Epilogo I

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Il sole gli scottava la pelle e il mare rilassava i suoi sensi. La sabbia si era intrufolata tra i suoi vestiti e il libro che poco prima stava leggendo era appoggiato sul suo stomaco. Il lettino era scomodo ma era l'unico momento della giornata in cui poteva rilassarsi: il resto del giorno faceva casino e baldoria con Niall, Liam e Zayn.

Niall, come se fosse stato interpellato, uscì dalla piscina personale che quella villa che avevano affittato aveva da offrirgli. Il mare era decisamente vicino, si potevano intravedere le persone nuotare, sentire il suo odore e il rumore delle onde. C'era anche il verso gracchiante dei gabbiani. Se la stavano passando davvero bene.

«Non ti unisci a noi? Aspetti Louis?» chiese a raffica, prendendo l'asciugamano con i dinosauri azzurri ricamati sopra e strofinandoselo sul capo. Ora, Niall, era castano. Il biondo e la tintura l'avevano lasciato, e forse ad Harry mancavano un po' E, oh, l'irlandese si era fatto crescere la barba.

«No e no. Stavo semplicemente leggendo» sbuffò, roteando eccessivamente gli occhi.

«Avete litigato di nuo-»
«Non abbiamo litigato, Nialler. Non vuoi andare da tua moglie Lola?»

Sì. Niall e Gemma si erano lasciati anni prima, la loro relazione non funzionava più e Gemma aveva cominciato a provare qualcosa per un altro uomo. Un anno dopo la rottura, all'apertura del suo bar irlandese (dove aveva cantato per l'inagurazione — sì, era riuscito ad ottenere la giusta confidenza con la chitarra e la sua voce), Niall aveva rincontrato Lola, e, almeno quella volta, se ne era innamorato per davvero. La proposta la fece due anni dopo il fidanzamento e Harry fu il suo testimone. Fu tutto estremamente bello, semplice ed elegante.

Gemma, con suo marito, aveva già fatto nascere uno splendido bambino che assomigliava molto a lui. Amava Edgar, era sempre sorridente e dava del filo da torcere a sua sorella, e quello gli bastava per reclamarlo come il suo nipote preferito.

«Non essere acido, amore» ed eccolo. Come se fosse stato richiamato e scolpito in tempo. Perché sì, Louis sembrava essere stato scolpito dalle mani esperte di Leonardo Da Vinci. Non era realmente possibile che il suo fisico asciutto venisse modellato così bene dalle sue curve tondeggianti e che la peluria sembrasse attraente su di lui. Non. Era. Attraente.

«Non chiamarmi "amore", Louis» lo fulminò con lo sguardo, riprendendo a leggere il suo libro. Fece finta di non sentirlo sedersi ai suoi piedi, come fece finta di non sentire la sua voce.

«Oh, andiamo! Sei ancora arrabbiato?» azzardò a sfiorargli la coscia, e Harry quasi gli lanciò il libro contro. Non lo fece perché gli avrebbe fatto male, ecco tutto.

«Quella ragazza si è strusciata su di te, Louis, e tu non hai fatto niente a riguardo! Ah e oh, la tua ex è riapparsa magicamente?» incrociò le braccia come un vero bambino e, molto probabilmente, fece anche il broncio.

«Gli ho detto che ero gay e fidanzato, Harry, ti ho persino indicato! Ed Eleanor è venuta ad Holmes Chapel ma non ci ha trovati, sì, voleva parlare con entrambi. È per questo che mi ha chiamato» spiegò con voce calma, avvicinandosi a lui. «Possiamo far pace adesso?»

«No, certo che non possiamo»

«Ma io ti amo, Harry» sentirselo dire era sempre un colpo al cuore. Ricordava bene quando successe, come se fosse stato impresso con il fuoco nella sua mente.




Qualche capodanno fa

Harry vagava per quella casa colma di ragazzini ubriachi e coppie e vomito con solo la voglia di poter ritrovare il suo gruppo. Era quasi mezzanotte, la musica era assordante, la televisione stava per trasmettere il conto alla rovescia e lui voleva assolutamente baciare il suo ragazzo per l'inizio dell'anno nuovo.

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora