26. - Venerdì.

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Louis era seduto sul divano, Harry aveva la testa appoggiata sul suo stomaco mentre rivedevano la quarta stagione di Teen Wolf. Niall, Liam e Zayn erano invece seduti rispettivamente ai piedi del divano e su una poltrona troppo piccola per due. Ma se loro non se ne preoccupuvanao, perché avrebbe dovuto farlo lui?. Anne aveva preparato la colazione per tutti, e così, dopo aver mangiato dei croissant al cioccolato, si recarono insieme a scuola.

Il maggiore fu il primo a distaccarsi dal gruppo, poiché doveva andare da Eleanor, che lo stava guardando con amore. Perché loro si amavano, gli ricordò la coscienza. Non importava quanti momenti intimi avessero avuto lui e Louis, il liscio sarebbe ritornato sempre da quella ragazza dai capelli castani e gli occhi a cerbiatto. Se non avesse avuto la lingua velenosa, Harry avrebbe potuto riconoscere a pieno la sua bellezza.

«Andiamo?» la voce pimpante di Niall lo risvegliò, così lo seguì senza proteste. Il ragazzo cominciò a parlare di quanto si annoiasse, dunque ad Harry venne la fantastica idea di saltare solo la prima ora. Aveva fatto un paio di assenze da quel fatidico giorno in cui si erano persi nel nulla totale, ma importava davvero? no, non in realtà. Prese la mano dell'amico e lo trascinò sul retro, dove poi si ritrovarono da soli e con l'erba verde e alta a circondarli.

«Non sopporti vederla con lui, non è così?» chiese Niall, mentre faceva passi incerti verso il giardino malridotto, Harry era fermo a pensarci. Poteva percepire le labbra di Louis schiudersi e raccogliere la bocca di rosa di Eleanor, mentre le loro lingue danzavano un lento con la musica inesistente. Odiava sentirsi in quel modo, e odiava quella relazione.

«Non sopporto vedere lui con lei» rispose semplicemente, scrollando le spalle e trattenendo una risata alla faccia confusa dell'irlandese.

«E non è la stessa cosa?» fece, difatti.
«No» fu l'unica risposta che ottenne. Harry si stese sull'erba umidiccia, sentendo la sua schiena rilassarsi, e Niall lo seguì poco dopo. Se anche avesse avuto una bandana sugli occhi, il ragazzo avrebbe saltato con lui. Mano nella mano. Era quello il loro giuramento.

«Dovrei essere felice per lui, non è così? dovrei pensare solo alla sua felicità, perché la ama, no? e invece sono egoista, Niall, perché ogni volta che le sue labbra toccano quelle di lei mi sento morire,» la verità sgusciò via dalla sua bocca, mentre sentiva il petto sgonfiarsi. «Io non voglio che Louis stia male, ma non voglio starci male neanche io» sussurrò ancora, mentre la guancia dell'amico si appoggiava sul suo torace e ascoltava i battiti del suo cuore.

«Non può essere sbagliata se ti fa battere il cuore così» fu l'unica cosa che riuscì a rispondere, mentre il tempo passava e un'altra giornata di lezione volava via.

  ***

Louis gli stava facendo i grattini mentre ripeteva ciò che lui non aveva capito di matematica. Visto che era più grande, e di conseguenza quegli argomenti li aveva già studiati, aveva deciso di aiutarlo. In matematica faceva schifo, ma era pronto a subirsela per sempre se solo fosse stato Louis a spiegargliela.

«Prendiamo una pausa» si frenò il liscio, togliendogli la mano dai capelli e rispondendo al cellulare che aveva cominciato a squillare. Dal suo sorriso affettuoso capì che stava parlando con sua madre, e rimase ad ammirarlo senza mai sentire una sola parola del discorso. Era come se la bellezza di Louis lo risucchiasse, facendolo finire in un mondo limpido. «Sai che fissare è un- No, mamma, non parlavo con te» roteò gli occhi giocosamente, sedendosi al fianco del ricciolino e cominciando a giocare di nuovo con le sue ciocche ribelli. «Sì, è Harry..Cosa? No! sei impazzita?» sentì la donna ridacchiare dall'altro capo, mentre lui sorrideva con le tenere rughette intorno agli occhi. Le dita di Harry le sfiorarono, e i loro occhi si incontrarono. Sembravano fatti per incontrarsi.

«Puoi- puoi ripetere?» chiese dolcemente, distogliendo lo sguardo e appoggiando la schiena allo schienale del letto. «Glielo chiedo, d'accordo? No, mamma, non ti farò parlare con lui. No, neanche per un minuto! non fare la voce dolce con me, non sono Charlotte» detto questo, borbottò un "Ciao" e staccò. Le guance tinte di un leggero rossore e gli occhi a vagare per la stanza. Harry si mosse di poco, per fargli capire che poteva parlare. Louis riprese ad accarezzargli la cute, come ormai aveva imparato a fare da un mese a quella parte. Harry amava sentire le dita del maggiore infilarsi tra i suoi ricci, in realtà,
Harry amava lui, per cui Louis avrebbe potuto ballare la macarena con una scimmia e lui l'avrebbe trovato comunque bellissimo.

«Me lo dici o devo farti il solletico?» sussurrò dopo un po', facendo ridacchiare il liscio. Il maggiore si spostò di poco, aprendo la finestra e raccogliendo il suo pacchetto di sigarette dal comodino. Se ne accese una, mentre gli occhi color smeraldo del più piccolo lo seguivano incessantemente. «Fa male fumare, Lou,» disse semplicemente, mentre il suo primo pensiero fu "sei estremamente sexy quando fumi". Di certo non poteva dirglielo, e tra i tanti punti della sua lista mentale — ovvero il suo orientamento sessuale, la sua ragazza, aggiunse la loro amicizia. Per quanto volesse una relazione con il maggiore, preferiva rimanergli vicino che scomparire dalla sua vita. Non voleva lasciarlo. Il solo pensiero gli faceva sanguinare il cuore.

«Mia mamma vorrebbe conoscerti, sai» Louis espirò il fumo, guardando il volto di Harry passare dal divertito al serio. Sorrise. «Ho avuto solo un amico per anni — ovvero Zayn, e adesso ci sei tu. E Niall e Liam, ma ci sei tu» Cazzo. Il modo in cui lo disse fece risaltare il suo pensiero; loro non erano amici. Lui era fidanzato, e non era pronto a deludere i suoi genitori, ma Harry non era sua amico. Lui era di più.

Il suo rapporto con il riccio non riusciva a spiegarlo a parole, a descriverlo, sapeva solo che Harry era la sua parte mancante. La sua esatta metá. A volte si ritrovava a pensare alla leggenda delle anime gemelle, o del filo rosso, e il suo pensiero finiva sempre al più piccolo. Se veramente esistevano le anime gemelle, se davvero ognuna delle persone presenti sulla terra aveva un'anima gemella, allora la sua era Harry. Le loro anime erano l'incastro perfetto di un puzzle incompleto.

«Quando?» chiese il nucleo dei suoi pensieri, spodestandolo da essi e attirando la sua attenzione. Si mise comodo tra le gambe di Louis, appoggiando la testa sul suo petto e aspettando una risposta. Nel frattempo, accarezzava distrattamente alcuni dei tatuaggi adolescenziali che il maggiore aveva sul braccio. Era una piccola costellazione. Harry l'amava.

«Lei vorrebbe Venerdì, ma quando preferisci, ricciolino»
«Credo che Venerdì vada più che bene» rispose, scrollando le spalle e allungando i piedi in un vano tentativo di acciuffare il computer. Alla fine si arrese, sbuffando e alzandosi per prenderlo e appoggiarlo sulle loro gambe nuovamente intrecciate.

Teen Wolf cominciò, mentre ad intrecciarsi erano anche le loro mani.




Spazio Au.

Penso sia una delle poche volte che aggiorno ad un orario normale, e merito un premio. Comunque, oltre il fatto che i larry sono dei cupcakes con extra panna, volevo ringraziarvi per aver commentato e votato la mia storia. Sono davvero grata.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, Love u all xx🐣

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora