Capitolo 76

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"Buongiorno cucciolo" mi dice Lele lasciandomi dei baci lungo tutto il viso, e con la voce ancora impastata dal sonno gli chiedo di lasciarmi stare, aggiungendo anche un bel "Ma quanto cazzo sei smielato Lè?" Ma nonostante ciò, il mio ragazzo non si perde d'animo e continua imperterrito a baciarmi la faccia intera, finendo poi per posare le sue labbra sulle mie, e nonostante abbia ancora parecchia voglia di dormire, mi ritrovo con le braccia dietro al suo collo, mentre con le gambe gli cingo la vita stringendolo forte a me "Dai nano svegliati" mi sussurra poi, nuovamente, facendo scontrare i nostri nasi ed in risposta scuoto la testa "Restiamo così" gli chiedo a voce così bassa, che per un momento io stesso ho il dubbio di averglielo chiesto davvero, ma quando si riaccoccola su di me ogni mio dubbio scompare.

Riesco a dormire per altri buoni trenta minuti, finché, quando il cellulare di Lele inizia a squillare mi sveglio, e mentre lui risponde mi metto in piedi.
La prima cosa che faccio è quella di posizionarmi davanti allo specchio, per alzarmi i pantaloni del pigiama, che essendo di Lele mi vanno estremamente larghi, e quindi non sono rimasto senza veramente per poco "Sei proprio uno schianto" esordisce il mio ragazzo rientrando in stanza, e a quelle parole sento le guance avvampare "E con le guance rosse sei pure più bello" mi avvolge le mani intorno ai fianchi, e appoggia la testa sulla mia spalla facendomi poi segno di guardare il nostro riflesso allo specchio, posto proprio di fronte a noi "Sei assurdo" gli confesso a bassa voce, mentre da quello specchio vedo tutti i suoi magnifici lineamenti "Tu lo sei di più"comincia a mordicchiarmi una parte del collo,e a questo suo gesto sono costretto a mordermi il labbro inferiore, per nascondere i suoni osceni che potrebbero venire fuori dalle mie labbra, e tenendo gli occhi chiusi gli infilo una mano tra i capelli tirandoli leggermente.

"Ti sono mancato?" Mi chiede senza mai allontanarsi dal mio collo, ed io mi limito ad annuire, ma questo sembra non bastargli dato che mi infila i denti nella carne staccandosi subito dopo "Mi hai fatto male" gli dico facendo la voce da bambino "Mi dispiace piccolo, solo che sei così fottutamente irresistibile. Soprattutto con i miei vestiti" ascoltando la sua ultima affermazione mi scappa una leggera risata, e lo vedo guardarmi interrogativo "Sono larghissimi amò.
Potrei nuotarci dentro se li riempissi d'acqua" gli spiego continuando a ridere, e lui annuisce lievemente "Effettivamente, è vero" ci ritroviamo fronte contro fronte, a ridere insieme spensierati, e guardandolo da capo a piedi sento il cuore battere all'impazzata.

Se l'amore non è questo, qualcuno mi spieghi cos'è.

Quando varchiamo la soglia della cucina, mano nella mano, troviamo Antonella già ai fornelli intenta a prepararci dei gustosi pancakes, e nel frattempo ci sediamo a tavola uno accanto all'altro, parlando dei miei vestiti"Forse dovresti farti dare qualcosa dalle tue sorelle. Di quelle poche cose che sono rimaste a Roma intendo" raggelo improvvisamente "Non saprei. Non voglio andare lì" lui annuisce e mi afferra la mano "Bere é già partita?"annuisco leggermente "Mentre Clarissa é già andata a convivere con Nico" ha effettivamente ragione, ma io non voglio vedere mio padre quindi piuttosto mi vesto con i suoi vestiti larghi per sempre.

"Ci penserò vita, adesso mangiamo" gli dico notando Antonella che ci appoggia dei piatti davanti.

Tengo la mano di Lele appoggiata alla mia coscia, e mentre mi porto alla bocca un pezzo dei miei pancakes sento il cellulare vibrare in tasca, così senza rifletterci troppo lo sblocco e scopro che é un messaggio da parte di Clarissa:

"Ho visto che sei a Roma, che ne pensi di fare un salto a casa mia e di Nico?"

Scopro Lele a fissarmi, mentre incerto mi rigiro il telefono tra le mani "É mia sorella" gli spiego poi e lui annuisce "Sei teso. Perché?" Mi chiede stringendo leggermente la presa sulla mia coscia, ed in risposta gli passo il telefono in mano, facendogli leggere il messaggio "Ok ho due domande: Come fa lei a sapere che sei a Roma? Ma soprattutto perché non hai ancora accettato?" Mi rendo conto che ha ragione, così le scrivo velocemente un messaggio chiedendole come faccia a sapere che sono a Roma, e dopo circa cinque minuti mi inoltra una foto di me e Lele ieri, mano nella mano, mentre tornavamo a casa di Antonella:

"Siete bellissimi comunque"

Aggiunge dopo la foto, e istintivamente arrossisco "Che succede nano?" Mi chiede il mio ragazzo, e appena volto il telefono nella sua direzione, un sorriso enorme gli ricopre tutto il viso "Siamo venuti bene" mi dice poi, ed io gli do un colpo sul braccio scoppiando a ridere "Adesso accetta il suo invito" nego con la testa "Non se ne parla Tancredi: tu andrai a casa di Clarissa" scuoto la testa ancora una volta, e noto Antonella sedersi di fronte a noi "Posso sapere perché non vuoi andarci?" Guardo negli occhi la madre del mio ragazzo, e un leggero brivido mi passa per tutta la schiena "L'ultima volta che l'ho vista è stato sulla sua macchina, ed ero letteralmente ricoperto di sangue. Non ho voglia di vederla" lei fa cenno a Lele di spostarsi, e si siede al mio fianco, e proprio come ieri sera mi afferra le mani "Tua sorella ti ha visto in un momento di debolezza. Cosa c'è di male? Se non sbaglio mi hai detto che è più grande di te, quindi c'è abituata" ha effettivamente ragione, perché quando da piccolo mi facevo male, la prima persona che cercavo era Clarissa.

"Adesso scrivile un messaggio e incontrala. Sono sicura che lei, come tua madre, ti ami moltissimo" a quelle sue parole annuisco, e istintivamente la abbraccio "Grazie Ma" Lei mi bacia la fronte, e il suono di un click ci fa voltare, interrompendo quel bellissimo momento "Scusate, non volevo disturbarvi, ma siete troppo belli. Vi ho fatto una foto" ci dice Lele mostrandocela, per poi grattarsi la nuca, e in pochi istanti mi ritrovo stretto ad entrambi.

Stretto tra il mio ragazzo e sua madre.
Che bello sentirsi amato.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora