8. è normale

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Jimin's pov
La serata stava giungendo al termine ed io ero al quanto pieno ed assonnato. Era stata una lunga serata, forse anche troppo.

Dopo la cerimonia infatti eravamo andati a mangiare in un ristorante ed avevamo ballato un po' per festeggiare il nostro matrimonio. Anche se a parer mio c'era ben poco da festeggiare, dato che gli sposi non erano felici.

Jungkook per tutto il tempo si era mostrato felice, come se a lui al momento quella situazione andasse bene. Come se una settimana prima non avesse sclerato peggio di non si sa cosa.

Avevamo ballato insieme, un ballo lento stretti l'uno all'altro come se fossimo stati una vera coppia.

Forse avremmo potuto fare gli attori, dato il nostro talento nel mentire e recitare.

Io mi ero sentito per tutto il tempo a disagio, chissà lui come stava?

Arrivò la fine della serata e nonostante non volessi dovetti andare nella mia nuova casa con mio marito. Era ancora molto strano per me dire di avere una marito. Volevo sposarmi un giorno, ma sicuramente non così e non adesso.

Non potevo credere di essere davvero sposato con quell'essere che mi aveva persino dato del ladro.

Prese le chiavi e le portò alla serratura, aprendo poco dopo la porta.

Io rimasi un po' indietro, titubante sul da farsi finché non lo vidi entrare.

Lentamente, dopo un rumoroso sospiro, entrai anche io trovandomi davanti una casa davvero immensa e bellissima.

*Una consolazione in questo schifo*

Tolsi le scarpe ed mi addentrai nel salotto, trovandomi davanti una stanza immensa con un divano altrettanto grande.

Mi diressi da esso, sedendomi li. Chiusi gli occhi, iniziando a bearmi di quella comodità, cercando di dimenticare la giornata appena vissuta.

-che stai facendo?-mi sentii chiedere all'improvviso da quello che ora era mio marito con un tono freddo e secco
-mi rilasso-ridposi, rimanendo in quella posizione, trovandomi come risposta una risatina sarcastica.

Aggrottai le sopracciglia ed aprii gli occhi, ritrovandomi Jungkook a pochi centimetri dal viso.

Subito il panico si impossessò di me ed il mio cuore iniziò a battere ad una velocità assurda.

Continuava ad avvicinarsi senza mai demordere. Non sapevo che fare. Ero totalmente in panico.

Il mio corpo, per fortuna, iniziò a muoversi da solo facendomi muovere le mani, posizionandole sul suo petto per spingerlo via da me.

Non appena sentí il mio tocco addosso, prese i miei polsi immobilizzandoli e portandoli ai lati della mia testa. Si posizionò sopra di me, tenendomi fermi i polsi.

Cercai di liberarmi, muovendomi un po' ma senza successo. Lui era più forte di me ovviamente.

-lasciami-dissi, continuando a muovermi cercando di liberarmi sperando nella sua clemenza
-perché dovrei?-mi sussurrò lui all'orecchio con voce sexy e provocante
-ora sei mio marito-continuò vicino al mio orecchio, leccandomi il lobo- è normale fare questo genere di cose-continuò con un ghigno malizioso sul volto.

ANNEBBIATO DA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora