Capitolo 14

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Saranno passati più o meno venti minuti da quando Gian è andato a chiamare quel medico, e in questo arco di tempo io ne ho approfittato per sedermi su di Lele stringendo le mie gambe intorno al suo bacino.

La testa mi esplode mentre il corpo mi va a fuoco. Questa maledetta febbre mi sta uccidendo.

"Tancredi, se vuoi puoi addormentarti" mi dice Lele, lasciandomi un bacio sulla testa
"Io..sto bene. Non-non serve" Mi tremano i denti mentre lui mi accarezza il viso e fa incrociare i nostri occhi "Sei rosso in viso Tancredi, non dirmi che stai bene perché lo vedo che non è vero" mi stringo al suo petto e infilo la testa nell'incavo del suo collo.

"Il dottore è appena arrivato" ci avvisa Gian, che entra in camera mia seguito da un uomo di circa quarant'anni "Ragazzo mio ma tu stai andando a fuoco" sollevo lo sguardo nella sua direzione e gli lancio un'occhiata "Non me ne ero proprio reso conto, menomale che lei è qui" gli rispondo in modo ironico, mentre Lele mi appoggia sul letto.

"Togliti la maglia" spalanco la bocca "Perché?" Chiedo poi in estremo in imbarazzo
"Devo ascoltare il tuo cuore, e non posso farlo se indossi la maglietta" Lele si avvicina a me e dopo avermi chiesto il permesso mi sfila delicatamente la maglia.
Un milione di brividi mi percorrono la schiena, soprattutto quando mi appoggia una mano sul retro del collo.

"Hai freddo?" Guardo il dottore e annuisco
"Cercherò di essere veloce allora" annuisco nuovamente e comincio a respirare ed ispirare. Voglio smetterla di stare così.

Appena finisce di controllarmi, mi rimetto la maglia e cerco di sollevarmi in attesa di sapere cosa fare per stare meglio.

"In questo momento hai la febbre a 39,7 il che significa che potrebbe arrivare a 40. Ma tutto ciò può essere evitato in un solo modo" dovrò prendere delle stupidissime medicine. Che palle! "Una bella ignezione, semplice no?" Sbianco improvvisamente.

"Va tutto bene tanc?" Mi chiede l'uomo di fronte a me, mentre Lele mi afferra la mano
"Le ignezioni sono l'unico modo?" Gli chiedo in preda al panico e, quando lui annuisce, io comincio a tremare "Ma che gli prende?" Gian fulmina con lo sguardo quel tizio che, confuso da tutta questa situazione, continua a fissarmi "Ha la fobia degli aghi se se lo stesse chiedendo" spiega Lele a quel uomo terrorizzato dal mio comportamento, mentre io continuo a tremare.

Gian si siede accanto a me e mi accarezza una spalla "Puoi farcela: Si tratta di una piccola ignezione infondo" deglutisco e abbasso lo sguardo. Ho paura. Tanta paura.

Lele mi afferra una mano "Se puó farti stare meglio posso fartela io" arrossisco, non posso farmi fare una puntura da lui.
Ma se il medico mi facesse male?
Sono sicuro che Lele sarà delicato, quindi..

Abbasso lo sguardo "Io..non vorrei disturbarti" lui mi accarezza una guancia
"Tu non mi disturbi mai." Mi sorride e comincia a sistemare la siringa, mentre con le mani mi copro gli occhi.

Quando è tutto pronto Gian e il medico escono fuori, lasciandoci da soli.

Lo guardo confuso aspettando che mi dica cosa fare, mentre si avvicina a me
"Abbassati un po' i pantaloni e stenditi" faccio come mi dice e chiudo gli occhi, aspettando che quest'agonia finisca il più presto possibile.
Quando sento l'ago perforarmi la pelle un leggero strilletto viene fuori dalle mie labbra, ed una lacrima solitaria mi bagna la guancia
"Vuoi muoverti? Fa male.." dico a bassa voce dopo più di due minuti, e non appena finisco di dirlo sento che Lele solleva quel maledetto affare "Ho fatto" mi alzo i pantaloni e mi volto a pancia in su.

Fisso il soffitto mentre con la mano mi accarezzo delicatamente il punto che mi fa male "Hai gli occhi lucidi. Fa così male?" Si siede accanto a me e mi afferra una mano, mentre io annuisco "Mi dispiace. Volevo solo farti stare bene.." annuisco di nuovo e appoggio la mia fronte alla sua chiedendogli un abbraccio, che senza obbiettare mi da, lasciandomi anche un bacio tra i capelli.

Si siede accanto a me e mi stringe una mano
"Come ti senti?" Sorrido leggermente "Non sono passati nemmeno cinque minuti Le" sorride anche lui e mi accarezza una guancia, mentre qualcuno bussa alla porta e ci chiede il permesso di entrare. Dopo aver avuto il consenso di entrambi Gian ed il medico entrano in stanza, posizionandosi di fronte a me "Com'è andata?" Faccio un ok con il dito e poi appoggio la testa sul cuscino chiudendo gli occhi "Ti lascio riposare. Ne avrai bisogno" mi dice il dottore infilandosi la giacca e dirigendosi alla porta seguito da Gian, mentre Lele rimane seduto al mio fianco a stringermi la mano.

Sento i suoi occhi scrutarmi e dei brividi mi percorrono tutto il corpo facendomi tremare leggermente "Hey..Vuoi una coperta?" Sussulto appena il suo fiato caldo mi sfiora l'orecchio "No Lè, puoi stenderti qui? Accanto a me?" Non lo sento rispondere ma dopo più di due minuti di silenzio sento due mani stringermi i fianchi e delle gambe intrecciarsi con le mie, mentre il suo respiro mi riscalda l'incavo del collo.

Scosta una mano dal mio fianco sinistro ed inizialmente mi infastidisco, finché non sento le sue dita stringere le mie "Sono qui. Tranquillo" mi lascia un bacio sulla guancia ed io tiro un sospiro di sollievo.

Siamo completamente appiccicati: la mia schiena che combacia con il suo petto e le nostre mani intrecciate. Sembra tutto così..surreale.
L'ennesimo brivido della serata mi fa tremare e Lele se ne accorge infatti mi sussurra di stare tranquillo, mentre mi lascia un leggero bacio sul collo. A quel contatto comincio ad avere un leggero fastidio allo stomaco.

È come una specie di nausea, però non è fastidiosa. Sento lo stomaco andare su e giù ma non credo sia fame, ne tantomeno la nausea. Che cos'è?

Sarà qualcosa di legato alla mia malattia sicuramente. Non ho mai provato una cosa simile. Sarà per forza cosi.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora