Dopo sette ore di viaggio finalmente sono arrivato alla stazione, dove mia sorella Clarissa è venuta prendermi.
Adesso sono nella mia stanza, con la faccia sotto al cuscino in attesa che Lele mi chiami, anche se è troppo presto per lui visto che sono solo le nove del mattino "Edo, amore mio, perché non provi a dormire un po'?" Mi chiede mia madre entrando in camera, facendomi sussultare "Sto aspettando una chiamata importante" le dico senza pensarci due volte, e cogliendomi un po' di sorpresa si siede sul letto al mio fianco, e mi accarezza una spalla "Si tratta di quella ragazza bionda?" Spalanco gli occhi a quella domanda "Tu come fai a conoscere Peia?" Le chiedo visibilmente confuso, e lei mi sorride "Amore, devo ricordarti che hai un milione di persone che ti seguono, e che finisci ogni due per tre nelle pagine gossip?" Mi passo una mano tra i capelli e la guardo ancora sconvolto "Me lo ricordo. Ma da quando sai usare un telefono?" Mi da un leggero pizzicotto sul braccio ed io gemo dal dolore "Sono adulta ma non stupida" mi passo la mano sul punto in cui poco fa ha stretto, e annuisco "va bene." Le dico con un leggero broncio, e dopo avermi dato un bacio sulla guancia esce dalla mia stanza.
Quella donna è strana forte.Sento il suono di un messaggio e subito afferro il telefono sperando sia da parte sua, ma quando leggo il nome di Gian sullo schermo sbuffo leggermente
"Buongiorno, com'è andato il viaggio?"
Senza pensarci due volte compongo il suo numero e lo chiamo "Ao buongiorno come.."non gli do il tempo di finire la frase che subito lo blocco "Dove sta Lele?" sento la voce di Diego che urla qualcosa in lontananza "si è appena svegliato e ha visto tutto" noto che ha un leggero velo di tristezza nella voce, così prendo un bel respiro e deglutisco "Lui..come..come l'ha presa?" Sento il mio migliore amico sospirare "Non bene purtroppo" mi infilo le mani tra i capelli e li tiro "Cazzo Gian, non l'ho portato con me per il suo bene, non per altro. Io.." sento delle urla provenire dall'altro capo del telefono e subito mi zittisco "Lo so di essere un mostro ok? Ma non c'era bisogno di scappare così da me" è la voce di Lele, e non appena gli sento pronunciare quelle parole il mio cuore va in pezzi.
Sta davvero dicendo tutte quelle cose?
Davvero pensa che io sia scappato da lui?"Tanche devo andare" mi dice Gian, e senza darmi il tempo di chiedergli di passarmelo attacca.
Beh, direi che la giornata comincia proprio bene.
Esco dalla mia stanza e scendo in cucina da mia madre, che intanto sta preparando non so cosa "Amore...Che ti succede?" Il suo sorriso si spegne appena i suoi occhi incontrano i miei, ed io abbasso la testa "Tutto bene. Che fai?" Cerco di cambiare discorso, ma lei mi afferra per mano e mi trascina fino al divano, dove poco dopo ci sediamo insieme "Che succede elefantino?" A quel nomignolo stupido sorrido leggermente, per poi infilarmi entrambe le mani tra i capelli "È complicato" Lei annuisce e mi aiuta a stendermi, facendomi appoggiare la testa sulle sue cosce "Si tratta di quella ragazza?" Magari lei saprà aiutarmi, le donne sono esperte in queste cose di solito "Si. Ho fatto una cazzata" mi guarda con gli occhi dolci e mi accarezza i capelli "Che hai combinato?" Alzo lo sguardo verso il soffitto, per distoglierlo dai suoi occhi, e comincio a parlare "Sono sceso a Roma di notte, senza dirgli nulla, come se stessi scappando via. Ma non era quello il mio intento, cioè io non volevo scappare via da le-lei" fortunatamente riesco a farle credere di aver balbettato l'ultima parola, e dopo di che la guardo "Non è stato un bellissimo gesto, quindi devi farti perdonare." Mi metto seduto e la guardo "Ma davvero? Non l'avrei mai detto. Grazie del prezioso consiglio mamma" le dico con tono sarcastico, ma lei mi da un pizzico sul braccio "Sai già cosa fare mister Sotuttoio?" Abbasso lo sguardo verso il pavimento, cominciando ad arrossire leggermente.
Effettivamente a questo non ci avevo ancora pensato..."Bene. Allora direi che puoi cominciare chiamandola, e chiedendole scusa. Ma vedrai che appena vi vedrete si risolverà tutto" annuisco e la ringrazio.
La sua idea non mi sembra orrenda, ma spero solo che Lele mi risponda.
Mi sento in colpa per aver mentito a mia madre, non tanto per averle detto una bugia, ma più che altro perché Lele non meriterebbe di essere nascosto così, come se fosse una cosa di cui vergognarsi, ma al contrario dovrebbe essere mostrato al mondo intero per quanto è perfetto.Mi rendo conto di essere arrivato in giardino, e quando afferro il cellulare per chiamare Lele, il nome di Francesco compare sul display accompagnato dalla suoneria che mi avverte che il telefono sta squillando, così dopo essermi seduto rispondo "Buongiorno Tancredi. Sei già arrivato?" Guardo l'ora e noto che sono le dodici "Si. Sono arrivato stamattina" sento delle voci di sottofondo, ma non ci faccio troppo caso "Ottimo. Tra un'ora vediamoci davanti al Colosseo. Ci aspettano li dei giornalisti per un'intervista e delle foto" Istintivamente sorrido e dopo averlo salutato attacco, cominciando a correre verso la mia stanza.
Appena mi chiudo la porta alle spalle, vado subito verso la mia valigia e afferro un completo marrone ed una maglia gialla.
Subito corro in bagno e mi faccio una doccia veloce, e appena sono pronto scendo di corsa in cucina, dove sia Berenice che Clarissa hanno appena messo piede "Fratellone! Ma sei uno schianto!" Mi urla la più piccola venendomi incontro per abbracciarmi, visto che stamattina quando sono arrivato lei non c'era, mentre Clarissa solleva un pollice, per poi farmi i complimenti "Amore sei bellissimo" mi dice infine mia madre, mentre con cautela mi raddrizza il septum leggermente storto.
Appena controllo l'ora sobbalzo. Manca solo mezz'ora al mio incontro con Francesco e io sono ancora qui "Scusate devo scappare!" Gli dico poi correndo verso la porta, ma una mano mi blocca "Ti accompagno io. Non puoi andare a piedi, ovunque tu stia andando" mi volto verso Clarissa e la ringrazio, mentre di corsa usciamo di casa per poi salire sulla sua auto.
STAI LEGGENDO
"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli
FanfictionCosa succede quando Tancredi, un giovane ventunenne, si pente di aver scelto la propria ragazza anziché i suoi amici?