9. - il gioco delle dieci domande.

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Harry era seduto sul letto dove precedentemente aveva dormito con Louis.

Louis, il ragazzo a cui andava dietro da quasi un anno e che non aveva mai prestato interesse a lui. Non prima di quel momento. Louis, che aveva una ragazza e sembrava amarla in modo profondo, fregandosene se lei se ne usciva con battutine omofobe nei suoi confronti. Louis, che prima di scovare il suo diario nel cortile della scuola non sapeva neanche della sua esistenza.

Harry non sapeva se essere grato a quel diario per essere caduto e finito nelle mani sbagliate o se odiare sé stesso per la goffagine che, fin da bambino, lo accompagnava.

In quelle pagine c'era scarabocchiato il nome di Louis, c'erano disegnati i suoi occhi, c'erano scritte frasi che non dovevano uscire da lì dentro. E, inoltre, c'erano i suoi segreti imbarazzanti, tristi, divertenti, intimi, e di certo non voleva che qualcuno se ne appropriasse. Neanche se quel qualcuno era Louis. Voleva piuttosto raccontarglieli faccia a faccia, sentendosi a proprio agio dinnanzi ad occhi conosciuti. Ad occhi amati. Eppure...

Eppure, adesso che ne aveva la possibilità, sentiva la gola diventare secca e le labbra sigillarsi. Louis era in attesa, pronto a saperne di più su di lui, e sebbene quello fosse ciò ciò che desiderava da quando lo aveva visto la prima volta fuori scuola, non riusciva a proferire parola.

Doveva sentirsi come un bambino il giorno di Natale, ma si sentiva come quando si veniva a conoscenza del fatto che Babbo Natale non era solo che fantasia e che tutti i regali ricevuti erano progettati da i propri genitori.

«Visto che non vuoi parlarmi di te, ma io voglio assolutamente saperne di più, giocheremo al gioco delle dieci domande, okay?» Harry annuì in risposta e Louis alzò un braccio in segno di vittoria.

Il riccio lottò contro il suo sorriso, ma alla fine vinse quest'ultimo e lui non potette fare altro che arrendersi alla realtà. Louis poteva fare ciò che voleva, invadere la sua privacy, illuderlo, ma Harry sarebbe rimasta cera da modellare tra le sue mani.

«Perché hai solo un amico?»

«Anche tu ne hai solo uno.» rispose di getto Harry, coprendosi la bocca un attimo dopo. Infine si arrese, guardando la punta dei suoi piedi con le guance rosse. Come poteva spiegare a Louis che sapeva anche il nome del suo migliore amico, ovvero Zayn, senza rivelargli la sua cotta?

«Okay, va bene. Allora facciamo che tu fai dieci domande a me e io ne faccio dieci a te.» Harry poté rialzare lo sguardo e sospirare felice, il suo segreto era al sicuro e non doveva inventare nessuna bugia. «Quando sei triste, ti togli le scarpe?»

E okay, Harry si aspettava qualsiasi domanda ma non quella. Gli venne da ridere, ma alla fine decise di voler rispondere. «Quando sono triste non penso agli indumenti che indosso. Hai delle sorelle?» il riccio continuava a vedere le foto di quattro ragazze con Louis al centro e non poteva non fargli quella domanda.

Si rese conto di aver toccato il tasto giusto dalla luce che trasalì dagli occhi di Louis e, davvero, sembrava che il mare si stesse riflettendo nei suoi occhi e il sole nel suo sorriso.

«Sì. Félicité, è quella più casinista in assoluto, ma anche quella che ascolta meglio. Charlotte ha sempre la parolina pronta, è testarda, crede di avere sempre ragione, ma quando si rende conto di aver sbagliato non esita a scusarsi e aprire i suoi orizzonti. Ah, non chiamarla mai Charlotte, solo Lottie.» Louis si alzò dal letto per prendere la foto che Harry guardava con insistenza, e decise di puntare il dito verso le due ragazze, giusto per fargli vedere quanto belle fossero. «Le due gemelline, Phoebe e Daisy, sono delle pesti e odiano essere disturbate durante l'ora del tè.»

«Vorrei conoscerle.» se ne uscì il riccio, rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva detto. Louis, a differenza sua, si limitò ad annuire energicamente.

«Oh, sì. Voglio vederti con i glitter nei capelli e una coroncina di fiori.»
«Sarei bellissimo.» si imbronciò Harry, non potendo evitare di sorridere.

«Sei sempre bellissimo, Harry.» sussurrò Louis, come se quello fosse un segreto e loro dovessero proteggerlo. Harry sentiva solo il suo cuore martellare nel petto e non riusciva a smettere di pensarci.

Sei sempre bellissimo. Bellissimo. Louis pensava che lui fosse bellissimo.

Il liscio si mise a pensare ad una prossima domanda da porgli e con naturalezza gli chiese: «Hai fatto coming out?».

Il riccio quasi si strozzò con la sua stessa saliva. Non aveva problemi con il suo orientamento sessuale e non ne avevano neanche la sua famiglia, ma perché dovrebbe interessare a Louis? Sapeva fosse ciò che si diceva sul suo conto a scuola (ovvero che non fosse carino, né simpatico, semplicemente gay), ma perché Louis glielo aveva chiesto?

«Sì. Sei bisessuale?»

Quella volta fu Louis a strozzarsi con la sua stessa saliva, mentre diventava d'improvviso nervoso. «Tu credi che lo sia solo perché ho dormito con te? Ti illudi facilmente, riccio.» disse, con un tono che non ammetteva repliche.

«Uhm, mi dispiace? Non volevo invadere la tua privacy o fare supposizioni. Mi dispiace.» ripeté, alzandosi un attimo dopo e sospirando. «Io vado. Grazie ancora, Louis.»

E Harry era già fuori alla porta quando Louis sussurrò un "mi dispiace". Al liscio dispiaceva aver usato quel tono acido e gli dispiaceva far sentire il riccio in colpa. Insomma, non aveva fatto niente di male se non porgli una domanda.

Stupido, si ripeté mentalmente.

Aveva avuto la possibilità di conoscere Harry o almeno di conoscere le sue abitudini e adesso si ritrovava con una copertina floreali tra le mani. Quel diario sembrava l'unico appiglio a cui Harry si aggrappava e Louis gliel'aveva tolto per puro egoismo.

Perché il riccio non lo odiava? Smise di pensarci quando aprì di nuovo il diario, leggendo dalle ultime pagine a cui aveva dato un'occhiata giorni prima.

"Mamma dice che va tutto bene, dice che lei e papà non litigheranno più. Ma lo dice sempre e non è vero mai. Io voglio solo che lei sia felice e che lui non urli."

E forse Louis non avrebbe dovuto piangere leggendo quelle due righe, specialmente se si definiva completamente indifferente nei confronti di Harry. Ma se così non fosse? Se infondo al suo cuore lo sapeva che Harry contava, che lo desiderava?

Louis doveva trovare un modo per fare amicizia con il ricciolino e lo sapeva, quando aveva qualcosa in mente niente e nessuno potevano dissuaderlo.



SPAZIO AU!!!

In questo capitolo Louis capisce di provare qualcosa, quindi siamo un passo avanti. Harry è un cucciolino come sempre aw.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo presto! love u all xx🐣

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora