23. Oscurità

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LUKE’S POV

Zayn: “Cosa cazzo vuoi fare??”
Luke: “Hey calmati bello.”

Buttai la sigaretta ormai finita per strada e la schiacciai con il piede.

Zayn: “No! Io non mi calmo, mi sono stancato dei tuoi giochetti del cazzo, ora ti metti pure a rubare telefoni??”
Luke: “Non ho rubato un bel niente. Lo prendo in prestito e poi lo restituisco, e non sono io a occuparmene.”

Zayn sbuffò e scosse la testa.

Zayn: “Tu non le farai del male.”
Luke: “Una scommessa è una scommessa.”

Sogghignai.

Zayn: “La scommessa è nella tua testa! Io non ho fatto nessuna scommessa con te! E’ un affare tuo e di quell’altro coglione di Jonah. Non sai manco chi sono questi tizi!!"
Luke: “Fidati che lo so.”

Non era vero. Avevo visto solo in parte quello di cui erano capaci, e mi era bastato. Ma in quel momento dovevo cercare di calmare Zayn.

Zayn: “Non puoi essere serio. Ti prego dimmi che non le farai davvero del male. Non puoi arrivare a tanto, soprattutto non dopo quello che è successo a tua madre.”

Fu come ricevere un pugno nello stomaco. Ma ormai era troppo tardi.

Zayn: “Cosa fai non rispondi?? Sai cosa ti dico? Ora basta. Arrangiati. E non provare nemmeno a toccarla.”

Si allontanò in fretta senza mai girarsi. Lo lasciai andare, sapevo benissimo che sarebbe tornato. O almeno lo speravo.

***
Erano le 20. Chiuso dentro quel stanzino, il rumore della musica e del vociare era ovattato.
Mi sudavano le mani, le asciugai velocemente sui pantaloni e poi sospirai cercando di calmare il nervosismo. 
Quei tizi erano pericolosi. L’avevo capito dalla prima volta che li avevo visti in Australia. E non capivo cosa ci facevano a Londra.
Non potevo di certo chiederglielo. Controllai di nuovo l’orologio digitale che portavo al polso.
“20.01”
Cazzo, calmati.
Mi passai una mano tra i capelli castani.
La porta si aprì delicatamente e loro entrarono.

X: “Puntuale.”

Il biondo sogghignò.

Luke: “L’avete portato?”

Il ragazzo dai capelli verdi si fece avanti porgendomi un iPhone nero.
Lo presi velocemente. Per fortuna non c’era nessun blocco.

X: “Lo dobbiamo riportare indietro tra dieci minuti, spero ti bastino.”

Aprii la chat di Effie, la lessi velocemente e sorrisi soddisfatto leggendo l’indirizzo. Presi il mio cellulare e lo annotai. 
Ma come mi rendete facili le cose.
Sogghignai e chiusi la chat.
Restituii il cellulare al ragazzo dai capelli colorati. 
Il moro fece cenno agli altri che uscirono dopo di lui, a eccezione del riccio. Rimase a guardarmi con diffidenza, come se mi stesse studiando, per poi aggiustarsi la bandana e uscire.
Sospirai e dopo aver aspettato dieci minuti uscii anch’io.

 ZAYN’S POV

Era venerdì mattina. Aspettavo che Effie arrivasse seduto sul muretto davanti a scuola fumando una sigaretta.

Ripensavo alla conversazione che avevo avuto con Luke il giorno prima. Dovevo proteggere Effie, l’avevo appena ritrovata e non volevo mandare tutto a puttane un’altra volta.

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