Harry si era rinchiuso nel bagno della scuola. La sua prima lezione stava scorrendo tranquillamente, mentre lui era rinchiuso in quella lurida stanza a guardarsi allo specchio. Guardava i dettagli del suo viso, si allontanava di poco per notare i dettagli del suo corpo, e piangeva. Piangeva perché non poteva fare altro.
I suoi occhi erano rossi, consumati come il suo cuore, e si rese conto di quanto fosse inutile l'orlo della sua maglia ad asciugargli il viso bagnato se quello, dopo neanche due minuti, si inumidiva di nuovo. Aveva voglia di urlare, di strapparsi le ciocche di capelli, di gettare tutto all'aria, ma avrebbe fatto troppo rumore, e lui non voleva essere trovaro. Dei puntini neri gli appannarono la vista, cominciava a respirare affannosamente, le sue mani tremavano e con loro anche le sue gambe. Era instabile, e solo. Quella volta, era assolutamente solo. Fu proprio quando si rese conto di esserlo che sentí una voce calda e dolce richiamarlo. «Haz,» espirò, la voce, mentre lui si rigirava su sé stesso per trovare chi stesse parlando. E poi la vide, e se il suo cuore avesse partecipato ad una maratona, sicuramente l'avrebbe vinta.
Era bellissima. I suoi capelli bianchi erano legati in una crocchia bassa, come era solita fare quando era indaffarata e tempo per prepararsi non ne aveva. Le sue guance erano paffute come Harry se le ricordava, e le sue fossette erano profonde proprio come nei ricordi del riccio, dove lasciava che un ditino sprofondasse dentro a quel folco, e la sua risata rieccheggiava nella stanza. I segni del tempo la coprivano interamente, non sminuendo la sua figura e né la sua bellezza. Era sempre solare, gioiosa, stretta in abiti troppo larghi per coprire quelle forme di cui, Harry sapeva, nonostante fosse anziana, si vergognasse. Ma non importava, perché per il riccio era bella piena e con le curve, e infondo lui era l'amore della sua vita, e lei era il suo, e andava bene così.
«Nonna» richiamò anche lui, facendo un passo verso di lei. «Mi sei mancata così tanto» sbiascicò, mentre i singhiozzi si alternavano alle parole sconnesse che diceva. La donna si avvicinò, facendogli sentire il gelo in cui era avvolta, e tese una mano verso di lui. Gli accarezzò la guancia, come se Harry potesse realmente sentire la consistenza della sua mano, ma non poteva, non più.
«Non piangere, amore mio,» esalò, con i suoi grandi occhi verdi colmi di amore. Era quello che li legava; un amore incondizionato, immenso. «Io sono sempre qui» gli confessò, spostando la sua mano sul petto, e con il palmo aperto pressò sul suo cuore. Harry sentì quasi le crepe aggiustarsi, sentì quasi il suo cuore fare un capogiro e spostarsi sulla parte ancora intera, pronta per amare. Anche se, il riccio sapeva, anche quella parte già amava.
«Non lasciarmi andare,» la pregò, con la disperazione nella voce. Le strinse la mano che ancora era ferma sul suo torace, sentendo il niente, sentendo solo freddo. «per favore, resta con me». La donna si strinse nelle spalle, sorridendo felice ed intenerita da quella scena. Suo nipote era così bello, ed era cresciuto tanto da quando le loro strade si erano separate. Lei aveva trovato una scalinata verso il cielo, e l'aveva seguita in un tacito accordo di poter vedere quello che ormai riteneva un figlio crescere bello e sano come un fiore in piena primavera.
«Sei così bello, Haz,» sorrise la nonna, avvicinandosi a lui e alzandosi in punta di piedi per potergli sfiorare la fronte con le labbra. «Non sprecare il tuo amore, e non sprecare neanche il tuo tempo, vita mia. Non ne vale la pena se ti fa star così male» sussurrò, mentre il ragazzo si abbracciava da solo, sperando di poter sentire improvvisamente il calore delle braccia di sua nonna.
«ti voglio bene, nonna Rose»
«il bene sminuisce l'amore che io provo per te, vita mia! non dimenticarti di me, e vienimi a trovare che mi manchi» disse, felice di sentire i battiti ormai regolari di suoi nipote. Fece dei passi indietro, le mattonelle non emettevano nessun rumore seppure lei stesse camminando, e quella sensazione era strana. Harry fece un passo verso di lei, quando si rese conto che se ne stesse per andare, ma la donna fu veloce.
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Sunflower; Larry Stylinson.
Fiksi Penggemar"Hai bisogno di qualcosa, riccio?" "Sì. Del diario, per precisare, poiché è mio" "Non ho intenzione di restituirtelo, riccio. Mi hai ben capito? Adesso puoi ritornare dal tuo amico biondo -per cui hai speso ben due pagine, fantastico, e smetterla di...