14. Isabel & Paul

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Mi risvegliai tra le braccia di Harry, dormiva ancora.
Il suo respiro era tranquillo e regolare.
Sembrava così tranquillo mentre dormiva.
I riccioli castani gli coprivano parte del viso e guardandolo così sembrava un angelo.
Mi alzai lentamente e andai in bagno.
Quando ritornai nella stanza lo trovai seduto sul letto che controllava il cellulare.

Effie: “Buongiorno.”
Harry: “Ciao bellissima.”

Si alzò e mi diede un bacio sulla guancia.
Passammo la mattinata insieme a parlare, baciarci e guardare film.
Stavamo imparando ad amarci sul serio.
Verso le sei Niall mi chiamò.

Niall: “Pronto?”
Effie: “Niall, sono Effie.”
Niall: “Ciao…senti puoi venire a casa?”
Effie: “Perché?”
Niall: “Sono appena arrivato e nel vialetto c’è la loro macchina.”
Effie: “Macchina di chi??”
Niall: “Dei nostri genitori! Ti prego vieni!!”
Effie: “Ok, ora arrivo!”

Attaccai.

Effie: “Devo tornare a casa…”
Harry: “Perché?”
Effie: “Sono arrivati i miei…”
Harry: “Ma non dovevano venire oggi!”
Effie: “Lo so!” 
Harry: “Vuoi che ti accompagno?”
Effie: “Si.”

Nel giro di pochi minuti arrivammo davanti a casa mia.
Niall ci venne incontro con la faccia sconvolta.

Niall: “Cazzo, io non entro!”
Effie: “Ma perché sono venuti prima??”
Niall: “E io che ne so!”

Harry nel frattempo si era avvicinato al portone di casa.

Niall: -facendogli segno di tornare indietro- “Harry che minchia fai?!”
Harry: “E’ casa vostra giusto? Dai entrate!”

Ci avvicinammo lentamente fino a raggiungerlo.

Effie: -rivolgendomi a Harry- “Aspetta non aprire…forse è meglio se vai.”

Lui annuì e dopo avermi baciato sulla guancia e aver salutato a Niall, si avviò verso la macchina.

Harry: “Ti chiamo dopo.”
Effie: “Ok!”

Guardai Niall che fissava la maniglia e lo incitai ad aprire.

Effie: “Dai, apri.”

Aprì lentamente la porta ed entrammo.
Dalla cucina proveniva un buon profumo di pollo e patatine mentre dal salone lo scoppiettio del camino.
Presi per mano Niall e ci addentrammo cercando di non fare rumore.
Ma Isabel, che in teoria sarebbe nostra madre, si affacciò e ci vide.

Isabel: “Dov’ eravate?”

Nemmeno un saluto nemmeno un abbraccio.
Niente.
Questa fu la sua domanda.
Niall mi strinse ancora più forte la mano continuando a guardare per terra.

Niall: “Non te ne dovrebbe fregare un cazzo.”

Detto questo corse al piano di sopra lasciandomi lì.
Lei mi guardò cercando di dire qualcosa.

Isabel: “Bei modi…almeno tu mi vuoi rispondere visto che non ci vediamo da un bel po’?”

La guardai attentamente.
Non me la ricordavo così anche se non era passato più di tanto tempo.
Aveva gli stessi lineamenti di Liam.
Non avevamo mai avuto un ottimo rapporto.
Lei avrebbe tanto voluto una figlia perfetta a cui comprare i vestitini e le scarpe abbinate, ma io non ero così.
Strinsi i pugni e corsi da Niall.
Bussai alla porta di camera sua ed entrai.
Stava cercando di calmarsi ma si vedeva che stava sull’orlo delle lacrime.
Sapevo che non voleva piangere davanti a me perché lui doveva essere forte per tutti e due e non poteva permettersi di crollare.
Mi sedetti accanto a lui nel letto.
Mi strinse a se e io ricambiai l’abbraccio.
Avrei tanto voluto che si sfogasse una buona volta invece di tenersi tutto dentro.

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