78. che hai?

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AVVISO: il capitolo 77 si è spostato dopo il numero 82 non so perché. Andate a leggerlo prima di questo. Grazie e scusate.
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Jungkook's pov
Erano già passati alcuni giorni da quando c'era stato il processo, che ci aveva finalmente liberato da un peso enorme chiamato: nostri genitori.

Da quando c'era stato finalmente regnava la pace. Non ricevevamo più chiamate al fine di portarci all'esasperazione. Tutto era tranquillo. Anche Jimin era di nuovo felice e contento. Aveva ricominciato a mangiare regolarmente ed a sorridere anche per sciocchezze. Ero contento di vederlo di nuovo felice, se lo era lui di rimando lo ero anche io. Questa era l'unica cosa importante per me, la sua felicità.

Mi alzai presto, così da uscire e prendere la colazione. Volevo festeggiare la ritrovata tranquillità con la colazione preferita di Jimin, prendendogli un caffè macchiato al caramello e un cornetto al pistacchio. Sapevo che appena li avrebbe visto mi sarebbe saltato addosso per la felicità.

Solo il pensiero mi faceva sorridere. Amavo tenerlo in braccio, stretto forte contro il mio petto.

Ormai davanti alla porta, infilai la chiave ed entrai in casa. Lo vidi sul divano, intento a guardare qualcosa. Senza farmi troppe domande,mi  fiondai da lui, sdraiandomi con la testa sulle sue gambe.

-ciao kokkie-mi disse subito sorridendo e dandomi un bacio sulla guancia, portando le sue mani una sul mio petto e una tra i miei capelli. Misi subito il broncio, volendo le sue labbra sulle mie. Lui se ne accorse e ridacchiaiò chiedendomi quale fosse il problema. Io senza aggiunge niente, portandomi l'indice sulle labbra, ci picchiettai sopra per fargli capire che volessi un bacio li.

Sorrise ancora, per poi abbassarsi ed accontentarmi all'instante, lasciandoci un dolce bacio a stampo sopra.

-ora va meglio-dissi, sorridendo lasciandomi accarezzare i capelli.

-dove sei stato?-mi chiese, guardandomi dolcemente lui di rimando

-a prenderti un cosa-risposi io, spostando lo sguardo al sacchetto sul tavolo.

-che cosa?-mi chiese lui, curioso come un bambino e sorridente come non mai.

-guarda tu stesso-risposi, porgendogli il sacchetto. Lui lo afferrò senza esitare, aprendolo in meno di un secondo.

Il suo volto cambiò all'istante, scaraventandosi subito su di me salendomi a cavalcioni sulle gambe e baciandomi appassionatamente per alcuni secondi.

-se sapevo che la tua reazione sarebbe stata questa, lo avrei fatto tutti i giorni-gli dissi di slancio con un sorriso beffardo sul viso, ricevendo un schiaffo sul braccio e uno "stupido".

Iniziammo a mangiare, uno a fianco all'altro mentre lui teneva la testa appoggiata contro il mio petto. Era la mia posizione preferita. Quando stavamo così, lo sentivo parte di me, come se diventassimo una cosa sola. La sensazione migliore della mia vita.

D'improvviso però, sentii un cambiamento nel suo umore. Fu solo una sensazione, ma l'ha sentii. Aggrottai la sopracciglia cercando di capire se fosse reale o solo la mia immaginazione.

Subito spostai gli occhi verso di lui, per poterlo osservare. Era calmo e tranquillo, ma mentre mangiava vedevo il suo volto basso, fisso nel vuoto come se stesse pensando a qualcosa che lo preoccupasse. Forse non sbagliavo, forse qualcosa c'era che non andava.

Senza pensarci oltre, portai due dita sotto il suo mento, così da potere avere i suoi occhi nei miei. Volevo sapere quale fosse il problema. Non volevo fosse triste ancora, soprattutto adesso che poteva essere di nuovo felice.

Al contatto con la mia pelle, lo vidi come risvegliarsi dai suoi pensieri, cercando di cambiare la sua espressione in una meno pensierosa. Per sua sfortuna era già tardi. Avevo già visto la sua precedente tristezza e non aveva scampo. Doveva dirmi il motivo o mi sarei arrabbiato.

-piccolo che hai?-chiesi io, guardandolo negli occhi non volendo che mi mentisse sul suo vero stato d'animo.

-non è niente kokkie-mi rispose, abbassando lo sguardo. Sospirai, spostando la mano dolcemente sulla sua guancia portando sull'altra la compagna baciandolo dolcemente.

-amore, lo so che c'è qualcosa che non va. Lo sento. Parlane con me, ti prego. Non escludermi, voglio solo il tuo bene e la tua felicità. Per favore, dimmelo-sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra per poi riprenderle in un tenero bacio.

Vidi le lacrime formarsi sui suoi occhi.

*La cosa è più preoccupante di quanto pensassi*

Senza aver tempo di fare niente, mi si lanciò addosso mettendosi sopra di me e facendomi sdraiare sul divano.
Mi strinse subito molto forte, iniziando a piangere disperato. Sentii una morsa allo stomaco, sentendolo in quelle condizioni.

Decisi di stringerlo e farlo calmare prima di chiedergli ancora cosa lo turbasse. Era evidente che ci fosse qualcosa vista la sua reazione.

Passarono alcuni minuti, alla fine piansi anche io, non potendolo evitare.

Si rialzò, portandosi seduto ed invitandomi a fare lo stesso con lui. Afferrò le mie mani, accarezzandole, prima di riprendere parola.

-kokkie...c'è una cosa che devo dirti, ma promettimi che non ti arrabbierai-mi sussurrò con una flebile voce che mi fece sorridere per quanto tenero fosse.

ANNEBBIATO DA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora