Quando le ore scolastiche furono finite, Niall non tornò a casa, piuttosto cominciò a girare tra i vari gruppi di studenti affamati e sfiniti. Parlò con almeno ventotto persone, ma nessuna di loro si offrì come volontario per portare due ragazzi dal rango sociale basso come il loro alla festa di Julie.
Nessuno voleva andarle contro e volevano essere tutti invitati alle sue feste, che venivano definite come le più divertenti, sebbene Niall pensava che il tutto dipendesse da quante persone ci andassero e da quanto alcol ci fosse.
Il biondo, sconfitto, si avvicinò verso l'ultimo gruppo rimasto e quando vide ridere un ragazzo all'apparenza simpatico decise di avvicinarsi. Aveva i capelli castani lasciati liberi, gli occhi (che prima aveva visto fossero scuri e profondi) erano chiusi in due fessure e le sue labbra carnose erano curvate in un sorriso gioioso.
Con l'indice tastó la sua spalla e sentì il suo muscolo contrarsi. Il ragazzo era più alto di lui e avrebbe potuto fargli male solo spingendolo con quella grande mano che si ritrovava. Ma comunque.
Niall doveva mantenere la calma e, al posto di pensare in negativo, guardare il lato positivo: quel ragazzo aveva un sorriso splendente e i suoi occhi trasmettevano tutta la sua bontà.
«C-ciao,» cazzo. Stava balbettando e la sua pronuncia irlandese era marcata, ma il ragazzo di fronte a lui sembrò intenerirsi, «uhm, io e il mio amico vorremmo andare alla, uhm, festa di...Julie e ci chiedevamo se- a te darebbe fastidio se..insomma, venissimo con te? Non- uhm, non siamo esattamente amici anzi..non ti conosciamo, però ci faresti un grosso favore e-»
«Non siete stati invitati?» chiese con calma, alzando un solo sopracciglio e mettendo su un cipiglio curioso. Il biondo balbettò in cerca di una risposta ma alla fine si arrese, annuendo con le guance rosse. «Mi metterete in guai seri, dovrei sopportare quel coglione del suo ragazzo lamentarsi.» sbuffò, ma poi un sorrisetto apparse sulle sue labbra e Niall non seppe davvero più che pensare. «Accetto, va bene. Come vi chiamate?»
Niall voleva stritolare quel ragazzo in un abbraccio e ringraziarlo in tutte le lingue del mondo, ma si limitò a sorridere e a schiarirsi la voce. «Io mi chiamo Niall e il mio amico si chiama Harry.»
«Tu sei quell'Horan che per sbaglio fece cadere l'acqua a terra facendo scivolare quasi dieci studenti?» chiese sbalordito, mentre Niall si limitava ad annuire, in imbarazzo.
Quella giornata era stata micidiale; dieci persone lo avevano rincorso per almeno un'ora e lui non aveva potuto fermarsi neppure per respirare.
Il ragazzo scoppiò in una fragorosa e dolce risata che fece sorridere anche lui, sebbene il ricordo non fosse stato piacevole.
«Ti ho idolatrato per un anno. Comunque, io sono Liam.» si presentò alla fine, continuando ad avere un adorabile sorrisino.
Dopo essersi presentato gli lasciò anche il proprio numero, che aveva memorizzato direttamente sul cellulare di Niall.
Qualche minuto dopo venne richiamato da i suoi amici e lasciò cadere il discorso, salutando l'irlandese per l'ultima volta e correndo via.
E forse quello, oltre ad essere uno dei tasselli per riuscire ad arrivare al diario, poteva anche essere un futuro amico.
«Grazie, grazie, grazie. Sei un amico eccezionale Nì.» Harry continuava a ringraziarlo da almeno mezz'ora e lui non aveva intenzione di interrompere quel momento di gloria.
«Devi farmi preparare la torta al cioccolato da tua sorella, Haz.»
Gemma era appoggiata al lavello con il cellulare in mano, sembrava volesse evitarlo.
Niall sapeva della cotta nei suoi confronti e aveva già messo in chiaro le cose, ma aveva sperato in un'amicizia reale e schietta, non nell'indifferenza. Così, senza neanche avvisare Harry, si avviò verso di lei, non riuscendo ad attirare la sua attenzione fin quando non tossì. «Ciao..» sussurrò Niall, vedendo la figura di Gemma irrigidirsi e muoversi nervosamente.
Quasi come se volesse scappare da lui.
«Dimmi tutto, Niall.» rispose lei, in modo distante. Aveva troncato una conversazione sul nascere e, sfortunatamente, il biondo se n'era accorto. Così cominciò a pensare e infine decise di dirle una mezza verità.
«Uhm, la torta, sì. Harry mi aveva promesso la torta che fai di solito.» disse, con un sorriso che aveva scaldato il povero cuore innamorato della ragazza. Però, oltre che essere innamorata, Gemma era anche razionale, e non lasciava che un sentimento portasse a fondo la sua dignità. Quella era già stata calpestata troppe volte, presa a calci come il suo cuore.
Gemma sospirò, come se si aspettasse altro, e in quel semplice sospiro, in quell'aria prima intrappolata e poi respinta, la ragazza aveva fatto intendere quanto amara fosse quella situazione per lei. Avrebbe potuto metterci quanto più zucchero il suo cuore potesse dare, ma dalla parte di Niall non c'era altro che amaro. «È il dolce che ti preparavo ogni volta che venivi qui. Lo facevo per conquistarti, illusa a tal punto da pensare che, prima o poi, saresti riuscito a vedermi e mi avresti apprezzata.»
«Lo sai che-» cominciò Niall o, almeno, tentò di parlare, ma la mano di Gemma era già davanti al suo viso, intimandogli di smetterla di parlare.
«Lo so che mi vuoi bene, Niall, ma non mi basta più.»
Niall aveva dovuto mandare giù quella pillola, perché capiva Gemma e la conosceva abbastanza da comprendete che tra di loro le cose non si sarebbero calmate, non quando la ragazza era consapevole de fatto che non fosse semplice infatuazione.
L'amore non è altro che un fiore. Il seme viene annaffiato giorno per giorno, con carezze, sorrisi, abbracci, e l'infatuazione sboccia in piena primavera. Del fiore devi averne cura e quando diventerà maturo e curato capirai di essere andato oltre; ormai sarà estate. Ma una volta ricevuto un rifiuto, il fiore non farà altro che perdere i petali, e cosa ne si fa di uno stelo? Lo si butta, poiché il tutto è irrecuperabile. Lo stelo non tornerà ad essere di un verde acceso, i petali non torneranno ad essere sovrapposti delicatamente gli uni sugli altri, il seme non tornerà tale.
Gemma cominciava a perdere i petali, mentre Niall cominciava a sbocciare. O forse, sbocciato lo era da tempo, solo che il coraggio per poterlo ammettere non lo aveva mai avuto.
Il ragazzo non aggiunse altro e tornò dal suo migliore amico, steso sul divano con un sorriso soddisfatto sul viso.
Non sapeva cosa il futuro riservasse per loro due e cosa sarebbe successo a quella festa, ma sperava che Harry non si ferisse nel cercare di riprendersi quel diario.
SPAZIO AU!!
Spero non vi dispiaccia se parlo anche della storia di Niall e Gemma, ma Louis ed Harry avranno altri capitoli completamente a loro disposizione. Spero anche che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato.
Vi saluto e ringrazio chiunque sprechi anche solo un minuto del suo tempo per leggere qualcosa scritto da me, grazie grazie grazie.🤍
STAI LEGGENDO
Sunflower; Larry Stylinson.
Fanfiction"Hai bisogno di qualcosa, riccio?" "Sì. Del diario, per precisare, poiché è mio" "Non ho intenzione di restituirtelo, riccio. Mi hai ben capito? Adesso puoi ritornare dal tuo amico biondo -per cui hai speso ben due pagine, fantastico, e smetterla di...