6. - la festa, il ballo e Louis.

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Fu stressante per Harry prepararsi per una festa e non potersi consultare con il suo diario.

In primis, non amava le feste e non ci andava dalle elementari (e per la cronaca, le feste erano quelle dei suoi compagni di classe che gli regalavano un giochino a fine serata) e in secundis, odiava il non potersi sfogare nel suo solito modo.

Quando indossò la camicia bianco latte si pentì di aver organizzato tutto quello, decisamente.

Sbottonò i primi due bottoni, sentendo la necessità di respirare in modo più profondo e frequente. Niall sembrava tranquillo vestito come un maggiordomo senza papillon, ma Harry notava il suo sguardo perso e non poteva fare a meno di chiedersi perché fosse in quello stato.

«Ciao, maggiordomo.» scherzò il riccio, dandogli anche una gomitata giocosa che sembrò divertirlo davvero poco.

Harry cercò di collegare il suo comportamento a qualche avvenimento degli ultimi giorni, ma oltre Louis e il suo menefreghismo non c'era niente che potesse turbarlo. E poi, quando sembrava aver capito, ormai si era fatto tardi.

La porta era aperta e la persona che li avrebbe aiutati era sull'uscio, in attesa che facessero un passo verso di lui e che dessero il via libera a quella serata. Quando stette per far un passo, una mano si posò delicatamente sulla sua spalla e il riccio capì subito di chi fosse.

Gemma aveva un abito rosa pallido a coprire le sue forme, senza però pressarle; le accentuò in modo delicato, lasciando scoperte le sue piccole spalle. I suoi capelli scuri erano stati trattati in modo impeccabile e Harry non riusciva a distogliere lo sguardo da quei boccoli tanto perfetti. Sua sorella era bellissima in qualsiasi modo, ma quella sera si era decisamente superata.

«Se non vi dispiace, vengo anche io.» disse, avvicinandosi al ragazzo sulla soglia e aggrappandosi al suo braccio in modo sicuro. A quel gesto Niall abbassò il capo e Harry gli posò una mano sulla schiena, cercando di rassicurarlo.

Così facendo l'irlandese sorrise, probabilmente grato sia al silenzio che al gesto dell'amico.

«Andiamo?» chiese il castano, accarezzando il braccio di Gemma sotto gli occhi attenti del fratello, che si limitò ad annuire.

Harry non poteva reagire visto che quel ragazzo li stava accompagnando alla festa di Julie, ragion per cui rimase in silenzio per tutto il tragitto.

La festa era esattamente come Harry se l'aspettava.

Non c'era dettaglio che non fosse ciò che già sapeva, o almeno, quella era la dimostrazione che le serie tv adolescenziali non fossero totalmente inutili.

L'odore dell'alcol impregnava ogni parete bianca di quella casa e su dei divanetti erano seduti dei ragazzi con buste di cocaina e canne già accese in mano.

Una massa di persone sudate ballava in modo scoordinato al centro del salone (che era grande almeno quanto tutta la casa di Niall). Il biondo si era attaccato al braccio di Harry e si guardava intorno in modo confuso, come se fosse finito in una casa per sbaglio e avesse decisamente bisogno di aria. Il riccio era nella sua stessa situazione, perciò non potette fare altro che osservare l'ambiente.

Sua sorella Gemma era in pista con il ragazzo che aveva scoperto si chiamasse Liam ed Harry continuava a sopportare in silenzio quella situazione solo perché il castano tendeva a spostarsi ogni qual volta il corpo o il viso di Gemma si avvicinassero troppo.

Avrebbe anche potuto controllare la reazione di Niall se solo la sua cotta non gli fosse passata vicino, tanto, troppo vicino. La fragranza mascolina di Louis aveva annebbiato la vista di Harry e, da quel momento, il ragazzo non aveva fatto altro che cercarlo tra la massa.

La camicia nera di Louis stringeva sui punti giusti e lasciava intravedere alcuni suoi tatuaggi, il che gli faceva piacere. I suoi capelli erano stati aggiustati da Eleanor, che aveva insistito affinché le desse il permesso di giocherellare con il gel e alcune ciocche color miele. I suoi occhi cristallini saettavano da destra a sinistra, in cerca di un ricciolino che trovò immediatamente.

I loro occhi non smisero di cercarsi nemmeno quando si trovarono e Louis lasciò la sua ragazza da sola per avvicinarsi ad Harry e assicurarsi che fosse realmente lì.

«Ciao, ricciolino.» salutò, con quel sorriso fatto di rughette agli angoli degli occhi.

Harry era arrabbiato con lui, lo era davvero, ma come poteva continuare a tenergli il broncio se lui gli sorrideva in quel modo? Così gli sorrise di rimando, mostrando due profondi solchi sulle guance e girando poi il capo, alla ricerca di una bottiglia alcolica.

Appena individuata fece per avvicinarsi, ma Louis era abituato ad avere tutti ai suoi piedi, così lo prese per il polso e lo trascinò in pista, ballando un lento scoordinato. «Ho letto alcune pagine del diario e-»

«Fanculo, Louis. Non sai cosa sia la privacy, l'educazione e la gentilezza.. mi chiedo davvero perché le persone ti venerino come se fossi un dio.» mi chiedo perché continuo a sentire una morsa quando ti vedo. Mi chiedo perché continuo a desiderarti.

Harry si allontanò, lasciando Louis da solo e con mille pensieri a ronzargli per la mente.

Louis non si era mai sentito così sporco, così insicuro sulla sua persona. Molte volte si ritrovava ad elogiare sé stesso, ma mai come in quel momento desiderò scomparire e riapparire nel corpo di un altro, magari bello e puro come Harry.

Voleva anche raggiungerlo, magari parlare di qualcos'altro e non insultarsi a vicenda, ma il tutto andò a frantumi nel momento in cui la sua ragazza gli allacciò le braccia dietro al collo, appropriandosi ancora una volta delle sue labbra. E quando Eleanor gli indicò le scale, facendogli segno di salire (cercava anche di apparire sexy, ma onestamente Louis non riusciva neanche a concentrarsi su di lei, figuriamoci sulla sua espressione). Comunque, nonostante tutto, salì al piano di sopra, cercando una camera fornita anche di chiave, in modo da non essere disturbati (come era già capitato, purtroppo) e davvero, fece finta di non aver visto lo sguardo di Harry su di loro, provò a non pensarci, ma ogni volta l'immagine delle sue iridi smeraldo si impossessavano della sua testa.

Cercò di non pensare al ragazzo mentre spogliava Eleanor ma, per qualche strano motivo, non ci riuscì.

Quando i due ragazzi rimasero nudi sul letto, a guardare il soffitto, ancora sopraffatti dal momento appena avuto, Louis non potè fare a meno di sentirsi in colpa.

Aveva Eleanor al suo fianco e non riusciva a pensare a qualcuno che non fosse il ragazzino che non conosceva, con i capelli ricci e gli occhi più verdi del prato appena tagliato.



SPAZIO AU!!!

Capitolo più che altro di passaggio, ma che comunque introduce un po' "dell'affetto" che Louis comincia a provare per Harry.

Sono del parere che leggendo pensieri o annotazioni delle persone, si impari a conoscerle meglio, ed è per questo che ho impostato l'iniziale affetto di Louis verso Harry su questo.

Spero che la lettura sia stata picevole, ci vediamo alla prossima.🤍

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora