a Gian, che ha avuto una bella occasione come attore e che insieme a Marta sta facendo molte cose.

Quando il suo sguardo si posa su di me sento un po' di nervi affluire "La carriera da attore va bene, quella da modello anche, e la storia con Peia sta andando per il verso giusto. Ma, se posso saperlo: in che rapporti sei rimasto con Giulia?" Ecco. Sembrava che stesse andando tutto troppo bene "Non c'è nessun rapporto Cori. Non so chi sia" Lei annuisce, e passa con lo sguardo su di Lele.

"Lele, Lele, Lele" il ragazzo al mio fianco mi stringe la mano senza farsi notare, e aspetta che Cori riprenda a parlare "I tuoi video vanno bene, e fin qui ci siamo" lui annuisce "I gossip con Aurora, vanno"  il mio ragazzo annuisce nuovamente "Che ne pensi di un bel viaggetto a Roma?" Subito sbianco.
Vuole portamelo via?

"Perché? Cioè: non fraintendermi. Io voglio andare a Roma, ma perché proprio adesso?" Gli chiede lui, continuando a stringermi la mano "Dovresti vederti con la tua ragazza no?" Sento il cervello andare in tilt "Loro non stanno davvero insieme Cori. Non credi che sarà un viaggio inutile?" Lele mi stringe la mano, come per chiedermi di stare zitto "Nemmeno tu stai davvero con Peia. Eppure sei stato a Brescia. Quindi esattamente come te, Lele andrà a trovare la sua finta fidanzata. O tu ci sei stato per interessi personali?"  sbuffo sonoramente "Io non sono stato a Brescia per interessi. Peia é mia amica" Lei sbatte la mano sul tavolo "Un'altra parola Tancredi. Solo una, e ti sbatto fuori" sto per dire qualcosa, ma i miei amici e Lele mi guardano, e quindi decido di rimanere in silenzio, solo per loro.

"Quindi: Domani mattina alle sette hai il treno" Lele abbassa lo sguardo e annuisce sospirando "Va bene" lascio la presa sulla sua mano e sbuffo sonoramente.
Maledetto il giorno in cui ho firmato quel dannato contratto.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora