25. Spiegazioni

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EFFIE’S POV

Tamburellavo sul banco lanciando sguardi fugaci all’orologio appeso dietro alla cattedra. Mancavano cinque minuti e la scuola sarebbe finita. Alison, accanto a me, aveva già infilato i libri dentro la borsa e aspettava impazientemente il suono della campanella. La professoressa di scienze cercava invano di assegnarci i compiti delle vacanze.
3,2,1…
Al suono metallico si scatenò un putiferio. Tutti si alzarono insieme e si precipitarono fuori dall’aula. Avrei voluto correre anch’io giù per il cortile ma avevo cose più importanti a cui pensare. Niall ci stava aspettando fuori dall’aula insieme a Harry.

Harry: “Hey.”

Mi abbracciò e mi baciò dolcemente. Poi mi prese per mano e ci dirigemmo giù per le scale per uscire da quel posto infernale seguiti da Niall e Ally.

Harry: “Stai bene?”

Gli lanciai un’occhiata stanca e lui annuì silenziosamente.

Harry: “Dai, pensa che dopo questa giornata inizierà l’estate. La nostra estate.”

Riuscì a strapparmi un sorriso e gli diedi un bacio veloce sulla guancia. Uscimmo finalmente nel cortile. Quella calda giornata di giugno simboleggiava la fine di un lungo anno scolastico. Inspirai appieno e ci avvicinammo vicino a Niall e Alison.

Alison: “Allora domani si va da Louis?”
Harry: “Sì, ci vediamo da lui alle cinque.”

Alison annuì sorridendo a Niall. Ma lui continuava a fissare la punta delle sue scarpe immerso in chissà quali pensieri. Harry si avvicinò al mio orecchio.

Harry: “E’ così da stamattina.”

Non feci in tempo a rispondere che una macchina nera si piazzò davanti a noi impedendoci il passaggio. Spuntò la faccia alterata di Isabel, nostra madre.

Isabel: “Su su, muovetevi che faremo tardi.”

Imbarazzatamente lasciai la mano a Harry, ancora non lo avevo presentato ai miei e non avevo intenzione di farlo.

Effie: “Ci sentiamo dopo.”

Lanciai uno sguardo sia a Harry che a Alison e poi salii in macchina seguita da Niall.

CHARLOTTE’S POV

Quel giorno avevo saltato la scuola. Odiavo gli ultimi giorni. Non capivo perché la gente si sentisse libera al suono di una stupida campanella, felice al pensiero di tre mesi di vacanza. Tanto a settembre sarebbe riiniziato tutto quanto, quindi tutta quella gioia era inutile.

Avevo passato la mattinata all’Oblio, tanto che l’odore di tintura mi aveva fatto venire il mal di testa.

X: “Terra chiama Charlotte…”

La sua voce calda mi risvegliò dai miei pensieri.

Charlotte: “Cosa ci fai qui Zayn?”
Zayn: “Ora non posso nemmeno venire qui?”

Sbuffai.

Charlotte: “Ho avuto una giornata pesante. Come sono andati gli esami?”
Zayn: “Li ho passati tutti.”

C’era un certo compiacimento nella sua voce che mi fece innervosire ancora di più.

Charlotte: -ironicamente- “Evviva.”

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