12. Preoccupazioni

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La mattina dopo mi svegliai di controvoglia e, dopo aver passato quasi un’ora per darmi un aspetto decente, mi incamminai con Niall.
A metà strada ci raggiunsero Alison e Harry.
Alison e Niall andarono avanti per lasciarci da soli e solo quando si allontanarono Harry stringendomi a sé mi baciò.

Harry: “Come stai?” 
Effie:
-guardando da un’altra parte- “Bene.”
­Harry: “Guardami negli occhi…”
Effie: “Harry…”
Harry: “Lo so che non è così.”
Effie: “Hai parlato con Niall?”
Harry: “No…è da ieri sera che ho capito che stavi male, io sarei venuto ma te non volevi e così ho rispettato la tua scelta.”

Abbassai lo sguardo non sapendo che dire.
Mi prese per mano e continuammo a camminare in silenzio.
Ero stanca e l’unica cosa che volevo fare era scappare.
Arrivammo a scuola e raggiungemmo Alison e Niall che parlavano con Eleanor.

Eleanor: “Ciao Effie!”
Effie: “Ciao.”

Risposi freddamente ma lei era troppo presa dai suoi problemi per accorgersene.

Eleanor: “Luke c’è?”

Guardò tra la folla per cercarlo.

Effie: “Non lo so…”   

Come se me ne potesse importare qualcosa.

Eleanor: “Spero di no, è proprio un coglione.”

Lanciò un ultima occhiata alla folla per poi spostarsi i capelli dal viso con un gesto teatrale.
Si stava atteggiando troppo per i miei gusti, da quando era stata a letto con Luke non era più la stessa.
La campanella suonò e dopo aver salutato i ragazzi mi diressi in classe.
Mentre entravo si avvicinò Luke.
Mi si avvicinò da dietro e posò le sue mani sui miei fianchi.
Sussultai leggermente a quel tocco.

Luke: -sussurrando- “Preparati all’inferno…”

Aveva l’alito di chi aveva appena finito di fumare e il suo respiro sul mio collo mi fece venire i brividi.
Era troppo vicino.
Mi scansai.

Effie: “Senti, non voglio avere niente a che fare con te. Quindi vattene a fanculo che mi hai fatto pure sospendere.”

Detto questo accelerai il passo senza voltarmi ed entrai in classe.
Jacob mi salutò abbracciandomi.

Jacob: “Mi sei mancata ieri, compagna di banco.”

Risi cercando di smorzare la tensione che si era accumulata in me.

Effie: “Anche le tue cazzate mi sono mancate, compagno di banco.”

Ridemmo e ci sedemmo.
La professoressa di lettere entrò sbattendo la porta alle sue spalle.
Mi guardò con aria rassegnata e sedendosi aprì il registro.

Prof.: “Horan, ho parlato con i tuoi genitori…”

A quelle parole sbiancai e pregai che non continuasse davanti a tutta la classe perché nessuno, oltre a le mie amiche e Jacob, sapeva della mia situazione familiare e di Liam.
Ma la professoressa continuò.

Prof.: “So che loro non ci sono a casa e mi hanno spiegato che quando torneranno…”
Effie:
-interrompendola- “Non me ne potrebbe parlare fuori dalla classe? Non mi sembra il caso qui davanti a tutti…”
Prof.: “Non vedo niente di male, non c’è nessun problema di parlare della tua situazione familiare o di Liam.”

Si potevano sentire i bisbigli degli altri che si chiedevano chi fosse Liam.
Crollai sulla sedia lottando per non scoppiare a piangere ma le lacrime ebbero la meglio.
Jacob allora si alzò in piedi.

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