33. - una canzone d'amore.

2.6K 147 28
                                    

«Lo odio!» sprofondò nel suo materasso, coprendosi il volto con le braccia. Aveva davvero voglia di urlare, e lo odiava. Lo odiava. Non riusciva a capacitarsi della loro inutile discussione, e del fatto che l'altro se la fosse presa così tanto da evitarlo. Voleva prenderlo a pugni.

«Certo, Tommo» lo sfotté Zayn, gettandosi al suo fianco. Il ragazzo lo stava ascoltando da quando erano ritornati a scuola, ma Louis non poteva fare altrimenti. Harry non l'aveva neanche salutato e tutto ciò che aveva fatto era stato guardarlo con uno sguardo da gattino ferito. Gli era anche passato di fianco, ma non gli aveva parlato. Lo odiava.

«Io non capisco! abbiamo discusso per una cazzata, e lui si è arrabbiato per niente» Louis era convinto di avere un broncio ad incorniciargli il viso, ma non gliene fregava nulla. Strinse anche le braccia al petto, fissando la stella H con astio. Le fece anche la linguaccia. Maledetta. «Cos'ha Eleanor che non va?» chiese, con un filo di voce.

«Lo stai chiedendo per te stesso o per Harry?» ribatté Zayn, guardandolo di soppiatto mentre continuava a leggere il libro che Liam gli aveva prestato. Il moro non si era mai particolarmente cimentato nella lettura, ma da quando il ragazzo si era intrufolato nella sua quotidianità, stava prendendo pian piano le sue stesse abitudini. E non gli dava fastidio. Non avrebbe mai potuto dargli fastidio. «Nel caso te lo stessi chiedendo per Harry, avrà i suoi motivi per non parlarle. Quel ragazzo è un hippie figlio dei fiori, quando cammina gli uccelli cantano, pensi davvero che possa non riuscire a sopportare qualcuno senza che la persona in questione faccia niente?» sbuffò Zayn, ridacchiando e cominciando a fissare il soffitto.

«E per quanto riguarda me?» chiese Louis, girandosi a guardarlo. «Non è Eleanor, sono io» sospirò, sentendo gli occhi del suo migliore amico perforargli l'anima.

«Non costringere un sentimento se è assente» sospirò il mulatto, accarezzandogli il ciuffo color caramello e baciandogli la fronte. «Non hai niente che non va, Lou».

Louis gli credette. E Zayn lo tenne stretto, perché sapeva che aveva bisogno di lui. E ci sarebbe stato, perché lui era sempre presente.

***

«Non riesce a capire il mio punto di vista» sbuffò Harry, incrociando le braccia al petto. Niall esultò per un goal, e Liam mise in pausa la partita. Si guardarono per un attimo, poi posarono il controller a terra e si girarono completamente verso il riccio. «Forse— ho sbagliato io, secondo voi?» chiese, titubante.

«No, non hai sbagliato. Tesoro, se Louis non riesce a comprendere le antipatie, è un problema suo» spiegò Niall, sorridendogli e bevendo un sorso della sua birra.

«Forse mi sono comportato da amico geloso-possessivo?» sembrava così triste. Sbuffò sonoramente, ricevendo un abbraccio da Liam. Il castano gli lasciò un bacio tra i riccioli e tornò a sedersi di fianco a Niall.

«No, H. Hai semplicemente fatto notare il tuo fastidio verso Eleanor, non è un male. Va bene avere le proprie antipatie, non devi essere necessariamente amico di tutti e sopportare qualsiasi cosa» stranamente (o forse no), Liam aveva ragione. Poteva avere le sue antipatie, e che a Louis non andassero bene, non gliene poteva fregare di meno. Non riusciva ad essere amico di Eleanor, ma non la stava insultando o le stava mancando di rispetto. Non riusciva a capire perché il maggiore si fosse arrabbiato così tanto.
Perché è la sua ragazza? gli propose la sua coscienza, e annuì piano. Forse per quello, forse no. Ma lui ed Eleanor, amici non potevano essere.

Sentì il rumore delle nocche sulla porta, prima che quest'ultima venisse spalancata e Gemma piombasse in camera. Aveva un jeans alto in vita a fasciarle le gambe magre e un crop top con le maniche lunghe a mostrare le sue forme. «Haz, prendo la tua giacca,» disse, senza prestare attenzione a chi ci fosse in camera. Harry sapeva che stava volutamente facendo finta di nulla. La ragazza sparì dopo aver preso ciò che le serviva, e Niall quasi scoppiò a piangere.

«Ho avuto un'idea, Neil,» sorrise. «Perché non le canti una tua canzone?» propose, vedendo le guance del biondo tingersi di un rosa tenue. Gli occhi di Liam brillarono mentre lo scuoteva leggermente e gli faceva mille domande su quale strumento suonasse, da quanto cantava, cosa provava mentre lo faceva. Sembrava un bambino che aveva pieno possesso di dieci caramelle.

«Non sono così bravo» sussurrò l'irlandese, grattandosi il retro del collo, in evidente disagio. Harry quasi lo schiaffeggiò, Liam lo fece per lui. Risero insieme quando il teatrino finì, e poi Niall si alzò dal suo posto per andare a recuperare un piccolo taccuino che nascondeva nella tasca interna del suo giubbotto. «Questi sono solo...sono bozze»

Harry e Liam ebbero il permesso per poter leggere alcuni testi, e rimasero affascinati da una canzone specifica. Sembrava essere completa, e probabilmente Niall l'aveva scritta tempo prima. Era bellissima, e rispecchiava al meglio quello che il biondo provava. «Ti aiuteremo con le prove, ma poi farai tutto da solo. D'accordo?»

«D'accordo» i tre si sorrisero, e Harry mise da parte i suoi pensieri per Louis. In realtà, fece finta di metterli da parte. Il maggiore si nascondeva in ogni perimetro della sua mente, e poteva osare dicendo che gli era entrato fin sotto pelle. Louis era sempre stato diverso dagli altri, e sapeva che quello che provava per lui era più profondo di quanto mai avesse provato prima.

Quando solo guardava il maggiore, si sentiva meglio, al sicuro, appagato quasi. Il suo stomaco si attorcigliava e faceva male, il suo cuore batteva all'impazzata e non si regolava facilmente, specie da quando lui e il ragazzo erano diventati amici. Era sempre così vicino ma mai come davvero desiderava. Sperava che, nonostante quelle mille discussioni che stavano avendo in quel periodo, riuscissero a mantenere intatto il loro rapporto.

Harry era sicuro che, se ci fosse stato un remoto futuro in cui lui e Louis non parlavano e non erano più amici, il riccio non sarebbe più andato alla gelateria/tavola calda dei Payne. Non avrebbe più bevuto un milkshake senza pensare ai mille pomeriggi passati a berlo in compagnia di una tazza di tè e un ragazzo con la parlantina inglese. Se avesse preso una ciambella con la glassa alle fragole, avrebbe ripensato a Louis e a quante volte se l'erano comprata a vicenda. Se avesse visto le stelle, avrebbe ripensato ai due baci che si erano dati nel buio della notte e alle stelle di plastica che aveva applicato sul suo soffitto. Se avesse preso un diario, avrebbe ripensato a come Louis l'avesse rubato e come, però, avesse interrotto quasi subito la lettura. Se avesse voluto saltare scuola, si sarebbe ricordato di come una semplice voglia aveva fatto nascere un tacito accordo che era sfociato in un'amicizia. Se avesse disegnato, si sarebbe ricordato di come amava disegnare su dei fazzoletti e regalarli a Louis.

Che avesse camminato per le strade, dormito nel suo letto o si fosse steso sul divano, Louis sarebbe vissuto in quelle piccole cose. E la loro amicizia sarebbe durata in eterno, almeno nel suo cuore. Scolpita e impressa nella sua mente, Harry non poteva dimenticare.

Ma, il riccio si ripeté, doveva smetterla di pensare a Louis e concentrarsi per aiutare il suo migliore amico.








Spazio Au.

Hi!
ho pubblicato ad un orario indecente perché lo faccio sempre e ormai è tradizione. Il capitolo scorso è letteralmente floppato e spero che questo abbia un minimo di visibilità in più, anche se è semplicemente di passaggio.

Vi ringrazio davvero tanto per le 4.0k visualizzazioni, vi amo taaaaanto. 🐣

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora