34. Ritornare

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EFFIE'S POV

X: “Briscola.”

Il ragazzo con i capelli corvini pronunciò quella parola con un certo entusiasmo. Stavamo sul letto della mia stanza a giocare a carte.

Effie: “Secondo me bari, Zayn.”
Zayn: “Io sono la persona più onesta del mondo.”

Ridemmo e io raccolsi le carte sparse sul copriletto.

Zayn: “Quando ti dimetteranno?”
Effie: “Penso presto.”

Era iniziata l'ultima settimana di agosto e io ero rimasta chiusa in quel posto per quasi un mese. Non ne potevo più.

Zayn: “Appena esci, andiamo da qualche parte.”

Mi sorrise e io ricambiai. Zayn mi era stato molto vicino in questo periodo. La cosa che mi piaceva della sua compagnia era che non mi riempiva di domande su come stava andando la “terapia”. Come faceva Niall.

Zayn: “Come stai?”

Gli passai il mazzo di carte che avevo messo in ordine.

Effie: “Meglio, penso. O almeno così dicono.”

Lui annuì.

Effie: “E tu?”
Zayn: “Il mondo là fuori è una merda.”

Ridacchiò e io sorrisi.

Effie: “E con Charlotte?”

Zayn sospirò e alzò le spalle.

Zayn: “Non lo so. Non lo so davvero. Lei...lei è così ostinatamente orgogliosa. E io non so cosa provo. È tutto un casino. Certe volte credo di poter impazzire.”
Effie: “Beh io vado dallo strizzacervelli quindi facciamo un'accoppiata perfetta.”

Rise.

Zayn: “Forse ne avrei bisogno anch'io.”
Effie: “E' tutto così complicato.”

Annuì e mi prese la mano.

Zayn: “Non è facile quello che stai passando ma come al solito riesci sempre ad uscirne a testa alta.”

Scossi la testa.

Effie: “Guarda dove sono finita, Zayn.”
Zayn: “Capita a tutti di crollare.”

Mi sorrise per confortarmi. Se ne andò poco dopo. E rimasi sola. Avevo avuto un sacco di tempo per pensare e forse mi aveva fatto bene prendere una “vacanza” dalla realtà. I sentimenti che provavo per Harry erano ancora forti come prima ma il dolore che mi schiacciava il petto si era affievolito. Anche se, durante la notte soprattutto, ritornava come a ricordarmi che era sempre lì. Mi avevano ridato i miei vestiti e tutte le mie cose. Al polso avevo di nuovo il suo braccialetto, che copriva la cicatrice ormai del tutto emarginata, e al collo la collana con l'aeroplanino. Era bello avere qualcosa che mi ricordasse di lui. Qualcosa che mi facesse sentire meno sola.

Erano quasi le cinque del pomeriggio. Dovevo andare all'appuntamento con la psicologa. Mi infilai le vans nere e, stretta nella felpa di Harry, uscii dalla mia stanza. I corridoi a quell'ora erano popolati da persone che andavano a fare i visita ai loro familiari o amici. Scesi al piano di sotto e mi incamminai verso la stanza dove mi aspettava. La porta era ancora chiusa, doveva esserci qualcuno dentro. Mi sedetti su una delle poltroncine blu lì davanti e aspettai. Poco dopo uscì un ragazzo biondo e molto alto. Si chiuse la porta alle spalle e sospirò. Mi alzai per entrare al suo posto ma poi lo riconobbi. Mi guardò e mi riconobbe anche lui. Rimase a bocca aperta.

Effie: “Sei il ragazzo della spiaggia? Luke, giusto?”

Lui annuì e accennò un sorriso.

Luke: “Sì. Scusa per la reazione ma non pensavo di trovarti qui, Effie.”

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