Capitolo 2

1.5K 75 19
                                    

"Sono già le 20:30, hai un posto in cui passare la notte?" Guardo Diego e nego leggermente con la testa "Io..Posso trovarlo" giro leggermente la testa nella direzione di Lele, e lo trovo con uno sguardo parecchio triste "Non serve. Quella che era la tua stanza, è ancora come l'hai lasciata l'ultima volta" lo guardo, e un leggero sorriso si fa strada sul mio volto "Questo non significa nulla. Semplicemente non sono così stronzo da farti dormire per strada" puntualizza, prima di sedersi sul divano "Non siamo, vorrai dire" lo corregge Gian, imitandolo.
Io li guardo da lontano, per poi allontanarmi leggermente "Posso venire con te?" Mi chiede a bassa voce Lele, ed io annuisco.

Appena entro in camera mia, una forte puzza di erba mi inonda le narici "Chi cazzo ha fumato qui dentro?" Chiedo, cominciando a tossire, mentre mi dirigo alla finestra e la spalanco "Mi..dispiace.." mi dice Lele abbassando lo guardo.

Mi avvicino a lui e gli stringo le guance "Sei stato tu?" Gli chiedo spalancando la bocca. Lui annuisce "Ma ho smesso, l'ho fatto solo per  pochi giorni" gli sorrido e gli accarezzo il viso "Ricordati che quella merda ti rende debole" lui annuisce e, dopo avergli stretto le guance, esce dalla mia stanza e va a recuperare un secchio pieno d'acqua con qualche straccio, e del deodorante per ambienti.

Afferro uno straccio e comincio a spolverare i mobili, mentre Lele si appoggia allo stipite della porta "Hai intenzione di darmi una mano, o vuoi per caso rimanere lì fermo ad interpretare la matrigna di Cenerentola?" Lui scoppia a ridere e si china per recuperare uno straccio bagnato "Devo ammettere che saresti un'ottima Cenerentola, Tanche" mi volto nella sua direzione e gli lancio un'occhiata, trattenendo le risate "Tu invece saresti un ottimo Gas Gas" gli dico continuando a pulire, e mentre lui fa lo stesso, mi chiede chi sia "Vuoi dirmi che non hai mai visto Cenerentola in vita tua?" Lui scoppia a ridere "È un cartone da femmine. L'avrò visto una volta per sbaglio, con mia nipote" mi volto nella sua direzione "Che etero che sei!" gli dico in modo ironico, mentre lui sorride leggermente "Gas Gas è il topino piú carino, comunque" gli spiego poi, cominciando a riporre i miei vestiti nell'armadio "Il topino che parla di piselli?" Mi chiede poi, con il viso serio, mentre spazza il pavimento, e altrettanto serio annuisco.

Dopo più di mezz'ora di pulizie e chiacchiere su Cenerentola, ci sediamo entrambi sul mio letto e lui mi afferra la mano "Come stai tanc?" Lo guardo e gli sorrido "Sto bene Gas gas" gli dico scoppiando in una leggera risata mentre lui mi guarda serio "Intendo per la storia di Giulia" torno serio anch'io e gli afferro una mano "Sono cose che capitano Le. Ma in ogni caso l'avrei lasciata. Stavo solo cercando il modo giusto" mi guarda confuso "Perché?" Sorrido.

Il fatto che non abbia mai avuto una relazione seria, lo rende estremamente carino.

"Perché non provavo nulla per lei. Ho provato a vederla come più di un'amica, ma non ci sono riuscito" faccio spallucce "Tu invece? C'è qualcuna che ti piace" abbassa subito lo sguardo, e si copre il viso con le mani "Possiamo non parlarne?" Io lo guardo con uno  sguardo un po' confuso, e annuisco "Come vuoi tu Gas Gas" mi da una leggera gomitata sulle costole "Piantala di chiamarmi Gas gas" mi dice poi, iniziando a farmi il solletico.
Mi ritrovo sdraiato a pancia in su, mentre lui si appoggia sulle mie gambe stando attento a non farmi male "Hai ancora il coraggio di chiamarmi in quel modo?" Mi chiede continuando a farmi il solletico sulle spalle e sul collo "Certo gas gas" gli rispondo tra una risata e l'altra.

"Che scena commovente" tuona la voce di Diego, dopo che ha spalancato la porta della mia camera. Io e Lele ci mettiamo, di nuovo, seduti e ci voltiamo nella sua direzione "Lele la cena è pronta. E se vuoi mangiare c'è ne anche per te" mi dice guardandomi a stento, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.
"Credi che mi perdonerà mai?" Chiedo a Lele, a bassa voce. Lui mi accarezza una mano e si mette in piedi "L'ha già fatto, ma ha bisogno di un po' di tempo" annuisco, e mi metto in piedi anch'io "Hai ragione" gli dico poi, prima di seguirlo in cucina.

"Alla buonora eh" dice Gian rivolto nella direzione di Lele "Scusa il ritardo, stavamo.."Diego lo blocca "Stavano giocando" Gian lo guarda e scoppia in una leggera risata "Va bene allora sei perdonato" senza dire nulla io abbasso la testa, e comincio a mangiare.

Sento una strana sensazione di disagio, che con loro non avevo mai provato prima d'ora
"Tanche, posso farti una domanda?" Sollevo la testa nella direzione di Gian e annuisco
"Da quanto tempo ti sei lasciato con Giulia?"

Appoggio la forchetta sul bordo del piatto, e ingoio l'ultimo boccone "Più o meno da un mese e mezzo. Anche se avrei preferito lasciarla prima" Diego mi guarda stupito "Perché?" Alzo le spalle "Perché non l'ho mai amata, ero solo convinto che fosse una brava ragazza e che mi avrebbe reso felice. Ma l'amore è tutta un'altra storia" vedo che sta per dire qualcosa, ma poi si blocca "Quindi mi stai dicendo che ti sei innamorato di qualcun'altro?" Mi chiede Gian, ed io scoppio in una leggera risata, per poi tornare serio subito dopo "Non so bene che cosa significa essere innamorati. Non ho mai capito che effetto fa. Penso che l'amore ti spinge a fare delle cose che altrimenti non faresti mai. E questo mi spaventa moltissimo. Penso che ti può sconvolgere la vita. Per cui preferisco aspettare. Io non devo cercarlo. È lui che troverà me"  tutti e tre mi guardano con la bocca spalancata e poi Diego prende parola "Quindi perché hai reagito in quel modo, quando ti parlavamo di Giulia?" Sollevo le spalle "La ritenevo un'amica, in un certo senso speciale. Ma avrei reagito in quel modo anche se qualcuno mi avesse parlato di te in quella maniera" lui annuisce e mi da una pacca sulla spalla "Adesso è tutto molto più chiaro" mi dice poi Gian sorridendo.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora