23. dove eri?

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Jimin's pov
Aprii gli occhi abbastanza presto. La testa mi sta esplodendo e sentivo un senso di nausea orribile in gola.

Mi alzai leggermente seduto sul letto, portando una mano alla fronte in quanto il dolore era molto forte soprattutto sulle tempie.

Sospirai ed aprii gli occhi. Iniziai a guardarmi intorno e notai di essere in camera. Ripensai alla sera precende ricordandomi della bottiglia di vino e della tristezza che mi aveva accolto.

Ricordavo soltanto alcune immagine del dopo, ma ricordavo che Jungkook era lì. Non appena quel pensiero mi arrivò alla mente, mi voltai subito verso la sua parte del letto, trovandola però vuota.

Sospirai nuovamente triste, per poi alzarmi e dirigermi in bagno per farmi una bella doccia rilassante.

Passata mezz'ora, dopo essermi vestito, scesi al piano inferiore colto da una fame incredibile.

Non appena valcai la soia della porta della cucina, lo vidi.

Jungkook, nonostante fosse le 9 passate, era lì in piedi di spalle a cucinare. Non si accorse di me, finché non feci finta di tossire per attirare la sua attenzione.

-hey ti sei svegliato-mi disse, regalandomi uno splendido sorriso
-si-risposi io, rimanendo dove mi trovavo un po' sorpreso
-siediti, è pronto-mi disse portando poi la pentola che aveva sul fuoco al tavolo e sedendosi anche lui.

Si comportava in modo strano. Era stranamente felice e disponibile. Non capivo perché. Dovevo indagare.

-non lavori oggi?-gli chiesi, mentre afferavo un pancake che aveva preparato, portandomelo alle labbra.
-no, oggi ho il giorno libero. Se vuoi possiamo passare un po' di tempo insieme-disse lui, facendo il mio stesso movimento.

Io annuii, volendo approfondire il discorso di qualche sera prima.

Finita la colazione, ci avvicinammo al divano pronti a vedere un film insieme. Accesi la TV ed il film partí.

Rimanemmo in silenzio, immobile per un po finché lui si decise a rompere il silenzio.

-come mai hai bevuto così tanto ieri?-mi chiese ed io sbarrai gli occhi. Cosa potevo dire? Lo avevo fatto perché lui mi ignorava e mi evitava come la peste ma avrei potuto dire così? Dovevo scegliere la totale sincerità o una mezza verità?

-l'ho fatto...perché....ero triste-disse, scegliendo la verità
-triste per cosa?-chiese lui, voltandosi verso di me e posizionandosi meglio per far si di mettersi dinnanzi a me
-perché mi eviti ancora? Dove sei andato l'altra sera alle 3 di notte?-chiesi io torturandomi le mani con la testa bassa
-minnie io non ti evito. L'altra sera sono andato al lavoro-mi disse lui

Minnie. Adoravo già quel soprannome.

-che lavoro fai per doverci andare alle 3 di notte?-chiesi, curioso di sapere oltre alla verità, qualcosa in più su di lui
-vedi sono un medico e se mi chiamano con urgenza devo correre in ospedale. L'altra sera per esempio c'era un codice rosso, un uomo aveva gravi problemi a respirare e un dolore al petto. Per fortuna non era gravissimo e siamo riusciti a risolvere tranquillamente la situazione-mi rispose lui, spiegandomi nel dettaglio la cosa.

O era fottutamente bravo a mentire o era la verità.

-quindi quando non ci sei tutto il giorno sei in ospedale?-chiesi io, ancora curioso di sapere di più

-si e se non solo li, magari esco con i miei migliori amici-continuò lui
-li conosco?-chiesi io, volendo sapere tutto su di loro
-non credo. Si chiamano Namjoon e Yoongi-mi disse lui, sorridendomi
-no, credo di non conoscerli-dissi, abbassando di nuovo il capo

-me li farai mai conoscere?-chiesi, rialzandolo per vedere la sua espressione

ANNEBBIATO DA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora