6. Dolore

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Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì.
I giorni passavano uguali.
Rimasi chiusa nella mia stanza per una settimana senza voler vedere e sentire nessuno tranne mio fratello.
Jacob aveva già chiamato venti volte scrivendomi messaggi nei quali diceva che voleva parlarmi.
Ma io non trovavo niente da dirgli e faceva troppo male rispondergli.
E tra l'altro avevo anche ripreso a tagliarmi.
Era arrivato sabato.
Scesi al piano di sotto dopo essermi fatta un lungo bagno.
C’erano Alison e Eleanor che con la faccia visibilmente preoccupata e dispiaciuta mi vennero incontro e mi abbracciarono dicendomi che gli dispiaceva e che Jacob era una stronzo.

Effie: “Non è uno stronzo. Ha trovato una migliore di me. Tutto qui.”
Alison: “Mary non è migliore di te!!”

Effie: -con voce rassegnata- “Evidentemente sì.”

Lunedì sarei tornata a scuola, i posti non erano stati cambiati perciò mi sarei dovuta sedere vicino a Jake.
Il solo pensiero mi uccideva.
Quando Eleanor e Alison se ne andarono mi avvicinai a Niall.

Effie: “Non esci?”
Niall: “No.”  
Effie: “Perché? E’ tutta la settimana che stai a casa…”
Niall: “Voglio starti vicino e poi Ally è venuta tutti i giorni…”
Effie: “Non ti devi sentire obbligato… “
Niall: “Lo sai che non faccio mai niente se mi sento obbligato.”

Mi sorrise e anch’io accennai un sorriso.
Il week-end passò troppo velocemente.
Lunedì era arrivato.
Facendomi coraggio mi vestii e mi truccai per poi scendere e uscire insieme a mio fratello.
Siccome pioveva ci diede un passaggio Alison con la macchina guidata dalla madre.
Tenendo la mano di Niall entrai dentro a scuola.
Mi guardai intorno e vidi Harry con Lucas circondati da un gruppetto di ragazzine di primo liceo e poi c’era Jake che parlava con un suo amico di cui ignoravo il nome.
Niall ci salutò e io e Alison andammo da Eleanor che guardava Lucas speranzosa.
La campanella suonò ed entrammo a in classe.
Tutti mi fissavano e Mary seduta sopra il banco mi guardava compiaciuta con quello sguardo da troietta idiota che si era sempre ritrovata.
Facendomi coraggio mi sedetti vicino a Jacob che mi guardava dispiaciuto.
La giornata procedette tranquilla e per la prima volta in vita mia non venni ripresa dai professori che, avendo parlato con Niall, che gli aveva spiegato che stavo poco bene, mi lasciarono in pace. All’uscita mi sentii afferrare per un braccio. Era Jacob.

Effie: -guardando da un’altra parte- “Cosa vuoi?”
Jacob: “Possiamo parlare?”
Effie: “Io non ho proprio niente da dire…”
Jacob: “Allora puoi ascoltarmi?”
Effie: “Dimmi…”
Jacob: “Perché non sei venuta a scuola?” 
Effie: “Influenza.”
Jacob: “Scusa.” 
Effie: “Per cosa?” 
Jacob: “Per l’altro giorno. Io non volevo baciarla.”
Effie: “Come faccio a crederti? Dimmelo perché io proprio non lo so.”
Jacob: “Credimi e basta. Non puoi?”
Effie:
-iniziando a urlare e a piangere- “No. Sono stufa di credere nelle bugie, nelle persone e nelle promesse. Mi sono stancata! E ora lasciami.”
Jacob: “Non puoi dirmi di lasciarti e dimenticarti, a me piaci tu, lo vuoi capire!”
Effie: “Non ci riesco. Non riesco a fidarmi delle persone, ok? Mi ritrovo questo carattere di merda per il quale non ti credo. Ti ho detto di lasciarmi!”
Jacob: “Effie. Prima mi fai parlare e poi ti lascio a me non me fotte niente di Mary.”
Effie: “Allora spiegami perché la tua lingua si trovava dentro la sua bocca. Spiegamelo!”
Jacob: “E’ stata lei!” 
Effie: “Si, certo..." 
Jacob: “Credimi, ti prego.” 
Effie: “Ci potevi pensare prima.”

Così dicendo mi allontanai da lui sotto lo sguardo di tutti.
Raggiunsi mio fratello e Harry che mi guardava dispiaciuto e ci avviammo verso casa.
Arrivati a casa ci sedemmo sul tappeto.
Non toccai cibo e non dissi nulla, stavo rannicchiata con la schiena appoggiata sul divano mentre guardavo Harry che parlava con mio fratello.
Sono di nuovo fragile. Ho perso di nuovo. Sono di nuovo caduta. E non ce la faccio più a rialzarmi da sola.

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