20. - mi piaci.

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Appena arrivato a scuola, Harry sentì tutte le sue convinzioni crollare. Come se fossero state un castello di carte esposte al vento, o un castello di sabbia troppo vicino al mare per evitate che quello se lo porti con sé.

Aveva visto Louis, con la sua ragazza e Zayn. Liam parlava poco, sorrideva solo al mulatto e sembrava mangiarselo con gli occhi. Harry voleva avvicinarsi, davvero, ma c'era anche Eleanor e preferiva evitare. Non trovò la chioma bionda di Niall, e pensò che fosse semplicemente in ritardo, perché era puntuale solo per andare a casa sua.

Perché a casa tua c'è Gemma, gli ricordò la sua coscienza. Lui voleva zittirla, ma sapeva che aveva ragione. Faceva presto solo per pregustarsi quegli attimi in cui era totalmente solo con sua sorella, mentre Harry era occupato ad aggiustare quel dettaglio che gli fuggiva sempre. O almeno, che gli era sempre sfuggito, almeno fino a quel momento.

Harry voleva davvero che sua sorella e Niall fossero felici, ma non riusciva a soppotare l'idea di un litigio, o di una rottura. Da che parte sarebbe dovuto stare? avrebbe dovuto confortare sua sorella o correre dal biondo? era tutto maledettamente confuso, e lui aveva solo paura di perdere una delle persone più importanti della sua vita. Aveva perso sua nonna, aveva perso così tanto, e non era pronto a perdere anche lui.

Gli mandò un messaggio, chiedendogli se potesse raggiungerlo a casa sua, nel tardo pomeriggio. Si erano fatte le otto ed un quarto, e l'irlandese non era ancora lì, per cui Harry decise di entrare. A fargli compagnia fu Liam, visto che si era avvicinato mente era occupato a digitare sul telefono. Louis e Zayn erano entrati prima di loro, ma il riccio non ne era dispiaciuto. Aveva guardato il maggiore per tanto, così tanto da poter dire quante sfumature ci fossero nei suoi occhi e quante rughette d'espressione spuntassero quando rideva. Ma Louis era pronto per sapere quei dettagli? Louis voleva sapere quelle cose di lui? la sua testa era così piena di domande che quasi gli faceva male.

«Andiamo?» lo riscosse Liam, indicando la scuola.

«Sì, certo, andiamo,» rispose, ma mentre camminava si rese conto che Liam avesse il numero di Niall, e che ci parlasse almeno una volta al giorno. «Tu..hai parlato con Niall? sai perché oggi non è venuto?» chiese, cauto, guardando di soppiatto il castano. Lui fece spallucce, con un'espressione vaga.

«No, non davvero. Mi ha solo detto che non sarebbe venuto, e..Harry, gli manchi maledettamente tanto» sussurrò infine, guardandolo negli occhi e cercando di trasmettergli qualcosa.

«Già, anche lui a me» rispose il riccio, sbuffando al suono della campanella e salutando Liam. Aveva chimica, ma i suoi unici pensieri erano puntati su i suoi tre piani; andare da sua nonna, riappacificarsi con Niall e parlare con Louis. Poteva farcela, si ripeteva, ma le carte erano troppo fragili per resistere alla bufera.

***

Louis aspettò il bus con lui, e come ogni volta che prendevano il bus (cosa capitata ogni giorno della settimana, dalla prima volta in poi), andarono alla gelateria Payne. Rimasero perlopiù in silenzio, ed Harry sapeva che prima o poi avrebbe rovinato tutto con le parole. Ma doveva sapere.

«Louis?» richiamò, dopo aver preso la solita ordinazione ed essere stato strapazzato da Karen. Quella donna sembrava essersi affezionato a lui, e ogni volta lo stringeva in un abbraccio caldo. Suo marito, Geoff, stava più sulle sue, subendosi le sue lamentele e i suoi sbalzi d'umore, ma anche lui era un uomo fantastico. Harry era felice di averli incontrati, e di aver incontrato il figlio, ovviamente.

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora