12. - sarai sempre la sua rana.

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Liam non sapeva cosa dire o come comportarsi.

Lui e Zayn avevano parlato tanto durante il tragitto, ma adesso che si ritrovavano in uno spazio ristretto con un letto matrimoniale (sì, gli era capitata la stanza con un letto da condividere) non sapeva come comportarsi. Le spalle del moro sfioravano le sue e solo quel contatto bastava per provocargli dei brividi.

Non si sentiva in quel modo da anni e tutto quello lo spaventava. Non conosceva Zayn da neanche un giorno e già il suo cuore si ribellava alla melodia che era la sua voce.

Quello non era un buon segno, non lo era decisamente. E se Zayn avesse cominciato a piacergli, ma lui non fosse stato ricambiato? Non poteva e non voleva rimanerci di nuovo male. Dopo la sua prima esperienza...No, non voleva neanche pensarci.

«Mi interessi, Liam.» se ne uscì il mulatto, gettando via ogni sua insicurezza. I suoi occhi color miele erano fissi su di lui, sul suo viso, sulle sue labbra. «Se non ti interesso va bene, volevo solo che tu lo sapessi.»

«No, Zayn, anche tu mi interessi, davvero, ma...» ma non voglio starci male. Non ebbe il coraggio di rivelarglieno.

«Non importa, Liam. Buonanotte.»

Liam non fece e non disse nulla, non poteva illuderlo di una possibile conoscenza se prima non trovava il coraggio che gli mancava. Doveva combattere i demoni del passato e poi, forse, avrebbe potuto iniziare qualcosa di nuovo con Zayn.

Il ragazzo era bello da togliere il fiato e lui l'aveva notato alla festa, con la sua camicia nera e i capelli liberi da qualsiasi gel. E poi, quando avevano parlato, aveva scoperto fosse un ragazzo semplice, appassionato alla marvel.

Parlare con lui era stato un toccasana; non si era preoccupato di un suo possibile giudizio, non aveva avuto timore di dimostrare quanto fosse amante della marvel o, in generale, non aveva avuto paura di parlare delle sue passioni.

Smise di pensarci (o, almeno, ci provò) e si girò dall'altro lato, dandogli le spalle e provocando un rumore sordo fatto dal letto cigolante.

«Già stanno scopando, non ci credo!» ululò Louis, felice come una pasqua. Harry si accigliò immediatamente, non contento per quel termine davvero volgare per i suoi gusti.

«Non dire così, Louis.» disse, guardando la parete. Quella che nascondeva le vere azioni che stavano compiendo Liam e Zayn in quel momento. «Loro non stanno...scopando, uhm, magari si dimostrano affetto?»

«Si dimostrano affetto nudi, in un letto di una stanza d'albergo. Sì.»
«Loro- uhm, magari- sì.»
«No, Harry, loro stanno proprio scopando. Fidati di zio Tommo.»

E il riccio annuì, già esausto al pensiero di una possibile discussione con Louis. Infondo a chi importava se Zayn e Liam stessero scopando o meno? A nessuno. O forse importava, ma non in quel momento.

«Prima ti ho chiesto se potevamo parlare, adesso te lo richiedo; parliamo?» quel ragazzo aveva gli occhi come quelli di un gatto, brillanti al buio.

«Cosa vuoi sapere, Louis?» gli chiese, guardandolo con attenzione. O ammirandolo, per essere precisi.

«Non lo so, le normali cose che avresti scritto nel tuo diario.» quello che mi hai rubato e mai più dato. Harry non poteva evitare di pensare a ciò che Louis gli aveva sottratto senza permesso. Lì c'erano dichiarazioni d'amore, segreti, pianti, e lui non riusciva a non sentirne la mancanza. Non l'avrebbe cambiato, non ne avrebbe comprato un altro, non sarebbe stata la stessa cosa.

Sospirò, cercando tra i suoi ricordi uno abbastanza carino da essere raccontato a Louis. Il meno triste.

E sorrise quando decise. «Credo che tu abbia letto almeno una pagina dove c'è il nome di mia nonna Rose,» cominciò il riccio, ricevendo un accenno in risposta, «noi stavamo sempre insieme. Lei mi chiamava in un modo davvero buffo e io la riprendevo sempre per questo. Ero un bambino capriccioso, ma lei mi lasciava fare sempre quello che volevo.» sospirò, perché sua nonna gli mancava ogni giorno. E gli sarebbe mancata per sempre. «Un giorno decisi di darle io un soprannome e la chiamai "rana rugosa". Mi rincorse con una padella per tutta la casa; voleva solo intimorirmi, non mi avrebbe sfiorato neanche con un girasole. Finì per scivolare, ed io risi come un pazzo. Non rido in quel modo da tanto, lei era il mio posto felice.» sussurrò infine, preso dalla stanchezza e trasportato dai ricordi. Sua nonna lo chiamava rana e, davvero, se prima odiava quel soprannome, in quel momento aveva bisogno di sentirselo dire solo un'altra volta. Solo una.

Louis sorrise nell'ombra e non parlò per alcuni minuti. Harry pensò che fosse perché non sapeva cosa dire, ma la realtà era che aveva la voce incrinata per essersi commosso e non poteva di certo abbassare le sue difese in quel modo. Si asciugò una lacrima con il palmo e cercò di calmarsi come meglio poteva. Non sapeva cosa fosse successo alla nonna di Harry, non era ancora arrivato a quel punto del diario, ma il suo modo di parlarne al passato gli fece capire che la donna non era più tra loro.

E il maggiore non sapeva perché si fosse commosso così tanto. Non aveva chissà quale legame con Harry, anzi, però sentire parte di quella che era la sua storia l'aveva fatto emozionare. Sapeva anche che non doveva illudersi, probabilmente il riccio gliel'aveva detto non perché si stesse fidando di lui, ma perché sapeva che prima o poi avrebbe letto la pagina di diario in cui c'erano tutti quei racconti. Era egoista ed era un vero stronzo. Lo sapeva. Sapeva di esserlo.

«Lei...lei come ti chiamava?» bofonchiò Louis, la bocca che faceva fatica a parlare e il cervello ad elaborare.

«Mi chiamava "rana".» ammise Harry, sorridendo involontariamente. Perché i nonni non sono eterni?Si chiese mentalmente, ma non si diede risposta. Non poteva darsi risposta. Avrebbe voluto che Rose fosse ancora con loro, a sorridergli ogni volta che tornava da scuola.

«Sarai sempre la sua rana, Harry.» gli disse a quel punto il maggiore, socchiudendo gli occhi e cercando di non pensarci più del dovuto. E solo quando si addormentò il riccio potette rilasciare tutte le lacrime che aveva trattenuto. Era arrivato a mordersi il labbro per non singhiozzare, Niall non meritava di svegliarsi per colpa sua e Louis si era da poco addormentato.

Aveva sempre immaginato il suo matrimonio con sua nonna ad accompagnarlo all'altare. No, non suo padre. No, non sua madre. Ma lei, Rose, perché era stata la sua famiglia, prendendo il ruolo di tutti e rendendoli magnifici. Nessuna persona al mondo poteva mai comprendere il bene e l'amore che lui provava per quella donna, perché era inimmaginabile. Non aveva avuto il coraggio di andare al suo funerale, né di andare a trovare la sua lapide, e c'erano delle pagine ingiallite che racchiudevano tutto il suo senso di colpa. Voleva farlo, davvero, ma non ci riusciva. Ogni qual volta che pensava a sua nonna la immaginava viva, sorridente, tutta guanciotte rosse e fossette. E non riusciva ad andare avanti, a realizzare che lei non c'era più.

Niall gli avvolse la vita con il braccio, spingendolo verso il suo corpo e baciandogli la spalla. Con una mano gli spostò le ciocche ricce dal viso bagnato, e gli depositò un bacio sulla guancia. «Va tutto bene, Haz. Calmati, per favore.» bisbigliò, con ancora la voce impastata da sonno.

«M-mi di..dispiace.» tentò di dire, ma l'amico scosse la testa.
«Non importa, voglio solo che tu stia bene, okay?»

Dopo minuti interminabili fatti di abbracci, carezze e promesse, Harry riuscì ad addormentarsi. La sua schiena era ancora incollata al petto di Niall e il braccio del biondo era ancora sul suo fianco. Lo stringeva come a mantenerlo, a dargli forza, e il riccio gli voleva bene, lo amava, proprio per quello.

Niente contava più della loro amicizia, niente contava più di lui e Niall insieme.




SPAZIO AU!!

Questo capitolo è stato carino da scrivere, ma anche difficile. Il dolore che si prova alla perdita dei nonni è incredibile (specialmente se si è affezionati), e il rapporto che Harry aveva con sua nonna rende il tutto più triste. Amo come sta venendo fuori il rapporto tra lui e Niall, quindi sono fiera di me.😼

Detto questo, io vi saluto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, love u all 🤍

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora