4. non succederà mai

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Jimin's pov
Tornai a casa ormai esausto. Ero stato alla villa tutto il giorno ed ora morivo di fame. La piccola Minso era un bimba adorabile, ma anche molto attiva e vivace. Mi aveva costretto a rincorrerla tutta la giornata per tutta la casa ed ora ero sfinito.

Il mio unico pensiero era fare un bel bagno rilassante e mangiare qualcosa di delizioso e caldo.

Arrivai dinnanzi alla porta di casa, presi la chiave e la misi nella serratura. In pochi secondi fui dentro, posai la giacca sull'appendiabiti e tolsi le scarpe.

Non appena mi rilassai, mi resi conto di qualcosa che prima non avevo notato. Dalla sala da pranzo arriva il suono di diverse voci e risate.

Rimasi un po' confuso e disorientato. I miei di solito non erano tanto rumori e poi era troppo per solo due persone.

Iniziai a camminare nel corridoio a passo lento e leggero, volendo ascoltare le voci e le parole che venivano dette.

Appoggiai l'orecchio alla porta e sentii mio padre parlare e parlare con battute a tratti squallide con una donna che non era mia madre e un altro uomo.

*Che ci fossero gli zii?!*

Senza pensarci oltre, afferrai la maniglia ed aprii la porta. Volevo sapere chi fossero le altre persone li presenti con i miei.

Mi ritrovai davanti delle facce sorprese ma contente e le conoscevo tutte, anche se non erano i miei zii come pensavo. Rimasi un attimo sorpreso e confuso. Come facevano a conoscersi?

-oh tesoro sei qui-mi disse mia madre, sorridendomi e guardandomi
-ma che sta....-cercai di dire io, quando intervenne mio padre ad interrompermi
-i signori Jeon sono venuti a cena da noi con i loro figli Minso e Jungkook, che penso conoscerai-mi disse indicandoli. Li conoscevo si. La bambina che avevo guardato tutto il giorno era qui con il suo alto e bel fratello conosciuto quella stessa mattina.

*Quindi si chiama...Jungkook*

Incontrai il suo sguardo per qualche attimo ma lui mi fulminò subito e deviò lo sguardo.

Prevedibile, visto come mi ha trattato stamattina. La cosa non mi sorprende.

*Cominciamo bene*

-siediti figliolo, così possiamo parlare-continuò mio padre, indicandomi la sedia vuota davanti a me
-si cosa esattamente?-chiesi sorpreso non capendo, afferrando la sedia e spostandola indietro per potermi sedere
-vedi...io e il signor Jeon ora siamo soci alla pari dell'azienda J&J-cominciò a dirmi e io sorrisi, non capendo dove volesse arrivare.
-é meraviglioso papà-risposi, scostando la sedia e sedendomi, pronto ad ascoltare di più. Avevo capito. Erano colleghi e per questo avevano fatto la cena. Semplice.
-vedi, però nel nostro contratto per diventare tali c'è una clausola imposta dal nostro capo. Cioè in realtà l'azienda é sua, noi siamo un po' come vicepresidenti per farti capire ok?-continuò ed io annuii con la testa, aspettando che continuasse.

Non stavo capendo dove volesse arrivare con tutto ciò, ma rimasi in attesa di scoprirlo.

-ok e quindi? Non capisco-dissi confuso, portandomi alla bocca un pezzo di carne che avevo davanti
-vedi il contrato prevede un matrimonio tra i primi geniti delle due famiglie-continuò.

Non realizzai subito le sue parole, ma rimasi immobile ed pietrificato. Mi risvegliai dai miei pensieri, quando sentii delle parole provenire dalla mia destra.

-bah...non succederà mai-

ANNEBBIATO DA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora