5. Tracce di Passato (parte 1)

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Era venerdì. La settimana era passata velocemente e anche ottobre era arrivato.
Quella sera sarei uscita di nuovo con Jake. Mi sarebbe passato a prendere alle cinque.
Riempii la vasca e mi immersi. Inizia a pensare se era davvero ciò che volevo.
Mi piaceva davvero tanto e mi trovavo bene con lui. Ma ero davvero felice?
Piansi pensando a Liam, a com’era la mia vita prima della sua morte, prima della partenza dei miei genitori, prima che tutti i miei ideali e i miei sogni si spezzassero.
Pensavo a Jacob: era entrato nella mia vita sconvolgendo tutto solo con un sorriso. E forse sbagliavo a fidarmi così di lui perché un giorno lui avrebbe trovato qualcun’altra.
L’avrei perso e avrei sofferto di nuovo.
Uscii dalla vasca e mi andai a vestire. Optai per dei jeans e una maglietta turchese che cadeva morbida su una spalla.
Suonò al cancello e sorridendomi mi abbracciò. Mi guardò negli occhi e stringendomi a se mi baciò delicatamente accarezzandomi i capelli.
Decidemmo di andare a fare una passeggiata al mare, posto che adoravo.
Camminavamo tenendoci per mano e scambiandoci di tanto in tanto lunghi baci. Ci fermammo davanti a una piccola gelateria.
Ordinammo il gelato e dopo ci andammo a sedere su un muretto. Sorridendomi prese un po’ della sua panna con le dita e me la spalmò sul naso.

Effie: -Ridendo- "Ma che fai? Aspettati la mia vendetta!"
Jacob: "Sei carina quando fai la faccia imbronciata…"
Effie: "Aww, vieni qui!"


Mi avvicinai per baciarlo ma cogliendolo di sorpresa gli spalmai il gelato sulla faccia.
Iniziammo a rincorrerci ridendo sotto lo sguardo incuriosito di bambini e anziani i quali ricordavano i vecchi tempi di quando anche loro erano giovani.
Mi fermai appoggiando la schiena a un albero.
Jake si avvicinò e mi baciò.

Jacob: -dicendomi all’orecchio- "Sei bellissima."

Gli sorrisi e ricambiai il suo bacio. Mi prese sulle spalle e ci avviammo verso casa.
Arrivati trovai Harry e mio fratello in giardino che bevevano una birra.
Si avvicinarono per salutarci, Harry guardando strano a Jacob mi abbracciò stringendomi a sé, lasciandomi sorpresa.
Quando entrarono dentro saltai al collo di Jacob e lo baciai salutandolo, lui ricambiò e si allontanò diretto verso casa sua.
Entrai a casa intenzionata ad andarmene su in camera mia ma Niall mi bloccò.

Niall: "Hanno chiamato mamma e papà…"
Effie: "Cosa??"
Niall: "Sì…hanno detto che ci avrebbero chiamato domani mattina per poter parlare con tutte e due."
Effie: "Perché?"
Niall: "Non lo so."


Guardando un’altra parte stringendo i pugni. Sentii gli occhi bruciarmi di lacrime piene di rabbia.
Harry ci guardava cercando qualcosa da dire. Ma non c’era proprio niente da dire. I nostri genitori ci avevano abbandonato ed era vero.
Avevano lasciato due ragazzini a combattere contro il dolore della perdita di un fratello. Non glielo avremmo mai perdonato.
Salii in camera e mi sdraiai sul letto pensando al fatto che Jake non sapeva niente di quello che era successo, ma non riuscivo a fidarmi completamente di lui.
Avevo finito di fidarmi delle persone.

Mi stava seguendo ancora una volta...L'uomo incappucciato e con due grandi buchi neri al posto degli occhi. Inciampavo in continuazione. Ecco una casa.
Aprii la porta e ci ritrovai Liam morto e i miei genitori e Niall che piangevano.
Urlai i loro nomi ma non potevano sentirmi.
Scappai e finii dentro una lunga galleria nera.
L'uomo mi aveva quasi raggiunta.
Accellerai il ritmo ma fui bloccata da dei pipistrelli che iniziarono a graffiarmi le braccia, i polsi in particolare.
Piangevo ma continuavo ad andare avanti.
Un piccola lucina bianca significava che tutto stava per finire.
L'uomo mi stava alle costole.
Arrivai alla fine e ci trovai un ragazzo con il volto oscurato ma che lascaiva intravedere due grandi occhi verdi.
Gli sorrisi e quando gli stavo per dare la mano ed essere finalmente salva...l'uomo mi afferò le caviglie.
Mi trascinò verso di se e iniziai a precipitare nel vuoto.


Mi risvegliai nel mezzo della notte urlando. Niall corse subito in camera chiedendomi cosa fosse successo.
Iniziai a piangere e Niall si sdraiò vicino a me e mi abbracciò.

Niall: "Hai fatto un brutto sogno?"
Effie:"Sì…"
Niall: "Ti ricordi che Liam veniva sempre quando ci succedeva?"
Effie: "Sì, mi ricordo. E poi ci portava in cucina a mangiare la nutella."
Niall: "E’ vero! Sporcavamo tutto e poi la mattina dopo i nostri genitori ci sgridavano sempre."
Effie: "Già ma poi Liam diceva che era stato lui."
Niall: "E loro non ci credevano mai."
Niall: "Però ci difendeva fino a che non ci toglievano la punizione."
Effie: "Già…ti ricordi quando a dodici anni mi tinsi i capelli di blu con Ally??"
Niall: "Sì, quando tornai a casa dopo scuola vi trovai con la testa blu! Oddio non smettevo più di ridere!"
Effie: "Io ero disperata! Poi per fortuna Liam scoprì che la tinta era lavabile con uno shampoo speciale."
Niall: "Già è un mito."
Effie:"Era…"
Niall: "Giusto…"


Diventammo tristi all’improvviso e ci addormentammo abbracciati come i vecchi tempi quando sembrava tutto perfetto.
Quando mi svegliai Niall era già sceso a preparare la colazione. Dalla mia stanza si poteva sentire l’odore dei pancake. Mi vestii e scesi giù.
Feci velocemente la mia colazione e dopo mi preparai per uscire con Niall per fare una passeggiata prima di andare da Alison.
Ma lo squillo del telefono interruppe i nostri preparativi. Ci guardammo e piano piano andammo a controllare chi era. Erano loro. Niall rispose.

Niall: "Pronto?"
Paul: "Pronto, Niall sei tu? Siamo noi."
Niall: "Sì, sono io…"    
Paul: "C’è Effie lì?"
Effie:
-con voce scocciata- "Sì. Ci sono."
Paul: "Bene. Vi volevamo avvisare che torniamo per le vacanze di Natale per passare del tempo in famiglia."
Effie:
–arrabbiata- "Quale famiglia?!"

Niall mi diede un gomitata. A quel punto schiarendosi la voce intervenì mia madre.

Isabel: "Verremo a casa vostra e staremo da voi per un po’ per parlare di come va la scuola e la vostra vita."
Niall:
–cercando di mantenere un tono tranquillo- "Esattamente quando verrete?"
Isabel: "Il 22 dicembre, dopo la chiusura della scuola."
Niall: "Ok…"
Paul: "Bene questo è tutto. Ci vediamo a Natale."


Attaccarono. Niall mi guardò.

Niall: "Fantastico. E ora chi glielo dice del sette in condotta?"
Effie: "Tranquillo, non sei l’unico."


Dopo pranzo uscimmo finalmente da quella casa e andammo da Alison per la cena.

Niall: "Non capisco perché dobbiamo andare così presto…"
Effie: "Per l’interrogatorio."
Niall: –
con faccia terrorizzata- "Cosa?!"
Effie:
-scoppiandogli a ridere in faccia- "Tranquillo! Ti chiederanno come vai a scuola e tutto queste cose qua… "
Niall: "Merda. Manco la dovessi sposare."
Effie: "Lo so ma i suoi genitori sono un po’ all’antica…Eccoci, suoni tu?"


Timorosamente suonò il campanello. Ad aprirci ci fu la madre di Alison con il solito grembiule rosso.
Mi salutò calorosamente e squadrando da testa a piedi Niall gli strinse la mano presentandosi, Niall ricambiò presentandosi a sua volta.
Per poi guardarmi preoccupato. Subito ci raggiunse Alison che ci abbracciò e ci disse di seguirla in salone.
Sulla solita poltrona blu c’era seduto il padre di Alison che appoggiando il giornale e abbassandosi gli occhiali sulla punta del naso mi salutò con un grande sorriso.
Successivamente squadrò Niall.

John: "Tu devi essere…"                                                       
Alison: "Niall, papà. Te l’ho già detto…"
John: "Fai parlare il ragazzo Alison."
-ci fece cenno di accomodarci- "Vai alla loro stessa scuola, vero?"
Niall: "Sì, solo che io faccio lo scientifico…"
John:
-con voce ironica- "Ah, uno scienziato. Bene…E dimmi…i tuoi voti come sono?"
Niall: "Ho otto in quasi tutte le materie tranne matematica e scienze che ho nove e tecnica che ho sette."
John:
–con tono minaccioso- "E la condotta? Non avrai otto, vero?"

Niall guardò Alison e poi me.

Niall: -agitato- "Beh…no."
John: "Meno male! E dimmi hai nove o dieci?"
Niall: "Ecco…s-sette."


Il padre sbiancò e dopo aver deglutito si rivolse a me.

John:"Ok. Bene cambiamo discorso…Effie, come va?"
Effie: "Tutto bene, grazie."
John:
-maliziosamente- "Ho saputo che anche tu hai il ragazzo…"
Effie:
-sorridendo– "Beh, sì…"
John: "Come si chiama?"
Effie:
-guardando Alison- "Jacob"
Alison: "Il figlio del direttore del circolo affianco al mio, papà. Ricordi?"
John:
-guardando da un'altra parte- "Ah, sì…quello che è stato bocciato per condotta."

Calò un silenzio imbarazzante.
Niall giocava nervosamente con il suo braccialetto, Alison guardava in giro come se non avesse mai visto casa sua, il padre guardava Niall e io volevo scomparire pentendomi di aver accettato di partecipare a quella cena. La madre venne in salone per chiamarci a cena.
Ci andammo a sedere e il padre fece accomodare Niall a capo tavola di fronte a lui. La cena procedette tranquilla. Forse parlarono ma io ero da tutt’altra parte.
Avrei tanto voluto aver vicino Jake ripercorrevo il pomeriggio trascorso insieme, le risate, la dolcezza con cui mi baciava e la delicatezza dei suoi abbracci che riuscivano a farti sentire al sicuro. La voce di Alison che mi chiamava da circa cinque minuti mi fece tornare alla realtà.

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