30. Imprevisti

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EFFIE'S POV

Mi risvegliai un'oretta dopo, erano circa le 16.30.
Harry stava seduto a gambe incrociate e giocava con i miei capelli mentre messaggiava al telefono. Mi stropicciai gli occhi.

Effie: “Ei.”

Si era infilato i boxer ma aveva ancora il petto scoperto. Si girò verso di me e sorrise.

Harry: “Buongiorno eh.”

Sorrisi a mia volta.

Effie: “Con chi ti scrivi?”
Harry: “Con Louis.”

Annuii e mi alzai trascinando il lenzuolo con me per coprirmi. Acciuffai dei vestiti puliti e l'accappatoio.

Effie: “Io mi vado a fare una doccia.”
Harry: -sorridendo maliziosamente-  “Hai bisogno di una mano?”

Ridacchiai e come risposta gli tirai la prima maglietta che trovai sul pavimento della nostra stanza.

Harry: -ridendo- “Okay okay. Sappi che il mio aiuto è sempre valido.”
Effie: “Penso che questa volta ne farò a meno.”

Dicendo questo andai in bagno, chiusi la porta e mi gettai sotto l'acqua tiepida.

LUKE HEMMINGS' POV

Calum stava di fronte a me e mi guardava incredulo tenendosi la mascella sanguinante con una mano. Alcune persone si erano girate incuriosite e spaventate.

Calum: “Seriamente?”

Non gli risposi. Non volevo colpirlo, ma l'impulso aveva preso il sopravvento. Come sempre d'altronde.

Calum: “Sai Luke, mi sono rotto le palle. Io sono sempre stato disponibile a darti una mano e a guardarti le spalle. Ma mi sbagliavo. Avrei dovuto ascoltare gli altri e invece ho fatto di testa mia. Pensavo che non fossi cambiato così tanto, che fossi ancora quel ragazzo che amava suonare la chitarra e cantare. Quel ragazzo che non avrebbe mai dato un pugno a un suo migliore amico. O forse non siamo più amici? No dimmelo perché io non so più che pensare.”

Non volevo questa reazione. Avrei preferito che si arrabbiasse, che reagisse picchiandomi a sua volta. Avrei preferito tutto a questa calma composta che lo caratterizzava. Continuavo a fissarmi la mano con cui l'avevo colpito, in cui si stavano formando dei lividi violacei sulle nocche.

Calum: “Questa situazione fa schifo. Ma la cosa che mi dispiace di più è che ora ti ritroverai da solo perché io ho chiuso. Torno a Londra.”

Detto questo iniziò ad allontanarsi da me. Sapevo che diceva sul serio ed era meglio così. Io mi trovavo meglio da solo. Un parte di me, quella che ancora provava qualcosa, mi diceva di corrergli dietro, ma ormai non aveva più importanza. Non provavo più niente da tanto tempo.

E sapevo dove andare per far smettere anche ai miei pensieri di girare.

EFFIE'S POV

Quando tornai in camera trovai le nostre valigie fatte e Harry seduto sul letto che finiva di allacciarsi una delle sue Converse bianche.

Effie: “Che succede?”
Harry: “Vieni qui.”

Mi sorrise e mi prese la mano per farmi sedere sulle sue ginocchia. Mi spostò una ciocca di capelli bagnati dalla fronte e mi guardò negli occhi?

Harry: “Hai presente che prima mi stavo scrivendo con Louis?”
Effie: -preoccupata- “Avete litigato?”

Accennò un sorriso che evidenziò una delle sue fossette. Gli accarezzai la guancia soffermandomi su quel punto.

Harry: “Ha detto che per lui va bene se prendiamo in prestito la sua macchina.”
Effie: “In che senso?”

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