Louis era steso supino sul suo letto sfatto. Aveva telefonato a Zayn, raccontandogli ciò che sua madre gli aveva detto il giorno prima. Il ragazzo aveva capito, e così, in quella fredda notte, non riusciva a fare altro che guardare il tetto della sua camera mentre ripensava ai volti stanchi delle sue sorelle e di sua madre. Non le aveva ancora parlato, l'aveva solo stretta in un abbraccio e poi si era ritirato in camera. Nelle sue quattro mura sicure, sarebbe potuto crollare senza dover essere l'eroe di nessuno.
Si accese una sigaretta, e con uno scatto accese la fiamma dall'accendino. La fissò per qualche attimo, e si perse nelle mille sfumature del fuoco. Non era rosso, arancio e giallo. No, c'era l'azzurro, c'era una sfumatura di blu notte, c'era il mondo in una fiamma. Un tintinnio fastidioso lo fece risvegliare da quel suo stato di trance, e dopo aver perso tempo a capire da dove provenisse quel continuo rumore, si rese conto che proveniva dalla parete in cui c'era la finestra. Si alzò svogliatamente dal letto, e avviciandosi meglio, sentì in modo chiaro il rumore dei sassolini schiantarsi contro il vetro.
Aprì la finestra, affacciandosi un attimo dopo, e se non avesse fatto calcio e, quindi, non avesse allenato i suoi sensi, probabilmente si sarebbe ritrovato un sassolino in faccia. «Mi dispiace! Oh mio Dio, mi dispiace..io- volevo- perché non mi fai entrare? sto congelando» era così strano sentire la sua voce. Ed era calmo, o almeno, sembrava calmo, sebbene lui l'avesse allontanato a suo piacimento. Sorrise nel vedere la sua chioma riccia svolazzare per colpa del vento, e notò come nascondesse qualcosa dietro la schiena. Harry era sempre così bello che gli veniva da piangere. In quel momento, Eleanor gli mandò un messaggio — uno dei tanti —, ma lui decise di ignorarla. Non gliene fregava nulla, di lei, del matrimonio di sua madre. Fanculo. Fanculo a tutti, tranne ad Harry.
«Perché non provi ad arrampicarti?» fece, ironico, notando solo un attimo dopo come il ragazzo l'avesse preso sul serio. Appoggiò il piede fasciato da degli orribili stivaletti dorati sul mattone sporgente, e si diede la spinta giusta per arrampicarsi e per poter aggrapparsi alla sua finestra. «Harry, cazzo! stavo scherzando, merda,» notò in quel momento che il ragazzo si stesse arrampicando con uno scatolone della pizza in mano e con un sacchetto, e si chiese come fosse possibile. Gli prese il tutto dalle mani e lo posò sul letto, ritornando un attimo dopo indietro per poterlo aiutare a scavalcare. Ma, quando si girò, il ragazzo era già dentro alla stanza, seduto a terra.
«Oops» sorrise, alzandosi da terra e prendendo lo scatolone della pizza. Lo aprì e gliela porse, mostrando quelle maledette fossette. «Ti ho portato la pizza e il tè. E una ciambella con extra glassa» sembrava un bambino, ma dalla sua statura poteva sembrare solo un cucciolo di giraffa.
«Grazie, Haz. Io non ho- non ho parole, nessuno l'aveva mai fatto per me» sussurrò, guardando il soffitto per non piangere. Si sedette sul letto, facendogli spazio, e mise la pizza tra di loro. Mangiarono silenziosamente, guardandosi negli occhi in modo così tanto abbondante da recuperare tutti i giorni in cui non lo avevano fatto. Della salsa sporcò il labbro di Harry, e a Louis venne l'impulso di levargliela con la lingua. Ma non lo fece, piuttosto, rise. Lo prese in giro, burlandosi di lui perché sapeva che Harry non gli avrebbe detto niente.
«Zayn mi ha detto cos'è successo, e Johannah mi ha chiesto di venire qui» gli raccontò il più piccolo, rimanendogli l'ultima fetta e bevendo dalla bottiglina che si era personalmente portato. Ogni cosa che faceva, sembrava essere fatta apposta per far impazzire Louis. Notando la sua espressione persa, il riccio sorrise malizioso. Quello sguardo- fottuto Harry Styles. «Johannah ha preso il mio numero da Zayn-»
«Non m'interessava saperlo,» lo riprese, chiudendo il cartone vuoto e gettandolo sotto il letto. «Haz, se loro non te l'avessero chiesto, saresti venuto comunque?» fu quello che gli chiese, perché la sua preoccupazione era che Harry fosse andato da lui in piena notte solo per accontentare sua madre e il suo migliore amico. E lui non voleva assolutamente quello.
Il volto di Harry si contrasse in una smorfia contrariata, mentre si avvicinava a lui. Gli accarezzò uno zigomo con le punta delle dita, e il maggiore chiuse gli occhi. «Tornerei sempre da te, Louis» sbiascicò, e gli occhi del liscio si spalancarono. Si guardarono a lungo, ma poi Louis prese coscienza di quello che stavano per fare e si allontanò velocemente.
Harry era una calamita e lui era del fottuto magnete. Odiava sentirsi così debole e fragile con lui attorno, ma non riusciva a non abbassare le difese di fronte a lui. Tossì in imbarazzo, per poi prendere il suo tè e notare che era ancora caldo. Prese anche la ciambella e la divise in due parti — una era più grande e l'aveva presa lui, ma non era importante. Passò l'altra metà al più piccolo, e furono avvolti di nuovo da un silenzio confortante, che però venne spezzato dalla sua voce. «Mi dispiace per averti evitato»
«Già» fu tutto ciò che gli rispose Harry. «Avrei voluto davvero urlarti contro quando sono arrivato, e spaccarti una sedia sulla schiena, e prenderti a pugni e-» rafforzò l'idea, mangiando in modo aggressivo la ciambella rosa.
«Ho capito, ho capito. Mi dispiace, davvero,» si sorrisero per alcuni minuti, prima che il riccio si illuminasse e mangiasse velocemente l'ultimo boccone. Si alzò dal letto, e frugò nelle sue tasche posteriori. Poco dopo, gli mostrò degli adesivi. Delle piccole, grandi e medie stelle bianche erano sparpagliate in una bustina di plastica trasparente, mentre Harry gliele sventolò davanti al volto.
«Le attacco sul soffitto» disse, e Louis acconsentì con il capo. Si appoggiò con la schiena allo schienale del suo letto, mentre il più piccolo si alzava sul letto e con delicatezza, cercava di stendere al meglio l'adesivo sul soffitto. Il liscio sorseggiò il suo tè, e non si stancò né scocciò di guardare Harry. Non avrebbe mai potuto stancarsi di lui, mai.
Quasi mezz'ora dopo, il riccio si lasciò andare e cadde sul materasso. Aveva un sorriso soddisfatto e i ricci sparpagliati sul cuscino. «Guarda quant'è bello, Lou» ridacchiò. «Adesso puoi vedere le stelle anche di giorno»
«Davvero bellissimo» fu la risposta immediata di lui, che non aveva neanche sfiorato con lo sguardo ciò che aveva fatto. Ma si riprese prima che il ragazzo lo capisse, e guardò attenatemente le stelle. Ce n'era una grande ma piatta, che aveva una H situata al centro. Al suo fianco, ce n'era una decisamente più piccola che aveva leggermente le punte arrotondate, e aveva una L contornata da dei piccoli cuoricini. C'era poi la più grande stella, che aveva un'altra L sopra, e una più minuta, che aveva una Z dorata a spiccare anche nel buio. Infine, c'era una stella di medie dimensioni, che Harry aveva deciso di modificare. Difatti, quella aveva una N al centro, e le punte erano colorate da un chiaro giallo.
Sorrise in modo sincero, spegnendo la luce. Le stelle continuavano a spiccare, e Harry aveva prestato attenzione per altro. Louis posò la tazza, girandosi sul fianco, venendo poi copiato dall'altro. Dopo minuti interminabili passati a guardarsi, il maggiore si avvicinò a lui e gli lasciò un bacio tra i riccioli. Lo strinse tra le braccia e fece scivolare i loro corpi avvinghiati sotto alle coperte. «Grazie, ricciolino,» Harry nascose la testa nell'incavo del suo collo, lasciandogli un bacio casto sul pomo d'adamo.
«Buonanotte, Lou»
«'Notte, Haz»Si strinsero tutta la notte, con le stelle di plastica a fargli compagnia.
Spazio Au.
Questo capitolo è uno dei miei preferiti, decisamente. È tutto così cute e mi sono immaginata i larry fare quelle cose e piango tantissimo.
Btw spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno la metá di quanto sia piaciuto a me scriverlo, vi voglio bene, ci vediamo alla prossima🐣
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Sunflower; Larry Stylinson.
Fanfiction"Hai bisogno di qualcosa, riccio?" "Sì. Del diario, per precisare, poiché è mio" "Non ho intenzione di restituirtelo, riccio. Mi hai ben capito? Adesso puoi ritornare dal tuo amico biondo -per cui hai speso ben due pagine, fantastico, e smetterla di...