Capitolo 4

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Il van ci lascia a pochi metri dal locale, e data la tarda ora, è già buio.

Mi avvicino a Lele e gli afferro la mano.

So benissimo che quando cammina per strada al buio, si sente a disagio, soprattutto adesso che Gian e Diego hanno aumentato il passo e ci stanno lasciando indietro.
Lui si volta nella mia direzione e si blocca, facendo incrociare i nostri sguardi, mentre un leggero brivido mi percorre la schiena.

Dannato freddo!

"Tu...te lo ricordi?" Gli accarezzo il labbro tremolante e annuisco "Mi ricordo tutto Lele. Ogni cosa. Nonostante abbia passato tre mesi lontano da tutti voi, mi ricordo ogni singolo particolare.Passavo tutti i miei giorni a pensarvi e soprattutto a pensarti" sfrega lentamente la sua guancia contro la mia mano, come se volesse essere protetto, ed io mi avvicino a lui "Ma insomma: Vi volete muovere?" Urla Diego dall'altra estremità della strada, facendoci sussultare.
Così riafferro la mano di Lele e me lo trascino dietro, fino ad arrivare all'interno del secret party Milano.

"Chi non muore si rivede" mi sussurra all'orecchio una voce, che conosco fin troppo bene.

"Valerio!" Mi volto nella sua direzione e lo abbraccio. Nonostante sia tornato a Milano da una settimana, non ho ancora rivisto nessuno, nemmeno Zoe o Marta "Ti credevo morto!" Mi urla vicino all'orecchio per sovrastare la musica "Nah, ero solo in giro, a cercare di assomigliare ad un cervo" gli spiego ridendo "Benvenuto nel club" mi batte il cinque e poi si allontana, lasciandomi di nuovo da solo con Lele.

"Dove sono andati gli altri due?" Chiedo poi al mio amico, mentre gli sistemo il cappuccio della felpa.
Lele mi guarda confuso e deglutisce "Sono.. laggiù. Con le loro fidanzate" mi indica un punto preciso della stanza e poco dopo mi ci trascina.

"Tancredi!" Urla Zoe venendomi incontro e abbracciandomi, mentre Marta mi fa un cenno con il capo, rimanendo accanto a Gian "Mi sei mancato nano" sorrido a Zoe e gli do una leggera pacca sulla spalla "Sei sempre più nana di me" le dico facendole la linguaccia, mentre Lele si avvicina a noi, e appoggia la sua spalla alla mia "Sapete che sembrate una di quelle coppiette gay delle serie tv, troppo carine?" Chiede poi Marta avvicinandosi a noi, e mentre Lele abbassa lo sguardo, io scoppio in una leggera risata "Ma noi siamo una coppia, vero amore mio?" Mi volto verso Lele e faccio scontrare i nostri nasi, ma lui abbassa lo sguardo e sbuffa "Che palle Lè, sto scherzando. La tua eterosessualità è così tossica" mi allontano sbuffando e mi dirigo al bancone per ordinare qualcosa da bere.

Capisco che siano passati tre mesi, però cazzo, è cambiato tanto.
Tre mesi fa non si sarebbe fatto problemi a darmi un bacio, per gioco, mentre adesso sembra quasi che abbia timore di respirare la mia stessa aria.
Forse è colpa mia..
Quando me ne sono andato deve essersi sentito abbandonato e quindi si sarà messo in testa qualche strana idea "Scusa, tocca a te ordinare" mi informa una ragazza bionda, molto carina, che però mi sembra molto familiare "Emh.. sì grazie per avermelo detto. Ti va un cocktail?" Pensare a Lele in questo momento mi fa salire su il nervoso, quindi opto per una cosa che generalmente mi riesce bene: Provarci con le tipe carine in discoteca.

"No. Ti ho avvisato che fosse il tuo turno, perché devo ordinare per me ed un mio amico. Non perché volevo ci provassi con me" sbotta la bionda, allontanandosi arrabbiata "Non mi sembra di averti chiesto in sposa" le urlo mentre se ne va, e cogliendomi di sorpresa lei si volta nella mia direzione e mi fa il medio. Che matta!

"Cosa posso portarti?" Mi chiede il ragazzo dietro al bancone "Due Mojito, grazie" lui annuisce e dopo avermi sorriso comincia a preparare quello che gli ho chiesto.
Devo ammettere che è davvero carino: mi sembra che abbia gli occhi castani, i capelli biondi e un leggero filo di barba.

Ma da quando guardo gli uomini?
Sto impazzendo.

"Ecco a te" il ragazzo mi porge i bicchieri, ed io li afferro scappando quasi di corsa.

Torno dove prima avevo lasciato i miei amici e trovo Gian che si pacca Marta, Diego che si pacca Zoe e Lele seduto in disparte su un divanetto. Mi avvicino a lui e gli porgo un bicchiere "Sarà l'unico della serata. Sei avvertito Emanuele" annuisce e comincia a bere la sua bevanda.

Non voglio che si ubriachi, il buio lo fa già stare abbastanza male da sobrio, da ubriaco non farebbe altro che peggiorare le cose
"Mi sto rompendo le palle di stare qui, mentre questi limonano come se non ci fosse un domani" mi dice sbuffando, ed io scoppio in una leggera risata "Trovati qualcuno da limonare anche tu" alza le spalle "Chi ti ha detto che io abbia voglia di farlo?" Sollevo le spalle, e gli afferro la mano "Allora vieni con me" lo tiro fuori dal locale e, senza lasciargli la mano, lo trascino davanti ad una scuola dell'infanzia.

"Fammi capire: Mi porti via da una festa, per portarmi a scuola?" Mi chiede incerto, mentre io sorrido "Sta zitto e fa quello che faccio io" appoggio un piede sul muretto e comincio a scavalcarlo, fino a ritrovarmi all'interno della scuola "Tanc, ma non è illegale entrare in una proprietà privata di notte?" Mi chiede Lele a bassa voce "Eddai Le, sono le tre e mezza. Dai, salta" lo guardo negli occhi attraverso le sbarre, e lo trovo quasi spaventato "Fidati di me" annuisce, e inizia a scavalcare, ma quando sta per scendere perde l'equilibrio ed io lo afferro, appoggiandogli una mano sul sedere, per errore "Mi..dispiace" gli dico abbassando lo sguardo "Non preoccuparti..Che cosa facciamo adesso?" Gli afferro nuovamente la mano, e lo conduco nel giardinetto, in cui c'è un enorme castello gonfiabile "Vuoi saltare su quel coso?" Mi chiede confuso "Pensavo avessi ventuno anni, non ventuno mesi" lo spingo leggermente "Sei uno stupido" gli dico prima di avvicinarmi al castello, per poi stendermi su di esso "Ma che stai facendo Tanc?" Sollevo lo sguardo nella sua direzione "Stenditi Lello. Le stelle sono magnifiche stasera" lo tiro per la mano, e lo faccio stendere accanto a me.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora