29. - sotto una distesa di stelle.

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Louis non era seduto sul divano con lui, ma era piuttosto lontano. Non aveva smesso di unirsi al gruppo, anzi, sembrava che con loro non ci fosse nessun problema. Il problema era lui e quello che era successo la sera prima. Per fortuna era Sabato e avevano tutte le carte in regola per poter andare ad un locale e sbronzarsi con qualsiasi drink. «Ci ubriachiamo stasera, vero? sì?» quasi supplicò, facendo ridacchiare Niall e Liam che annuirono. Louis e Zayn si guardarono per un breve attimo, prima di annuire a loro volta. Harry alzò un pugno in aria, come se avesse vinto alla lotteria, e si dileguò, usando la banale scusa di "doversi preparare". Non era vero, era ancora troppo presto e lui non aveva decisamente bisogno di tutto quel tempo, ma allontanarsi da un Louis così freddo nei suoi confronti, poteva fargli solo che bene.

Sentì la porta di ingresso aprirsi, un veloce chiacchiericcio e poi la porta richiudersi. In men che non si dica Liam e Niall erano sul suo letto, e cullarlo e viziarlo per avere i dettagli. Avevano notato tutti il comportamento di Louis. Probabilmente era perché i due erano sempre stati incollati, e vederli separati faceva un certo effetto. «Louis mi ha baciato» il suo petto si sgonfiò, mentre un silenzio tombale lo oppressava di nuovo.

«E non è ciò che vuoi da quando l'hai visto per la prima volta?» fu la sciocca domanda di Liam, che ingenuamente aveva il viso appoggiato sui palmi e le gambe intecciate. Sembrava un bambino imbronciato, probabilmente lo era.

«Sì, sì. Ma dopo se ne è pentito ed è scappato via, e adesso non mi parla» sospirò. Niall giocherellò con i suoi ricci, accarezzandogli le guance rossastre e rimanendo in silenzio. Appoggiò la testa tra il suo collo e la spalla, e rimase in quel modo. Harry corrucciò le sopracciglia, e avvolse un braccio intorno al corpo dell'irlandese. Liam si aggiunse a quell'abbraccio scomposto e tutti attesero che l'irlandese parlasse di cosa lo rendesse triste. Poi un lampo attraversò la mente di Harry, e si rese conto che Gemma era in cucina. Gemma. Niall. Cazzo. Liam sembrò rifletterci, e i suoi occhi si illuminarono quando capì che cosa avesse rattristito il biondo. «Me lo puoi dire» Harry quasi cullò Niall con quelle parole, mentre lui scattava con la testa e si allontanava dal calore del suo migliore amico.

«Cosa? non ho niente da dirti» era così imbranato. E non sapeva mentire. Le punte delle sue orecchie diventavano rosse, quindi non poteva permettersi di dire bugie. Harry lo guardò con quello sguardo, e Niall sbuffò. «La amo da anni, H. Non— mi dispiace, okay? ma non posso evitarlo, e ho cercato di farmela passare. Semplicemente non ci riesco. Non è una cotta, la amo. La amo come..come tu ami Louis» sussurrò, asciugandosi frettolosamente una lacrima. Il riccio, sorprendentemente, lo strinse in un abbraccio e gli baciò una tempia.

«Stasera pensiamo ad ubriacarci, poi pensiamo ad un piano per farti riconquistare Gemma» sorrise. E il suo sorriso arrivò agli occhi e perfino al cuore.

«Ti voglio bene, lo sai?» sbascicò Niall, finalmente felice.
«Te ne voglio anch'io, nano irlandese» rispose allegro.

«Ci sono anch'io in questa stanza!» urlò oltragiato Liam, facendo scoppiare a ridere ad entrambi. Le loro risate rieccheggiarono in ogni stanza.

    ***

Il locale non aveva niente di nuovo o diverso, per cui Harry non si preoccupò neanche di analizzarlo. Semplicemente vide le bottiglie di alcolici e si precipitò verso il bancone, voleva sgolarsi ognuna di loro e divertirsi senza pensare a Louis, al loro bacio, e a Louis. Ah, e non voleva pensare a Louis. L'aveva detto che non voleva pensare a Louis? forse sì, forse no. Niall sembrava avere la sua stessa linea di pensieri, proprio come Liam. Avrebbero dovuto parlare anche con il castano, ma c'era tempo. C'era tempo.

«Okay, cosa vi porto?» un ragazzo con i capelli castani, gli occhi profondi e il sorriso sbarazzino, era posto dietro al bancone e li guardava divertiti. E guardava Harry. Probabilmente lo stava fissando. Il riccio si leccò le labbra, appoggiandosi poi al bancone e sporgendosi verso di lui. La sua camicia si aprì il tanto che bastava per scoprire il suo stomaco, e lo sguardo di quel barista sembrò seguire la sua collana verso il basso.

«Scegli tu per me, per il biondino della birra e per il castano della semplice Vodka» stava decisemente flirtando con quel ragazzo, ma non importava a nessuno. Liam seguì la figura di Zayn con lo sguardo, e dopo aver preso il suo drink si mescolò alla massa. Niall, invece, prese la sua birra e si sedette su un divanetto. Isolato dal resto del mondo mentre il suo spirito irlandese prendeva il sopravvento. Quel ragazzo amava la birra.

Dopo poco anche il suo drink venne servito. Ne bevve un sorso e sentì la testa girare. Non era mai stato bravo a reggere l'alcol, ragion per cui non sapeva distinguere gli alcolici. Prese la sottile fetta di limone che era stata posata delicatamente sul bicchiere e succhiò, mantenendo il contatto visivo con quel barista che cominciava ad interessarlo. «Come— come ti chiami?» balbettò, seguendo il contorno delle sue labbra con lo sguardo.

«Harry, mi chiamo Harry» sorrise, ma le fossette non spuntarono. Quello sconosciuto non sapeva che se non si palesavano non era felice davvero, e non era importante che lo sapesse. «Tu come ti chiami?»

«Nick» NickNickNick. Era un bel nome. «E penso che quello che mi sta guardando male dall'angolo del bar sia un tuo amico. E sì, penso che se adesso non ti saluto viene qui. Ah, sta già venendo,» neanche a smettere di parlare, che Louis afferrò Harry per il gomito e lo trascinò fino al giardino adiacente a quel locale. Forse era un po' differente dal resto dei locali, Harry sarebbe sicuramente tornato. E avrebbe fatto amicizia con quel Nick. Sì, decisamente. E forse, da lucido, si sarebbe scusato con lui.

«Cosa stai cercando di fare? eh?» la voce di Louis poteva sembrare tagliente, ma stava sbiascicando ed era evidentemente ubriaco. Fece un passo avanti, premendo l'indice sul petto di Harry e spingendolo indietro. «Volevi scoparti quel tipo?»

«O farmi scopare, sì, era quella l'idea» risposte divertito Harry, vedendo tutte le sfumature della rabbia passare sul viso di Louis. Inaspettatamente, il ragazzo prese il suo viso tra le mani, e con prepotenza lo baciò. Fu un bacio frettoloso, ruvido, le loro lingue sembravano combattere, discutere proprio come stavano per fare loro se solo Louis non si fosse scaraventato sulle sue labbra. Spinse il suo corpo verso quello di Harry, che finì verso il muro del bar. Raccolse le sue gambe e le avvolse attorno al suo bacino, mentre continuava ad accarezzare le sue scapole. Le grandi mani del più piccolo si adagiarono sul viso del maggiore, accarezzandogli i suoi zigomi pronunciati e passando una mano tra i suoi soffici capelli.

Si separarono, ma rimasero in quella posa per almeno un minuto prima che le loro labbra (rosse e gonfie) si cercassero di nuovo. E ancora, ancora e ancora. Le mani di Louis smisero di accarezzare le sue scapole, e cominciò invece a mantenere il ragazzo per le maniglie d'amore che aveva sempre desiderato stringere. Lo stava facendo. Il suo desiderio stava bruciando come le sigarette e la nicotiva che fumava, e lui lasciava che lo bruciassero. Aveva bisogno di bruciare, perché bruciava per Harry, e non poteva reprimerlo. Semplicemente..non poteva.

Sotto una distesa di stelle, Louis continuò a bruciare per Harry. Tutta la notte. Tra baci e carezze. E non pensò alle conseguenze, furono come eclissate dalla sua mente.






Spazio Au.

Hi! questo capitolo fa letteralmente cagare, e non l'ho neanche rivisionato. Dunque, se fa schifo, chiedo venia. Ovviamente pubblico ad orari scomodi.

Spero che la storia vi stia piacendo, love u all Xx🐣

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora